Guardia Piemontese, un pezzo di Occitania valdese in Calabria- Corriere.it

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L’hanno fondata i valdesi di lingua occitana sul finire del XIII secolo provenienti dalle valli piemontesi e dalla Provenza da dove erano scappati per allontanarsi dagli stenti e dalle persecuzioni di natura religiosa alle quali erano continuamente soggetti. Sono passati più di otto secoli da allora, eppure Guardia Piemontese, unico dei sei paesi valdesi affacciato sul Mar Tirreno, è riuscita a conservare sino ai giorni nostri quel patrimonio di tradizioni arrivato da così lontano, attirando anche l’apprezzamento di un turismo eterogeneo (per esempio, è luogo di vacanza del cantautore cosentino Dario Brunori-Brunori Sas, a breve sul palco di Sanremo).

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Il frutto di questa difesa di una civiltà che altrimenti sarebbe scomparsa è stato raccolto nel museo storico locale dove, sotto la guida attenta e passionale di Fiorenzo Tundis, ex vigile, in quello che è chiamato anche Centro Culturale Gian Luigi Pascale e si trova a ridosso di quella Porta del Sangue in pietra tufacea con arco a tutto sesto che rappresenta uno dei primi esempi di portale realizzato da maestranze della scuola di scalpellini del vicino centro di Fuscaldo, viene raccontata la storia di questa comunità. «Vi è spiegata l’origine del movimento da Pietro Valdo, che abbandonò tutto allo scopo di dedicarsi alla cura dei poveri seguendo dettami del Vangelo, sino a oggi. E soprattutto quello che avvenne nel giugno del 1561 quando le truppe mandate da Papa Pio IV compirono il massacro dei membri di questa comunità. Qui potete ammirare anche alcuni esemplari di tramontana, l’abito tradizionale di tutti giorni e quello da sposa chiamato dournë, caratterizzato dall’assenza di vita e dalla presenza di un grembiule che stringe il corpo al di sopra del seno. Inoltre, c’è un copricapo che si chiama pënalh ed è costituito da una pesante corda a forma di cuore che per questo faceva perdere molti capelli».

Il laboratorio artigianale coi vecchi telai

Nel piano terra del museo è stato ricreato un laboratorio di tessitura dove gli abiti valdesi riprendono vita grazie alle mani di dieci volontarie e di Concetta Avolio. Insieme hanno recuperato alcuni telai che funzionano oggi come in passato, destando grande ammirazione per la bellezza dei broccati in seta delle bambole. Bellissimi appaiono anche i grembiuli o fodil di colore rosso annodato al di sopra del seno con ampio fiocco e le mezze maniche, le mézë manu, del medesimo colore acceso che sfoggiano con alti risvolti. «Rappresenta un orgoglio, per noi, anche avere conservato la lingua e esserci dedicati a ripristinare gli antichi sentieri valdesi di Calabria da Cetraro a Cosenza che attraversano questo paesaggio appenninico formato da rocce di origine cristallina. Sui terrazzamenti che degradano verso il mare, invece, erano coltivati i gelsi – dice ancora Fiorenzo dal balcone del Comune posto in posizione panoramica sul Tirreno -. Nel centro storico, corrono paralleli tanti vicoli stretti come nei borghi del Piemonte».

Gli spioncini del Tribunale dell’Inquisizione

In pratica si viene intrappolati in una trama ortogonale dove le case si sviluppano in altezza e presentano tutte una scala di ingresso: colpisce la circostanza che le porte esterne siano dotate di spioncini imposti dal Tribunale dell’Inquisizione che così puntava a controllare che all’interno delle case i superstiti alla strage del 1561 non si dedicassero a rituali considerati appunto eretici dalla Chiesa cattolica. Adesso, dai varchi dei carruggi appare in tutta la sua magnificenza naturalistica il Mar Tirreno che si gode nella frazione marina adiacente ad Acquappesa dalla quale è separata mediante lo Scoglio della Regina, mentre un altro vanto comune del territorio è rappresentato dalle acque termali sulfuree salsobromoiodiche delle Terme Luigiane. Destano senz’altro ammirazione anche il coro ligneo conservato dietro l’altare della Chiesa del Santissimo Rosario e la millenaria torre di guardia a forma cilindrica alla quale si accede da un arco a tutto sesto, che faceva parte di una struttura difensiva più ampia. Bisogna proprio ammettere che i valdesi hanno avuto acume e buon gusto perché la bellezza continua a essere il vessillo di questo borgo che, come attesta anche la bandiera sventolante sul pennone del municipio, è baluardo dei diritti linguistici.

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INFORMAZIONI SU GUARDIA PIEMONTESE

Si trova in provincia di Cosenza, ha una popolazione di circa 1.780 abitanti, di cui però soltanto poche centinaia scelgono di abitare nel centro storico sopra elevato. È famosa anche per i tortelli dolci ricoperti di glassa che Alessandra Pisano prepara nella sua pasticceria a fianco della Porta del Sangue.

8 febbraio 2025 (modifica il 8 febbraio 2025 | 09:59)

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