Cesare Parodi, della corrente di centrodestra di Magistratura Indipendente, è stato eletto presidente dell’Anm: ha confermato lo sciopero, ma ha chiesto un incontro al governo. Richiesta a cui la premier ha subito risposto di sì. Intanto, dopo il caso del documento dell’Aisi sul capo di Gabinetto di Palazzo Chigi Caputi, i consiglieri laici di centrodestra hanno chiesto al Csm di aprire una pratica per il trasferimento per incompatibilità ambientale del procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi
Si apre uno spiraglio nello scontro tra il governo e la magistratura. Cesare Parodi, della corrente di centrodestra di Magistratura Indipendente, è stato eletto presidente dell’Anm: ha confermato lo sciopero, ma ha chiesto un incontro al governo. Richiesta a cui la premier Giorgia Meloni ha subito risposto di sì. Intanto, i consiglieri laici di centrodestra hanno chiesto al Csm di aprire una pratica per il trasferimento per incompatibilità ambientale del procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi. Una mossa arrivata dopo il caso del documento dell’Aisi sul capo di Gabinetto di Palazzo Chigi Gaetano Caputi trasmesso alla procura di Roma e pubblicato da Domani. Lunedì sarà iscritto dalla Procura di Perugia il fascicolo sull’esposto del Dis contro il procuratore capo di Roma.
Cesare Parodi nuovo presidente Anm
Tornando a Cesare Parodi, 63 anni da compiere a maggio, è stato eletto presidente dell’Associazione nazionale dei magistrati dopo una lunga giornata fatta di dibattiti e riunioni delle correnti. Il Comitato direttivo centrale ha eletto i nuovi vertici dell’Anm e ha dato il via libera a una giunta unitaria, in cui manca all’appello solo Articolo 101. “Chiederò in tempi brevi un incontro con il governo. Non possiamo rinunciare a nessuna strada per la difesa della magistratura, è un momento delicato e non possiamo commettere errori”, ha messo subito in chiaro Parodi dopo l’elezione. Qualche ora dopo la premier Meloni, dopo avergli augurato buon lavoro, si è subito detta pronta ad accogliere “con favore la richiesta di un incontro col governo” auspicando “che, da subito, si possa riprendere un sano confronto sui principali temi che riguardano l’amministrazione della Giustizia nella nostra nazione, nel rispetto dell’autonomia della politica e della magistratura”. Nel corso del dibattito, comunque, Parodi aveva sottolineato come la sua corrente “non avrebbe fatto un passo indietro su nulla”.
Confermato lo sciopero
Resta confermato lo sciopero indetto per il 27 febbraio. “Lo sciopero è stato deliberato, oggi non è stato revocato. Tutto ciò che accadrà nei prossimi giorni sarà condiviso con la Giunta, sicuramente non è stato revocato”, ha spiegato Parodi. Che ha aggiunto: “Condividiamo assolutamente ogni punto di questa battaglia. Noi siamo comunque un potere dello Stato, siamo cittadini che stanno portando avanti una battaglia per difendere la Costituzione su cui abbiamo giurato. Sappiamo che le leggi le fa il Parlamento, le decide il governo, ma come tutti gli altri cittadini possiamo dire la nostra e far valete le nostre ragioni”. Un riferimento chiaro e netto alla riforma della giustizia voluta dal governo e avversata dalla quasi totalità della magistratura associata.
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L’offensiva del centrodestra contro Lo Voi
Intanto, sale di livello lo scontro tra i servizi segreti, e dunque il governo, e il procuratore di Roma Francesco Lo Voi. Si parla da un lato di una pratica al Csm per incompatibilità, dall’altro di un fascicolo penale che potrebbe portare all’iscrizione nel registro degli indagati del capo della più grande procura d’Italia. “Penso sia utile stemperare gli animi”, ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto. Che poi ha replicato alle parole di Matteo Salvini: “Non credo ci sia una guerra all’interno dei corpi dello Stato o tra i corpi dello Stato, così come tra poteri”. Anche il sottosegretario Mantovano ha provato a gettare acqua sul fuoco: “Spero che la contrapposizione con i magistrati si superi”. Ma la temperatura resta altissima.
La richiesta per trasferire Lo Voi
A Roma, i consiglieri laici di centrodestra hanno messo nero su bianco la richiesta al Consiglio superiore della magistratura di aprire in prima commissione una pratica per il trasferimento di Lo Voi per incompatibilità funzionale e ambientale. Sono gli stessi consiglieri che già avevano chiesto l’apertura di un’altra pratica, sempre nei suoi confronti, per l’iscrizione nel registro degli indagati della premier Giorgia Meloni, dell’autorità delegata alla sicurezza Alfredo Mantovano e dei ministri Nordio e Piantedosi dopo l’esposto dell’avvocato Li Gotti per la vicenda Almasri. Con la nuova richiesta, i consiglieri sollecitano l’avvio di una procedura di trasferimento per incompatibilità ambientale-funzionale e chiedono di trasmettere gli atti alla Procura generale per la valutazione di eventuali illeciti disciplinari.
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L’esposto della Dis
A Perugia, poi, domani (lunedì 10 febbraio) sarà iscritto il fascicolo che scaturisce dall’esposto presentato dal Dipartimento informazioni e sicurezza dopo che un’informativa riservata degli 007 è finita tra le carte consegnate ai legali di alcuni giornalisti del Domani, che l’hanno pubblicata. Il documento del Dis ipotizza la violazione dell’articolo 42 comma 8 della legge 124 del 2007 in quanto la procura di Roma, in qualità di destinataria delle informative riservate, avrebbe dovuto adottare le necessarie cautele per evitare l’indebita diffusione dell’informativa dell’Aisi sul caso Caputi. Come deciderà di muoversi Raffaele Cantone? Il capo della procura umbra come primo passo potrebbe avviare un fascicolo a “modello 45”, cioè senza ipotesi di reato e senza indagati, oppure valutare se procedere all’individuazione di un reato e all’iscrizione di qualcuno nel registro degli indagati. Atti che teoricamente potrebbero interessare lo stesso Lo Voi. Un’iscrizione, in questo caso, che dovrà essere comunicata al Csm per i profili disciplinari. Un groviglio nel quale di fatto sarà difficile che restino separati gli aspetti politici e quelli giudiziari. E non è escluso che Cantone possa decidere di sentire le persone coinvolte nella vicenda.
Le reazioni
“È evidente che quanto accaduto abbia seriamente compromesso i rapporti istituzionali tra la Procura di Roma e le Agenzie dell’intelligence”, hanno detto i consiglieri laici di centrodestra Isabella Bertolini, Claudia Eccher, Daniela Bianchini, Felice Giuffrè e Enrico Aimi. Hanno anche sottolineato che “risulta essere stato compromesso proprio l’affidamento, da parte delle Agenzie, circa l’effettiva tutela del segreto degli atti trasmessi in Procura”. Su Lo Voi è andato all’attacco anche il presidente dei senatori di FI Maurizio Gasparri, secondo il quale “bisogna valutare con serenità la prosecuzione della sua permanenza alla guida della procura di Roma”. Di avviso opposto Silvia Albano, presidente di Magistratura democratica: sul caso Almasri, ha detto, Lo Voi “ha fatto il suo dovere e a fronte di ciò si è scatenato l’inferno contro di lui, in quella che oramai è una prassi: quando c’è un giudice che emette provvedimenti sgraditi, sia nazionale o internazionale come Cpi, non si critica il provvedimento ma si demolisce la persona del giudice”.
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