Convinto del principio per cui le idee non valgono niente, è la loro esecuzione che conta ed è il tempo (e talvolta il coraggio) che manca, ecco dieci idee su cui investirei adesso.
1. Iniziamo con l’ovvio: un crypto casino che punti (da Curaçao) sui mercati regolamentati europei. Italia, Francia, Germania, Uk e Svezia in primis, assumendo solo gente che abbia meno di 25 anni. Mettere Tony Effe come brand ambassador per l’Italia.
2. Investirei su John Balatro aka LocalThunk, il developer che ha sviluppato Balatro da solo e che da solo è riuscito a fare ciò che PokerStars ha cannato con centinaia di persone e cinque anni di lavoro: un gioco social basato sul poker ma con regole matte, un nuovo Magic o Hearthstone. Qualcosa che la gente vuole giocare perché è divertente, e che non è stato passato al vaglio dei comitati di esperti. Qualcuno gli dia in mano venti milioni di dollari e carta bianca, per favore.
3. Un affiliate coin. Una cryptocurrency sviluppata per diventare la moneta di scambio e pagamento tra affiliati, operatori, agenti e subagenti, utilizzando la blockchain per validare le registrazioni di nuovi giocatori affiliati in modo incontrovertibile (smart contract). Un ecosistema in cui gli affiliati “minano” la moneta (creano valore) con ogni nuovo utente depositante che registrano, e in cui gli operatori acquistano la moneta sull’open market per pagare le transazioni. Ci sono esempi di coins con un’utility simile (es. Bat).
4. Il live casino di OnlyFans. No need to explain.
5.Una full service company per gli espositori che vogliono fare Sigma a Fiera Milano nel 2025.
6. Comprare Exalogic.
7. Un sito di prize draw come Omaze in Uk. Una sorta di lotteria con in palio ville da 5 milioni, macchine assurde e altri premi che quando li vedi li vuoi. Trovare un avvocato bravo abbastanza da mandare ai matti un monopolista statale di lotteria a caso (scusate, ma la mia deferenza per i monopolisti è scaduta da anni) e fargli saltare la rendita. Mettere Gerry Scotti come brand ambassador (se in Italia) perché le nostre care nonne meritano di meglio che la Lotteria Italia.
8. Una testing company con mystery client specializzati nel gambling: qualcuno che offra il servizio di testare il sito/ i siti / le app ogni santo giorno con degli auditor che siano esperti del gioco. Gente che abbia la pazienza e la lucidità di cliccare ogni maledetto link, vedere se funziona ogni sistema di pagamento, ogni promo, gli step di registrazione e di verifica conto, ogni funzione di gamification di quelle che nessuno più in azienda si ricorda come funzionano o come sono state impostate. Perché, non so voi, ma io un sito dove tutto funzioni alla perfezione devo ancora trovarlo. Il problema reale è che, sembra persino ridicolo dirlo, per testare i siti di gioco bisogna creare account nuovi, usare carte di credito, mandare documenti, passare verifiche e controlli come un giocatore normale, e non è mica facile: spesso un mystery client finisce bloccato, limitato, bannato dai sistemi di verifica; il proprio codice fiscale e la sua carta di credito risulta già usata altrove, il conto segnalato come multiaccount. No, testare in QA environment non vale. No, il team interno non basta. Abbiamo già bruciato i codici fiscali di tutti gli amici e i parenti. E no, le testing houses o i certificatori non vanno a vedere se le pagine si caricano in fretta o se c’è ancora una promo scaduta linkata da qualche parte.
9. Un’online gambling academy. Un’università del gioco online. Quando un laureato in marketing o un business analyst mi chiede come fare a entrare nel gambling (non solo in Italia) o se c’è qualche corso ad alto livello per manager del settore io rispondo che no, non c’è. Non esiste un percorso accademico/pratico che sforni professionisti qualificati. La cosa che si avvicina di più è l‘Executive Development Program della Università di Las Vegas, una settimana di full immersion da sballo a Lake Tahoe, dove però vengono formati soprattutto manager per i casinò terrestri, gli argomenti trattati sono prevalentemente centrati sulle necessità del mondo americano, e inoltre costa una cifra. Molti secoli fa, io facevo il giornalista e ho trovato il mio primo lavoro perché insieme all’università ho terminato una scuola per imparare il mestiere e sono stato raccomandato a un giornale che stava cercando un giovane apprendista. Non esiste qualcosa del genere per il gioco. Io insegnerei volentieri e sono certo tanti altri sarebbero disponibili. Insieme a docenti più accademici verrebbe fuori un master eccellente e sfornerebbe profili di cui abbiamo bisogno come il pane. Bocconi, Luiss, Sole 24Ore: se vi interessa parliamone.
10. Le tier list delle slot su Youtube. Immagino abbiate visto gli influencer che stilano le graduatorie di ogni cosa, dai brand degli orologi a quelli delle moto, suddividendo i marchi dal god tier a sh*t. (Se vi siete appena regalati un Hublot da 45 mila euro e non avete mai visto Nico Leonard non è il momento buono per farlo). Sarebbe divertente se qualcuno avesse il tempo, la faccia tosta e la libertà di fare le tier list degli slot provider, mettendo nelle caselle gli studios, sbattendo i pugni sul tavolo: “NetEnt, what the hell are you doing?“. Altro che awards.
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