il Viminale vieta il check-in con key box. Ecco di cosa si tratta

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A partire dal nuovo anno, il settore degli affitti brevi in Italia subirà un importante cambiamento e soprattutto mette un limite al fenomeno abusato del “key box”. Cos’è? L’eccessivo uso di pass attraverso dei mini-box all’ingresso di b & b e hotel con gli ospiti che – tramite sms e messaggi whatsApp devono accedere alle loro stanze da soli e senza la presenza dei gestori e titolari. Il Viminale ha emesso una circolare che vieta l’utilizzo del self check-in tramite key box e pulsantiere automatizzate, soluzioni che fino a ora erano utilizzate da turisti e ospiti delle strutture ricettive come B&B, guest house e appartamenti in affitto breve. La novità, che coinvolgerà diverse città italiane, incluso Palermo, risponde a una crescente preoccupazione per la sicurezza pubblica e il rischio di gestione delle strutture senza un’adeguata identificazione degli ospiti.

Il divieto: una misura per la sicurezza

La circolare, firmata dal capo della polizia Vittorio Pisani, sottolinea che l’identificazione degli ospiti deve avvenire in presenza, mediante la presentazione del documento di identità direttamente al gestore della struttura. L’attuale modalità di check-in da remoto, che consente agli ospiti di ritirare le chiavi tramite sistemi automatizzati come le key box, non soddisfa i requisiti di legge. La preoccupazione delle autorità è che, in assenza di un incontro diretto, le forze di polizia potrebbero non essere in grado di identificare correttamente gli ospiti, con potenziali rischi per la sicurezza della collettività. In particolare, la gestione automatizzata del check-in senza l’identificazione in presenza degli ospiti potrebbe permettere l’occupazione delle strutture da parte di soggetti sconosciuti alla polizia, aumentando i rischi legati alla sicurezza. Il Viminale ha quindi deciso di porre fine a questa pratica, cercando di garantire che ogni ospite sia identificato in modo formale e sicuro prima di poter accedere agli alloggi.

I controlli partono a gennaio

Il cambiamento è entrato in vigore con l’inizio del nuovo anno, e le autorità locali, tra cui la Polizia Municipale, inizieranno a monitorare e controllare l’adeguamento delle strutture ricettive alle nuove normative. A Palermo, come in altre città italiane e siciliane, i gestori di affitti brevi dovranno modificare le loro modalità di check-in per rispettare le disposizioni del Viminale. In caso di violazione, potrebbero scattare sanzioni e provvedimenti legali.

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Il contesto del boom turistico e l’overtourism

Questa misura si inserisce in un contesto di crescente afflusso turistico nelle principali città italiane, tra cui Roma, Firenze, Napoli e Palermo, dove il turismo di massa ha creato non poche tensioni con i residenti. Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha recentemente sottolineato che le key box sono ormai obsolete, anche a causa delle problematiche legate all’overtourism, un fenomeno che ha portato molte città d’arte a dover gestire un volume sempre maggiore di visitatori, con conseguenti difficoltà nel garantire la sicurezza e la qualità della vita urbana. L’adozione di check-in automatizzati da remoto è stata vista da molti come una soluzione pratica per velocizzare le operazioni di arrivo e partenza, ma le autorità hanno deciso che i rischi legati alla sicurezza superano i benefici in termini di efficienza. Piantedosi ha spiegato che l’utilizzo delle key box ha finito per diventare simbolo di una gestione poco controllata del turismo, con impatti negativi per la sicurezza e il benessere delle comunità locali.

Le ripercussioni per Palermo e altre città

A Palermo, l’introduzione di queste nuove regole avrà un impatto diretto sul modo in cui i turisti accedono agli alloggi in affitto. I gestori delle strutture dovranno adattarsi a queste nuove prescrizioni, garantendo che l’identificazione degli ospiti avvenga in modo fisico e sicuro. La polizia municipale avrà il compito di effettuare controlli, assicurandosi che le strutture siano conformi alla normativa. La decisione di intervenire su una prassi tanto diffusa come quella del self check-in potrebbe segnare un punto di svolta per il settore degli affitti brevi. Non solo le key box, ma anche altri sistemi automatizzati di check-in dovranno essere eliminati o modificati, costringendo i gestori a rivedere le proprie pratiche operative.

La strada verso un turismo più sicuro e controllato

Con queste nuove misure, il Viminale intende garantire un maggior controllo sul flusso turistico e sulla sicurezza pubblica, ma anche evitare che l’afflusso incontrollato di turisti comprometta la qualità della vita nelle città d’arte italiane. Sebbene la decisione abbia suscitato qualche critica da parte dei gestori delle strutture ricettive, che vedono nei sistemi automatizzati un’opportunità di semplificazione e velocizzazione, l’esigenza di tutelare la sicurezza dei cittadini e dei turisti sembra essere la priorità per le autorità italiane. Le nuove regole segnano l’inizio di un periodo di adattamento per le strutture ricettive italiane, che dovranno fare i conti con un cambiamento normativo significativo. Le key box, protagoniste del boom degli affitti brevi degli ultimi anni, sono ora destinate a scomparire dalle città italiane, in favore di una gestione più sicura e controllata del settore turistico.



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