Quali sono le alternative alla Legge sul sovraindebitamento che permettono di saldare o cancellare i propri debiti? Sono sempre tantissimi gli italiani che hanno debiti da saldare, contratti sia con le banche, sia con finanziarie e sia con il Fisco. A volte, il peso di tali debiti diventa insostenibile e in questi casi ci sono diverse possibilità offerte ai cittadini per la regolarizzazione delle loro posizioni, a partire dalla legge sul sovraindebitamento, la cosiddetta Salva Suicidi, ma non solo.
- Cancellare e ridurre i debiti con la nuova rateizzazione 2025
- Ricorrere al consolidamento dei debiti per riuscire a pagarli
- Come fare a rinegoziare i debiti in alternativa al ricorso al sovraindebitamento
- Il Fondo per l’esdebitazione degli incapienti
Cancellare e ridurre i debiti con la nuova rateizzazione 2025
Per pagare i propri debiti, e quindi cancellarli, la prima soluzione a cui ricorrere per ottenere agevolazioni nei pagamenti è la nuova rateizzazione in vigore dal primo gennaio 2025.
Attualmente si possono, infatti, chiedere dilazioni di pagamento in 84 rate, cioè 7 anni, per le domande presentate nel 2025 e nel 2026; in 96 rate, 8 anni, per le istanze presentate negli anni 2027 e 2028 e in 108 rate, 9 anni, per le richieste presentate dal 2029.
Per i pagamenti di debiti di importo pari o inferiore a 120 mila euro, bisogna dichiarare di essere in una temporanea situazione di obiettiva difficoltà economico-finanziaria. Per fare domanda di rateizzazione basta accedere all’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione e seguire la procedura prevista.
Per ottenere un numero maggiore di rate, il contribuente deve sempre documentare la situazione di obiettiva difficoltà economico-finanziaria.
Ricorrere al consolidamento dei debiti per riuscire a pagarli
Un’altra alternativa per riuscire a pagare un debito, diventato anche alto, è quella del consolidamento.
E’ un meccanismo che consente di riunire tutti i debiti accumulati in un unico debito con una rata da pagare più bassa del totale delle precedenti.
Bisogna, però, precisare che dal consolidamento potrebbe anche derivare un debito maggiore rispetto al totale dei debiti consolidati e la rata, anche se più bassa della somma delle singole rate, sarebbe comunque più alta e da saldare per più anni.
Come fare a rinegoziare i debiti in alternativa al ricorso al sovraindebitamento
In alternava al ricorso alla legge sul sovraindebitamento, i debitori possono chiedere la cosiddetta rinegoziazione del debito alle banche. Si tratta della richiesta di revisione dei termini di contratto e delle rate da pagare.
Questo sistema offre la possibilità di ridurre il peso finanziario dei pagamenti mensili, ottenere tassi d’interesse più favorevoli o prolungare la durata del prestito in modo da ridurre l’importo delle rate da pagare.
La rinegoziazione del debito può essere richiesta quando si verificano cambiamenti significativi nella situazione finanziaria, come una perdita di reddito o una riduzione delle entrate ma, per ottenerla, bisogna aver già pagato un numero minimo di rate del debito contratto.
Per la rinegoziazione del debito con una banca, bisogna presentare una richiesta formale alla propria banca, spiegando le motivazioni della domanda.
Se quest’ultima viene accettata, le condizioni del contratto vengono ridiscusse e modificate di conseguenza.
E’ bene sapere le banche difficilmente concedono la rinegoziazione e, in ogni caso, i costi di interessi sono molto alti.
Il Fondo per l’esdebitazione degli incapienti
Tra le misure per saldare i propri debiti, c’è anche la proposta di un fondo per l’esdebitazione degli incapienti, proposto in un emendamento alla Manovra Finanziaria, che non è passato ma che i relatori hanno annunciato di voler portare avanti.
La misura prevederebbe l’istituzione del Fondo con una dotazione iniziale di 500.000 euro per il 2025 per coprire le spese procedurali, le competenze professionali degli Organismi di Composizione della Crisi (OCC) e i costi processuali per l’accesso alla procedura sul sovraindebitamento e che spesso rappresentano un grosso problema per i debitori incapienti.
Per accedere al fondo, il debitore deve dimostrare di essere in una difficile situazione economica e di non avere né un patrimonio liquidabile e nè redditi sufficienti per ripagare i creditori.
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