Il risiko bancario avrà effetti negativi sulla desertificazione

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Le grandi manovre di Monte dei Paschi, Unicredit e Bper potrebbero accelerare la desertificazione bancaria secondo i sindacati – Ansa

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Il risiko bancario in corso, con una serie di acquisizioni promosse dalle principali realtà del panorama italiano da Unicredit a Monte dei Paschi a Bper, potrebbe avere come conseguenza un ulteriore taglio del servizio sul territorio. Quella desertificazione che nel 2024 ha già raggiunto livelli preoccupanti come certifica l’ultima analisi della Fondazione Fiba della First Cisl che ha elaborato i dati della Banca d’Italia e dell’Istat. L’anno scorso le banche italiane hanno chiuso 508 sportelli, portando il loro numero complessivo a livello nazionale sotto quota 20mila. Il calo è stato del 2,5% rispetto alla fine del 2023, con una forte accelerazione nell’ultimo trimestre dell’anno.Le chiusure complessive, in realtà, hanno raggiunto quota 609, ma a livello statistico il dato è alterato dalle 101 aperture operate da Banca Private Cesare Ponti. Si tratta di strutture ricavate all’interno di filiali già esistenti del Gruppo Bper e che sono dedicate al private banking, secondo una tendenza che si va consolidando nel sistema bancario italiano.

4,6 milioni di persone vivono in Comuni senza uno sportello. Aumenta il numero delle persone che non ha accesso ai servizi bancari o rischia di perderlo: sono circa 11 milioni, mezzo milione in più rispetto ad un anno fa. Di queste, oltre 4,6 milioni (+ 6,5%) vivono in comuni totalmente desertificati; quasi 6,3 milioni (+ 4,5%) in comuni in via di desertificazione, quelli con un solo sportello.Sono 101 i comuni rimasti privi di filiali sul loro territorio. Il numero complessivo è salito quindi a 3.381, pari al 42,8% del totale. Non aumenta però solo il numero, ma anche le dimensioni dei centri colpiti dalla desertificazione: per la prima volta rimane senza sportello un comune con più di 20mila abitanti (Trentola Ducenta, in provincia di Caserta). È facile ipotizzare, tuttavia, che la graduatoria comprenda a breve centri ancor più popolosi, vista la presenza di comuni con un solo sportello che raggiungono quasi i 35mila abitanti, come Mugnano di Napoli. Altro dato che risalta è la presenza tra questi ultimi di un comune piemontese, Rivalta di Torino, a dimostrazione che la linea della desertificazione si sta spostando sempre più a Nord.

I tagli alla rete fisica non hanno investito in modo omogeneo le diverse aree del Paese. Le regioni più colpite sono state Valle d’Aosta (- 7,5%), Umbria (- 4,3%) e Sardegna (- 3,9%).

In crescita anche il numero delle imprese che hanno la propria sede in comuni desertificati: sono 283mila, quasi 19mila in più rispetto al 2023.

Internet banking meno usato rispetto al resto d’Europa. Per comprendere la reale portata del fenomeno i dati vanno letti in parallelo a quelli sulla diffusione dell’internet banking, ancora modesta: in Italia lo utilizza solo il 55% degli utenti contro una media Ue del 67,2%. Da ciò si evince che la desertificazione bancaria rappresenta un acceleratore dell’esclusione sociale, soprattutto per le fasce anziane della popolazione, penalizzate dal minor livello di competenze digitali: tra i 65 e i 74 anni solo il 33,9% utilizza l’internet banking contro una media Ue del 44,7%.

L’allarme: anziani penalizzati dalle chiusure. “L’accelerazione delle chiusure nell’ultimo trimestre del 2024, il peggiore da quando l’Osservatorio della Fondazione Fiba ha iniziato le sue rilevazioni, ci dice che le banche intendono continuare a comprimere i costi riducendo la loro presenza sul territorio” sottolinea il segretario generale della First Cisl, Riccardo Colombani. A preoccupare non è solo il numero dei comuni abbandonati, che si sta avvicinando alla metà del totale, ma anche le loro dimensioni. Il processo di ulteriore concentrazione del sistema, che si profila con le operazioni annunciate nelle ultime settimane, potrebbe portare a breve, con le sovrapposizioni tra le reti fisiche sui territori, a riduzioni di costo basate su nuovi tagli di sportelli e servizi e ad una ulteriore contrazione dell’occupazione nel settore. Creando gravi disagi per le comunità e soprattutto per le persone fragili, a partire dagli anziani. L’aumento che si è verificato negli ultimi anni – prosegue – non ha ridotto infatti il gap con la media dell’area euro, particolarmente accentuato nel caso delle fasce anziane della popolazione. In Francia l’impiego dell’internet banking tra le persone comprese tra 65 e 74 anni è del 56,3%, in Italia solo del 33,9%. Per arginare il fenomeno vanno costituiti Osservatori regionali sull’attività bancaria e vanno elaborate classifiche di sostenibilità delle banche, correlate alla presenza fisica e/o alla realizzazione di programmi di educazione digitale della clientela, particolarmente utili nelle regioni più colpite, come la Calabria o la Campania, dove i comuni privi di sportello sono, rispettivamente, il 74% e il 55,3% e l’internet viene utilizzato da appena un terzo della popolazione.

La Uilca: la desertificazione conbtribuisce allo spopolamento die piccoli centri, Su questo fronte si è mobilitata anche la Uilca con la Campagna itinerante “Chiusure filiali? No grazie” e l’avvio di tavoli regionali promossi insieme al Cnel. L’assenza di una banca riduce la propensione agli investimenti e contribuisce allo spopolamento dei piccoli centri In Italia, negli ultimi cinque anni, ogni mese sono stati chiusi 76 sportelli bancari. Dal 2019 al 2024, infatti, si contano 4.557 filiali in meno. Rimane alta l’insoddisfazione degli italiani per la chiusura degli sportelli bancari nel proprio comune: scontente nove persone su dieci intervistate. Il rapporto umano si conferma determinante per accedere ai servizi bancari: per nove su dieci il bancomat non può sostituire il contatto umano. L’assenza di una banca impatta negativamente sull’inclinazione a investire e influisce nella scelta di vivere o meno in un territorio. Le banche si confermano un presidio di legalità e supporto a imprese e territori: per sette persone su dieci la mancanza di una banca o di un servizio essenziale analogo influisce molto nella scelta di vivere o abbandonare un comune. “La desertificazione bancaria è un fenomeno in corso da tempo, ma le sue tante conseguenze sociali ed economiche erano sconosciute o del tutto sottovalutate. I dati del nostro secondo Rapporto ne confermano la gravità: è un problema reale, sentito dalle persone. La chiusura delle filiali ha impatti sociali, riduce la propensione agli investimenti e influenza la scelta di vivere o meno in un territorio, con un aggravio dello spopolamento dei piccoli centri” sottolinea il segretario generale Uilca Fulvio Furlan.

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