E’ stato inaugurato questo pomeriggio l’anno accademico 2024/2025 dell’Università di Palermo, nell’Aula Magna dell’edificio di Ingegneria, con una cerimonia solenne cui hanno preso parte le autorità civili, militari e religiose oltre a una delegazione di studenti. Dopo l’esibizione della Fanfara dei carabinieri sono intervenuti il rettore Massimo Midiri, il direttore generale dell’ateneo Roberto Agnello, la rappresentante degli studenti Alessia Cambria, il rappresentante del personale tecnico-amministrativo e bibliotecario di ateneo Benedetto Cangialosi, il giudice della Corte costituzionale Giovanni Pitruzzella, in passato docente Unipa, e Paolo Benanti, delegato della presidenza del Consiglio in qualità di presidente della commissione sull’Intelligenza artificiale per l’Informazione; all’intervento del rettore ha fatto seguito un messaggio di Papa Francesco.
Midiri: “I numeri dell’ateneo sono positivi e in crescita”
“Questo per l’ateneo – ha detto il rettore Midiri – è un momento di festa e di sintesi del primo triennio insieme: al di là del tema dell’intelligenza artificiale, che nei prossimi anni modificherà i nostri comportamenti e su cui abbiamo la possibilità di creare una coscienza critica affinché venga adoperata al meglio, questo può essere un momento di sintesi dei risultati. Il triennio appena concluso – ha detto all’Italpress – ha visto l’ateneo in continua crescita e ci colloca al quarto posto tra i mega atenei italiani. È un dato importante legato all’aumento degli iscritti, dei servizi, dei corsi, dell’internazionalizzazione: è aumentato il personale tecnico-amministrativo, così come le progressioni di carriera e i docenti. Pur non avendo raggiunto l’equilibrio di genere sicuramente abbiamo registrato un’importante impennata: da non trascurare anche lo studente e la vita dello studente. Questo posto non dev’essere solo un’erogazione di dati, skills, informazioni e professionalità, ma anche un punto in cui si diventa cittadini responsabili: per il benessere degli studenti abbiamo attivato anche un servizio psicologico di recente formazione. I ragazzi sanno che a Palermo trovano un ateneo moderno, europeo, aperto al mondo e che tiene conto delle condizioni di tutti gli studenti”.
“La ripresa di molte attività è già avvenuta – si legge nella lettera inviata dal sommo pontefice – ma il momento che vi raduna ne sigilla solennemente l’inizio; e in ogni inizio possiamo riconoscere una promessa: c’è un tempo ulteriore, ci sono pagine ancora da scrivere, c’è un posto per ognuno di noi. Il futuro non ci piomba addosso come un destino già scritto: l’università, nel cuore di una città, è tra i luoghi più significativi in cui prepararlo insieme”. A scandire le parole del Papa è don Carmelo Torcivia, direttore dell’Ufficio diocesano per l’Università e la cultura, in rappresentanza dell’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, assente per impegni istituzionali fuori sede. “Al suo interno infatti – sottolinea il Pontefice – si realizza quanto altrove è difficile sperimentare: l’incontro e lo scambio fra generazioni; l’avanzamento della ricerca nei diversi ambiti disciplinari; la compresenza di sensibilità culturali, politiche e religiose diverse; l’intreccio fra realtà locale e internazionale; la crescita personale attraverso successi e insuccessi, talenti e fragilità. Tutta la città può guadagnare dalla vostra consapevolezza di essere, nella diversità, una grande comunità”.
La “convivenza contemporanea” è “ferita da una polarizzazione sempre più accentuata dei punti di vista. Solo insieme si può custodire e interpretare la realtà, solo insieme si può abitarla. Affinché questo non sia uno slogan ma un’esperienza, il lavoro da fare è grande”. Recita ancora don Carmelo leggendo il messaggio di Papa Francesco. “Separate le une dalle altre infatti – avverte il Pontefice – persino le migliori idee impazziscono: si sganciano dalla vita, diventano bandiere, ci portano allo scontro. L’università, invece, rinvia a quell’universalità che include persino gli opposti: includere è un’attitudine dell’intelligenza, prima che della bontà. Comprendere, infatti, implica accogliere, sospendere il giudizio, ospitare. Senza apertura appassiscono mente, cuore e ogni ambiente umano. Eppure, le paure condizionano anche le persone più dotte e scatenano invidie, competizioni, spirito di rivalsa, rigidità”. Per Papa Francesco è necessaria “una salda onestà personale e istituzionale, se vogliamo liberare dalla retorica e dall’ipocrisia i nuovi inizi: perché l’unità prevalga sul conflitto, il bene comune su obiettivi personali e interessi privati. C’è speranza dove la giustizia si fa spazio, e i giovani possono diventarne protagonisti, specialmente attraverso uno studio che non li astrae, ma li immerge nella realtà”, conclude.
“È importante il contatto con la realtà, in particolare con le sue parti rimosse o scartate. Spesso – conclude papa Bergoglio – si tratta di persone che in università non entreranno mai, di interi quartieri e componenti sociali divenuti invisibili. Troppo spesso non ne stimiamo l’esistenza e il punto di vista. Eppure, le grandi questioni del presente e del futuro si capiscono più dai margini che dai centri di studio e di potere. La contaminazione di saperi e metodologie, la possibilità di nuove sintesi transdisciplinari, la capacità di attrarre cervelli e risorse – aggiunge il Pontefice – dipendono, in gran parte, dal coraggio di mettersi a servizio della città, uscendo ciascuno dalle proprie aree di comfort personali e istituzionali. Allora, dalle passioni tristi si passa a quelle gioiose: l’intelligenza si riaccende, lo studio e la vita si aprono reciprocamente, il nuovo si fa strada e la disperazione arretra”. (Fonte: Adnkronos)
Il video di presentazione dell’anno accademico 2024/25
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