L’Agenzia delle Entrate viola i diritti dei cittadini, clamorosa pronuncia della Corte Europea, cambia tutto adesso

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Qualcuno dirà che finalmente anche qualche tribunale inizia a guardare con sospetto l’azione dell’Agenzia delle Entrate (ma anche della Guardia di Finanza come vedremo adesso) nei confronti dei cittadini. Nonostante da tempo i legislatori stiano adottando strumenti e meccanismi atti a rendere meno conflittuale il rapporto tra cittadini e fisco, evidentemente ci vuole altro. Il fisco italiano è visto come un nemico. Un potente nemico, soprattutto quando mette in atto tutte le sue solite azioni di controllo, ispezione e sanzionamento.
Adesso esce fuori, come si legge sul quotidiano ItaliaOggi, che l’Agenzia delle Entrate viola i diritti dei cittadini. E dentro ci finisce anche la Guardia di Finanza. Lo ha detto la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. In parole povere queste istituzioni violano i diritti umani. Una sentenza che ha del clamoroso e forse anche di più.

L’Agenzia delle Entrate viola i diritti dei cittadini, clamorosa pronuncia della Corte Europea, cambia tutto adesso

Solo chi è incappato in controlli fiscali a tappeto sa di cosa parliamo. Un contribuente che finisce sotto controllo fiscale infatti finisce con il subire delle azioni davvero invasive. Gli illimitati poteri che hanno Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate quando vanno a controllare, con tanto di ispezione sul posto un contribuente, non sono giusti secondo la Corte.
Tutto, come si legge sul quotidiano dei professionisti e delle imprese, nasce da una serie di ricorsi che la società Italgomme Pneumatici S.r.l. ha deciso di promuovere sulle modalità ispettive dei controllori.

Il braccio violento dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza

Secondo la Corte Europea l’Italia dovrebbe dotarsi di regole precise e leggi che prevedano dei limiti alle azioni di queste autorità. Limiti che oggi, sempre la Corte, trova mancanti. Non può essere, secondo gli ermellini europei, che in Italia queste istituzioni possano andare a mettere mano ovunque in una azienda, chiedendo una sconfinata serie di documenti che spesso sono sproporzionati in relazione all’oggetto del controllo.

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Violati i diritti umani, ecco perché l’Italia deve adeguarsi

Perché si parla di diritti umani? Perché la Corte Europea cita l’articolo numero 8 della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo. Chi ha subito controlli sa bene di cosa si parla. Perché Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate possono recarsi nelle sedi aziendali, chiedere documenti e fare in pratica ciò che vogliono. Un limite tutto italiano questo. Perché per esempio un commerciante deve praticamente aprire le porte a Guardia di Finanza, Agenzia delle Entrate, Ispettorato del Lavoro, Carabinieri e perfino, se ha giochi e lotterie, agli ispettori dell’ADM (Agenzia Dogane e Monopoli). In pratica, anche se di proprietà l’attività commerciale non è del titolare, questo sembra agli occhi di chi guarda con interesse a queste situazioni. Sembrerà esagerato ma è la realtà dei fatti. Ok considerare potenziali evasori fiscali tutti i contribuenti soprattutto se lavoratori autonomi, ma in Italia non ci sono limiti.

Gli ispettori possono mettere le mani ovunque

Nel caso di specie di cui si parla nel quotidiano sopra citato, tra accessi e verifiche fiscali eseguiti dalla Guardia di Finanza o dall’Agenzia delle Entrate non solo presso la sede aziendale, ma anche presso i commercialisti ed i professionisti che tenevano le scritture contabili dell’azienda, sono stati richiesti documenti obbligatori ma non solo. Le richieste, con obbligo di esaudirle e minaccia di pesanti conseguenze in caso di inadempienza, pare abbiano riguardato pure scritture extracontabili, registri, fatture e archivi informatici.

Secondo la Corte Europea dei diritti dell’uomo l’Italia deve correre ai ripari, munendosi di regole rigide che partano dalla necessità di rendere proporzionali allo scopo le richieste degli organismi di controllo. Perché oggi manca anche l’obbligo di motivare l’eventuale copia di un determinato registro o l’estrapolazione di un determinato file dal PC. E manca anche il termine temporale del controllo, che può durare a discrezione di chi controlla.



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