L’Adige – Mercoledì 29 Gennaio 2025
Pensionati in calo. Sindacati: «Sono effetti di scelte politiche»
Cgil, Cisl e Uil: «Il governo ha promesso di abolire la Fornero invece l’ha irrigidita»
PENSIONI
Netto calo dei pensionamenti.
Nel 2024 sempre meno persone hanno lasciato il proprio lavoro – hanno potuto o voluto, dipende dai casi – per godersi il meritato riposo. A dirlo è il monitoraggio dell’Inps, realizzato su base regionale. Nell’anno appena terminato sono andate in pensione in Trentino Alto Adige 15.455 persone. Un record negativo, con un calo del 12,3% rispetto al 2023 (17.609 in pensione), del 16,3% rispetto al 2022 (18.471 in pensione) e del 14,5% rispetto alla media dei quattro anni tra il 2020 e il 2023.
A incidere in maniera netta e preponderante sono le cosiddette pensioni anticipate, con un calo di quasi 1.200 persone, essendo passate da 8.451 a 7.254 (ma sia nel 2022 sia nel 2021 il totale era abbondantemente sopra quota novemila). Rispetto alla media 2020-2023 si parla di un calo di quasi il 19%. A livello percentuale il dato più significativo ha riguardato le pensioni di invalidità (-40%), seguite da quelle per superstiti (-24%). Nel primo caso si tratta di una diminuzione legata verosimilmente alle tempistiche, con tempi più lunghi per la registrazione, mentre nel secondo la spiegazione più razionale è di un legame con l’onda lunga del Covid, visti i tassi molto alti di decessi nel 2020, 2021 e, in parte, 2022, che si stanno ora stabilizzando. In aumento percentuale, ma con numeri poco significativi, gli assegni sociali (da 468 a 510 persone dal 2023 al 2024, con una crescita rispetto alla media del 30%).
Per le casalinghe costi in aumento
«Il calo delle domande di pensione può avere più di una spiegazione. Quel che è certo però è che siamo di fronte ad una marcia indietro sulle promesse fatte dal governo Meloni e dalle forze politiche di centrodestra che lo sostengono: avevano preso l’impegno di abolire la legge Fornero, invece l’hanno resa più rigida. Le forme di uscita anticipata sono un percorso ad ostacoli e dunque sempre più persone restano in servizio in attesa del raggiungimento del requisito di vecchiaia, che peraltro con l’aumento dell’aspettativa di vita si sposterà in avanti determinando un ulteriore allungamento degli anni di lavoro».
Ad analizzare i numeri del report Inps sono i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Largher. Che proseguono: «In generale le domande per andare in pensione in regione sono calate del 15% rispetto al periodo 2020-2023. Il calo più significativo ha riguardato le pensioni per superstiti (-28%) e quelle per uscite anticipate (-18.8%). Nel caso delle pensioni per i superstiti il calo è riconducibile al “riassorbimento” dell’effetto Covid. Il nostro territorio è stato tra i più colpiti dalla pandemia con un numero importante di vittime, soprattutto pensionati anziani, che ha prodotto anche un incremento delle pensioni di reversibilità. La situazione è poi tornata alla normalità dunque le richieste si sono ridotte».
Pesa la diminuzione dell’anticipata: si deve lavorare più a lungo
Grosselli, Bezzi e Largher entrano poi nella questione centrale emersa dai dati: «Diverso il ragionamento sulle pensioni anticipate, ridotte di quasi 1.700 unità: in questo caso il calo ha una sola spiegazione, ed è politica. Il Governo ha reso sempre più difficile l’uscita anticipata irrigidendo sistemi quali opzione donna e abolendo anche quello che restava di quota 100 o 103».
Altro tema molto sentito dai sindacalisti è quello legato ai gravi problemi per i giovani nel nostro sistema previdenziale. «I giovani hanno percorsi lavorativi precari, con retribuzioni basse che con l’attuale sistema li destina ad assegni pensionistici miseri. Il Governo non solo non ha mantenuto nessuna promessa sulle pensioni, ma non sta facendo nulla nemmeno per le giovani generazioni. È necessario, invece, introdurre meccanismi di flessibilità in uscita non troppo penalizzanti e mettere in piedi un sistema di garanzia per i giovani che si basi su tutti e due i pilastri, quello obbligatorio e quello integrativo. Un sistema che dovrà necessariamente prevedere un meccanismo di solidarietà tra generazioni».
Scarica il pdf: ADIGE ART pensioni 290125
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