Le presenze turistiche in Sicilia crescono in percentuale, ma la distanza con i migliori è ampia. La rincorsa parte dalla Bit di domani
PALERMO – Un appuntamento a cui la Sicilia non può mancare neppure quest’anno: la Bit 2025 a Fieramilano-Rho parte domani, la più importante manifestazione in Italia per l’innovazione nel settore travel, con oltre mille espositori provenienti da 62 Paesi e centinaia di buyer di 49 nazionalità.
Regione Siciliana avrà uno stand alla Bit 2025
La Regione Siciliana avrà uno stand, che si ispira ai colori del mare, di oltre mille metri quadrati e un programma di talk e presentazioni che si andranno ad alternare sul grande palco dedicato. Nella conferenza stampa di lunedì il presidente Renato Schifani e l’assessore al Turismo, Sport e Spettacolo, Elvira Amata illustreranno le linee guida di una programmazione mirata a esaltare l’autenticità e le tante risorse che l’Isola è in grado di offrire in tutte le stagioni dell’anno. In primo piano anche i dati, non ancora completi, del 2024, che mostrano incrementi significativi nelle presenze turistiche (+11,4% nei primi sei mesi), specie per il comparto extralberghiero (un aumento di oltre il 50% gli affitti brevi) e nei flussi di stranieri.
Gli ultimi dati Istat dimostrano che non siamo ancora su cifre in grado di tenere testa alle regioni del Nord Est, come il Veneto (quasi 72 milioni nel 2023 contro i 16 milioni e mezzo della Sicilia) o la sola Bolzano (36 milioni, sempre nel 2023). Ma la Sicilia non è nemmeno riuscita a fare meglio della Campania (20 milioni di presenze).
Turismo, in Sicilia si stanno recuperando ritardi di decenni
Nel 2024, come accennato, si stima comunque un trend di crescita per la Sicilia superiore rispetto alla media nazionale, così come lo era stato nel 2023 (+13,9%) con un ruolo determinante degli stranieri. Si stanno quindi recuperando ritardi di decenni, percorrendo altre strade rispetto a quelle, poco lungimiranti, dettate dalle politiche di settore del passato. Ma la distanza da recuperare è ancora molto ampia.
L’obiettivo della destagionalizzazione sta dando i primi risultato grazie anche a eventi ormai consolidati – come il Sicilia Jazz Festival, la Coppa degli Assi, Belliniana, la Settimana di Musica Sacra, i Treni Storici – e altri alla prima edizione come Etneb. La Sicilia si è anche aggiudicata l’Oscar del turismo 2024-Mhr Awards come migliore destinazione turistica d’Italia, premio ideato da Mhr, network del settore hospitality e travel.
Il 2025 si preannuncia pieno di opportunità
Il 2025 si preannuncia quindi pieno di opportunità anche grazie ad Agrigento Capitale italiana della Cultura, che con la serie di eventi collegati può diventare per la Sicilia un grande attrattore turistico. A Milano sarà presentato tra l’altro “Sicilia d’Inverno”, grazie al quale gli operatori dell’incoming turistico avranno l’opportunità di proporre e veicolare i propri pacchetti, le offerte di viaggio e le proposte di turismo esperienziale, attraverso il sito ufficiale di promozione dell’Assessorato (visitsicily.info) e le attività di promozione svolte in occasione di Borse e Fiere di settore.
Ogni previsione sull’andamento della filiera turistica nei prossimi mesi, dicono tutte le analisi e gli studi sul comparto, deve fare però i conti con le nuove sfide: crisi geopolitiche, effetti climatici estremi, aumento dei costi e forte attenzione alla sostenibilità. Riflessione che emerge anche dall’ultimo report annuale “Turismo e Territorio” di Srm, centro studi che fa capo al gruppo Intesa Sanpaolo, secondo cui l’offerta italiana deve basarsi su diversificazione, delocalizzazione, destagionalizzazione, digitalizzazione, dimensione d’impresa.
E proprio su diversificazione, delocalizzazione e destagionalizzazione sta puntando molto l’assessore Elvira Amata nel costruire l’offerta per i prossimi anni. Nel 2024 si prevede nel Mezzogiorno, rispetto al 2019, una crescita del 2,8% per un totale di quasi 89 milioni di pernottamenti. Significativa la ripresa della domanda internazionale, che si stima in aumento del 4,5% rispetto al 2023, superando pienamente il periodo pre-Covid (105,4% rispetto al 2019).
Il turismo meridionale è ben posizionato nel contesto europeo
Il turismo meridionale è ben posizionato nel contesto europeo, ma con ampi margini di miglioramento. Dall’analisi su 98 regioni dell’area Ue4 (Italia, Spagna, Francia e Germania) tre regioni del Sud (Sardegna, Campania e Puglia) sono tra le prime 30, e la Sicilia è trentunesima per livello di competitività turistica. Le prime tre regioni del Sud, Sardegna 21^, Puglia 22^ e Campania 25^, hanno valori superiori anche alla media nazionale. Il Sud esprime il 20 per cento di arrivi e presenze rispetto all’Italia e si stima che possa generare 103,6 miliardi di euro con un contributo al Pil del 5,9 %, che può crescer fino al 10% se si considera l’indotto.
Nel Mezzogiorno, ancora secondo lo studio di Srm, l’obiettivo deve essere un turismo che offra destinazioni sempre più diversificate e di qualità per favorire la destagionalizzazione, la delocalizzazione e l’impatto economico sul territorio: borghi, aree interne, zone di prossimità dei grandi attrattori turistici, possono essere destinazioni di qualità (per la storia, le tradizioni e il buon cibo) utili anche per ridurre gli effetti negativi e i disagi derivanti dai fenomeni di congestionamento.
Il turismo può dunque davvero diventare il motore dell’economia al Sud, con la Sicilia che comincia a porsi concretamente l’obiettivo di fare crescere la sua attrattività in ambito nazionale e internazionale, puntando su tutti i suoi territori: dai piccoli borghi alle isole, passando per le aree metropolitane e ognuno dei molteplici patrimoni. Per farsi un’idea è sufficiente scorrere il programma degli eventi che si terranno nello stand della Regione Siciliana alla Bit di Milano da domani fino a martedì per vedere la varietà dell’offerta su cui ha lavorato l’assessorato al Turismo, insieme a una società di consulenza: gli elementi per continuare a migliorarsi e puntare ai migliori ci sono tutti.
L’assessore Elvira Amata: “Cresciamo giorno dopo giorno”
Sull’ormai prossimo appuntamento della Bit, i risultati e le prospettive per il turismo siciliano abbiamo intervistato l’assessore regionale competente, Elvira Amata, che ha tracciato con estrema chiarezza gli obiettivi per il prossimo futuro.
Alla Borsa internazionale del turismo che Sicilia si vuole portare, rispetto agli anni passati?
“Certamente la sintesi di una destinazione che, giorno dopo giorno, cresce sotto ogni profilo. Abbiamo proprio di recente ricevuto l’Oscar del Turismo quale migliore destinazione d’Italia, ciò a conferma del valore straordinario del nostro patrimonio paesaggistico, naturalistico, architettonico, culturale e, quindi, più strettamente turistico, ma anche degli sforzi costanti dell’assessorato e del Governo regionale, orientati a rafforzare il nostro territorio. Saremo presenti in Bit anche quest’anno con uno stand istituzionale che offre un’esperienza immersiva ai tanti visitatori, al cui interno avremo modo di raccontare, come ogni anno, il nostro straordinario patrimonio”.
Il 2024 che anno è stato per il turismo in Sicilia?
“Posso confermare che i dati ancora provvisori, in corso di validazione da parte di Istat, fanno emergere incrementi percentuali assai significativi relativi al numero complessivo di presenze, anche straniere, rispetto all’anno precedente in cui si registrava già un sensibile aumento. I dettagli saranno illustrati nel corso della rituale conferenza stampa che si terrà alla Bit. Un quadro generale che attesta ancora una volta un comparto vivo e dinamico che conferma, tra l’altro, la bontà delle scelte e delle politiche portate avanti in un’ottica di sinergica e viva collaborazione con tutti gli attori della filiera turistica”.
Quali sono le previsioni per il 2025? C’è un obiettivo in cifre che vi siete posti? Su cosa puntano le politiche del suo assessorato?
“Possiamo immaginare previsioni più che lusinghiere rispetto all’andamento dei flussi attestato nel corso del 2024. Guardiamo con costante attenzione a una programmazione che alimenti sempre più sull’intero territorio un’offerta turistica il più possibile integrata, completa e coerente con le aspettative e le abitudini del turista, nel frattempo mutate. Una programmazione fortemente caratterizzata da obiettivi ormai consolidati e strategici, come la destagionalizzazione, la diversificazione e la delocalizzazione dell’offerta. Obiettivi, questi ultimi, che hanno contribuito a rafforzare in modo adeguato e funzionale la destinazione turistica, anche sotto il profilo dell’allungamento della stagione, elemento di grande rilevanza e attenzione da parte dell’assessorato”.
Agrigento Capitale della Cultura 2025 che apporto può dare? Il presidente Schifani ha parlato di mancanza di coordinamento nell’organizzazione delle iniziative. Pensa che queste criticità possano indebolire le potenzialità di questo importante riconoscimento?
“Su questo punto occorre fare chiarezza. Il presidente Schifani ha voluto opportunamente stimolare adeguate sollecitazioni sul territorio, richiamando una maggiore sinergia rispetto alla necessaria collaborazione che deve presidiare ogni aspetto organizzativo a supporto dell’evento da parte delle diverse istituzioni a vario titolo coinvolte. Quindi, piuttosto che parlare di possibili indebolimenti delle potenzialità dell’evento legati a mancanza di coordinamento, concentrerei l’attenzione più correttamente su positive interlocuzioni, o maggiori stimoli, anche finalizzati a superare eventuali criticità, assolutamente compatibili con la portata di un appuntamento così rilevante, che rappresenta indiscutibilmente un attrattore di rilevanza significativa, non soltanto per la Città di Agrigento, ma per tutta l’Isola.
Si è parlato molto del progetto SeeSicly, che in passato è stato anche fortemente criticato: che tipo di riscontri ha avuto in termini di arrivi e presenze?
“La pandemia da Covid-19 ha colpito duramente il settore turistico siciliano, causando un brusco declino negli arrivi e nelle presenze a partire dal 2020. Le restrizioni ai viaggi, le chiusure delle frontiere e le misure di lockdown hanno portato a una riduzione significativa dei flussi internazionali e nazionali, mettendo a dura prova le imprese del settore e l’economia locale. Il progetto See Sicily ha avuto l’obiettivo e il merito di stimolare la ripresa del settore turistico, mitigando l’impatto socioeconomico devastante della pandemia da Covid-19, puntando a favorire la permanenza dei turisti e una parziale destagionalizzazione. I dati evidenziano una ripresa significativa del settore turistico siciliano nel 2022, con un aumento sia dei visitatori italiani che stranieri, sia negli esercizi alberghieri che extralberghieri”.
Perché non è stato più riproposto, magari con degli aggiustamenti?
“Occorre precisare che il progetto, appositamente redatto, ha beneficiato di fondi destinati ad assicurare il sostegno al settore turistico nel momento pandemico. Oltre a ciò gli interventi previsti nell’attuale quadro di programmazione dei fondi Sie riguardano ambiti diversi, riferiti alla riqualificazione dell’offerta ricettiva siciliana e all’aiuto alle imprese per l’internazionalizzazione”.
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