Da Marino il grido d’allarme per le Comunità Terapeutiche lanciato dalla cooperativa GNOSIS

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Martedì 11 febbraio 2025 dalle ore 10,30 alle 13,00 si terrà a Roma in via Rosa Raimondo Garibaldi di fronte alla sede della Regione Lazio una Manifestazione indetta dal Coordinamento delle Comunità Terapeutiche e socio riabilitative del Lazio (composto da diverse organizzazioni di rappresentanza quali Fenascoop, Federlazio, Confcooperative Sanità, Anascoop, Strutture Federate Reverie, Forum del Terzo Settore, AGCI, Confepi, Associazione Scientifica Mito e Realtà) che ha anche lanciato una Petizionehttps://www.change.org/SalviamoLeComunit%C3%A0TerapeuticheeSocio-RiabilitativePsichiatriche per portare all’attenzione dell’opinione pubblica e delle  Istituzioni ( in particolare del Presidente della Giunta Regionale del Lazio e del Ministro della Sanità) la grave situazione in cui versano le strutture residenziali terapeutico riabilitative e socio riabilitative del Lazio.

Una di queste strutture è quella che si trova in località Castelluccia nel Comune di Marino: la cooperativa sociale onlus GNOSIS,  molto conosciuta e apprezzata su tutto il territorio, guidata dalla dott.ssa Angela D’Agostino alla quale abbiamo rivolto alcune domande per approfondire insieme l’argomento .

Dott.ssa D’Agostino qual è la situazione attuale delle Comunità Terapeutiche e perché si è arrivati alla decisione di lanciare la Petizione?

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Queste realtà, che svolgono progetti personalizzati di qualità finalizzati all’inclusione sociale, basati sui reali bisogni delle persone con disagio mentale, non riescono più a garantire il livello di qualità che le caratterizza a causa del mancato adeguamento delle tariffe, da parte della Regione Lazio, da ben 16 anni, l’ultimo adeguamento c’è stato nel 2010. Il costo della vita, anche dopo il periodo post Covid, è notevolmente aumentato ed inoltre ci sono stati ben tre adeguamenti contrattuali, l’ultimo dei quali nel 2024. L’interlocuzione con la Regione Lazio si è fermata a giugno del 2024 e non siamo più stati ricontattati per la partecipazione ad un tavolo di lavoro che pure era stato istituito. Le Comunità Terapeutiche non sono più state ascoltate nonostante le diverse richieste di incontro che hanno inviato ai responsabili della Regione Lazio. Le Comunità Terapeutiche accolgono inoltre principalmente giovani, alcune sono rivolte proprio alla fascia adolescenziale, e si crea una forte contraddizione tra il disagio giovanile che aumenta e le Comunità Terapeutiche,  luogo elettivo per la cura del disagio mentale grave, che sono sull’orlo della chiusura. Chiediamo quindi che l’interlocuzione con la Regione Lazio venga riaperta e che ci venga riconosciuto un aumento delle tariffe al fine di poter mantenere la qualità offerta e pagare gli operatori.

Cosa Vi proponete con la Manifestazione dell’11 febbraio prossimo a Roma, quali obiettivi volete raggiungere?

La manifestazione è l’ultimo atto di tanti tentativi di essere ascoltati. E’ portare in piazza operatori, familiari, utenti, società civile vicina alle Comunità Terapeutiche al fine di “smuovere” le Istituzioni e poter avviare un confronto con loro sul tema della qualità dei servizi offerti e dell’adeguamento delle tariffe. Ci proponiamo di sollevare la questione, portarla all’attenzione della società civile, sollecitare una risposta da parte della Regione Lazio ed essere incontrati.

Se doveste fare un appello a chi lo indirizzereste?

Sicuramente verso tutti quelli che sono interessati a mantenere e difendere una qualità degli interventi delle comunità terapeutiche e socio riabilitative per persone con disagio mentale. Un intervento non sanitarizzato ma che lavora affinché le persone diventino consapevoli della situazione di malattia che vivono ed acquisiscano, al tempo stesso, tutti quegli strumenti che gli consentono di fronteggiare i sintomi, quando si presentano, di saperli  gestire e di non farsi sopraffare da questi. Un appello alle Istituzioni sanitarie e sociali affinché applichino correttamente le indicazioni delle normative e rendano possibile gli interventi rivolti a giovani affetti da disagio mentale. Un appello all’Istituzione Regione Lazio affinché dia la giusta attenzione alle Comunità Terapeutiche e socio riabilitative del proprio territorio e le tratti come tutte le altre strutture rivolte al disagio mentale. Un appello affinché le tariffe vengano adeguate, perché ferme a ben 16 anni fa, e si consenta di preservare la qualità degli interventi.



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