ALMASRI E CASO CAPUTI, LE DESTRE ASSEDIANO IL PROCURATORE LO VOI: I LAICI DEL CSM CHIEDONO IL TRASFERIMENTO E LA VERIFICA DI ILLECITI DISCIPLINARI. I consiglieri laici del Csm (in quota centrodestra) all’attacco del procuratore di Roma Francesco Lo Voi, con la richiesta di trasferimento per incompatibilità ambientale e la verifica di illeciti disciplinari. Il capo dell’ufficio inquirente capitolino non una è toga rossa, bensì un moderato, con la “colpa” di aver compiuto un atto obbligato: comunicare a Meloni, Nordio e Piantedosi il passaggio di un fascicolo d’indagine al Tribunale dei ministri, dopo la denuncia dell’avvocato Luigi Li Gotti per il caso Almasri. Contro il libico, la Corte penale internazionale dell’Aia aveva spiccato un mandato di arresto, per torture e stupri sui migranti detenuti (anche minorenni): arrestato a Torino, Almasri è stato subito scarcerato e rimpatriato con un volo di Stato. Per aver violato il mandato della Cpi, Li Gotti aveva presentato l’esposto contro i ministri della Giustizia, dell’Interno e la presidente del Consiglio. L’errore di Lo Voi, per il governo, non è solo l’apertura del fascicolo su Almasri. La richiesta di trasferimento e la verifica di illeciti disciplinari riguarda il caso di Gaetano Caputi, il capo di gabinetto di palazzo Chigi “attenzionato” dagli 007 del Dis: le destre rimproverano a Lo Voi di aver allegato al fascicolo d’indagine sui giornalisti del Domani (accusati di rivelazione di segreto) un report riservato firmato dagli agenti, poi pubblicato sulle pagine del quotidiano. Caputi nei mesi scorsi ha presentato una denuncia alla procura di Roma per via della pubblicazione di alcuni articoli sul suo conto usciti sul Domani. Anche il Dis ha presentato un esposto contro la testata di Carlo De Benedetti, per la pubblicazione di atti riservati. Sul Fatto di domani il nuovo capitolo del caso Almasri e della guerra tra i servizi.
GIORNALISTI E ATTIVISTI SPIATI, I SILENZI DI MELONI. BONELLI: “LA PREMIER SENZA ONORE, VENGA A SPIEGARE IN AULA”. Sullo scandalo dei giornalisti e attivisti spiati con il software Paragon, Giorgia Meloni resta in silenzio. Dal caso Almasri in poi, la premier sembra aver smarrito il “tocco magico”. Prima riusciva a coprire l’inadeguatezza del governo (e dei suoi fedelissimi) con una comunicazione efficace: ora invece la propaganda perde colpi. Basta pensare all’infinito balletto sul rimpatrio del libico. Ora l’altra grana: gli spyware sui telefonini del direttore di Fanpage Francesco Cancellato e dell’attivista della ong Mediterranea Luca Casarini. Ieri Palazzo Chigi ha diffuso un comunicato escludendo “che siano stati sottoposti a controllo da parte dell’intelligence, e quindi del governo”. Eppure, come abbiamo scritto sul Fatto di oggi, in passato giornalisti sono già stati intercettati dai servizi. Dal 2023 il potere di autorizzare le intercettazioni di Aisi e Aise spetta al procuratore generale presso la Corte d’appello di Roma, che oggi è Giuseppe Amato. Nemmeno il regolamento Ue 2024/1083, il Media freedom act europeo, vieta di intercettare i giornalisti. È scomparso il riferimento generico alla “sicurezza nazionale” ma l’uso di software spia può comunque essere consentito, previa autorizzazione giudiziaria, nelle indagini su reati gravi. Intanto, il leader di Europa verde Angelo Bonelli chiede risposte alla premier: “Meloni invece di continuare a fuggire dimostrando di non aver coraggio e onore venga in Aula a spiegare e a rispondere alle domande delle opposizioni”. Sul Fatto di domani, nuovi dettagli sullo scandalo dello spionaggio telematico.
ACCUSE TRA HAMAS E ISRAELE SUL TRATTAMENTO DEI PRIGIONIERI. NETANYAHU: “LO SHOW NON RESTERÀ IMPUNITO”. Tre ostaggi liberati da Hamas – Sharabi, Or Levy e Ohad Ben Ami – mostrati alla folla e intervistati prima di farli tornare alle loro case. Un messaggio di Hamas per ribadire come sia ancora viva e vegeta. “Le immagini scioccanti che abbiamo visto oggi non passeranno inosservate”, ha dichiarato Benjamin Netanyahu. I tre uomini, dopo un anno e quattro mesi di prigionia, sono apparsi duramente provati e dimagriti, tanto che i familiari hanno paragonato lo show dei miliziani della Striscia all’Olocausto. I parenti degli ostaggi si sono scagliati anche contro il governo di Tel Aviv: “Perché ci sono voluti quasi 500 giorni per riaverli? E come è possibile che, ancora oggi, gli ostaggi vivi siano tenuti in condizioni disumane nei tunnel?”. Intanto, Hamas accusa Israele di riservare un trattamento disumano ai prigionieri palestinesi. Palestinian Prisoners’ Club, una ong che si occupa dei prigionieri incarcerati dallo Stato ebraico, ha affermato che “tutti i prigionieri che sono stati rilasciati oggi hanno bisogno di cure mediche, trattamenti ed esami a causa della brutalità a cui sono stati sottoposti negli ultimi mesi. Sette sono stati trasferiti in ospedale”. Sul Fatto di domani, nuovi approfondimenti sulle tregua e la liberazione degli ostaggi.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Truffa telefonica con il nome di Crosetto: tra i bersagli anche Moratti, Della Valle e Armani. L’ex patron dell’Inter: “Questi sono bravi…”. Nel mirino dei truffatori grandi nomi della finanza e dell’imprenditoria italiana, vittime di criminali che hanno usato il nome del ministro della Difesa, del suo staff e di un generale. Alcune delle persone contattate hanno già depositato una denuncia. A segnalare le anomalie era stato lo stesso Crosetto, qualche giorno fa: da quel momento la procura di Milano ha cominciato a indagare.
Femminicidio a Firenze: uccide la compagna a coltellate e poi tenta il suicidio. Nella casa era presente anche il figlio di due anni. Una donna di 34 anni, Eleonora Guidi, trovata morta questa mattina in casa. Secondo le prime ricostruzioni l’assassino è il compagno, Lorenzo Innocenti, 37 anni. L’uomo dopo l’aggressione si è lanciato da una finestra del secondo piano dello stabile, riportando gravi lesioni e si trova ricoverato in prognosi riservata nell’ospedale fiorentino di Careggi, dove è stato trasportato con l’elisoccorso dal paese della Valdisieve.
Frontex e diritto d’asilo, accuse di complicità nei respingimenti dei migranti. Per la prima volta Corte di giustizia europea valuta gli indizi contro l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera. L’occasione è il caso sollevato dal rifugiato siriano Alaa Hamoudi, che ha fatto causa a Frontex per 500.000 euro.
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