CMST – COMITATO MOBILITÀ SOSTENIBILE TRENTINO * CIRCONVALLAZIONE TRENTO: «CRITICITÀ AMBIENTALI ED ECONOMICHE, LE NOSTRE INTERLOCUZIONI CON L'”OSSERVATORIO AMBIENTALE E SICUREZZA LAVORO”»

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12.14 – sabato 8 febbraio 2025

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Al di là delle polemiche provocate dalla lettera del Sig. Pier Dal Rì al giornale l’Adige e le disquisizioni ornitologiche, l’intelligenza, in politica, vorrebbe che la discussione sulla circonvallazione di Trento si concentrasse sulle criticità ambientali, sociali ed economiche nella sua progettazione e realizzazione.

Il Comitato Mobilità Sostenibile Trentino CMST ha avviato da tempo un’interlocuzione con l’Osservatorio ambientale e per la sicurezza del lavoro, su tali temi. Lunedì 3 febbraio scorso nella riunione con l’Osservatorio tenutasi preso la sede di Trento Lab in Via Manci a Trento, si è proceduto ad esaminare le questioni poste dal CMST nel Dossier n.3. Sono state poste n.10 domande che riguardano la contaminazione del suolo, sottosuolo e falda acquifera dell’ex scalo Filzi da inquinanti provenienti da SIN TRENTO NORD, la deficitaria efficienza ed efficacia dell’attuale barriera idraulica in funzione dal 2001 e l’”effetto diga” che provoca la realizzazione della trincea e galleria dell’imbocco della Galleria Trento Nord.

Tale interlocuzione proseguirà lunedì 10 febbraio, con metodo dialogico e il CMST, insieme alla Rete dei Cittadini prenderà atto delle risposte ricevute dal Comitato Tecnico Scientifico presieduto dall’ing. Massimo Negriolli, nonché da ITALFERR, RFI e dal Consorzio Tridentum. A seguire, il coordinatore Stefano Robol ha annunciato che verrà indetta una conferenza stampa pubblica e congiunta, con la quale informare la cittadinanza sulla discussione svolta e sui risultati. Il consigliere provinciale Filippo Degasperi ha presentato recentemente un’ interrogazione sulla barriera idraulica esistente, ricevendo una risposta da parte dell’assessora Giulia Zanotelli, alquanto lacunosa e che non fa comprendere se l’attuale sistema di arginamento del propagarsi della contaminazione sia.efficiente ed efficace.

Il CMST ritiene e ha proposto che si debba procedere, senza indugi, al potenziamento della barriera idraulica esistente anche a sud dell’ex area SLOI. Ma finora nessuna risposta è stata fornita in merito dalla Provincia Autonoma di Trento, dal progettista ITALFERR e dal Consorzio Tridentum. Tale intervento potrebbe costituire una messa in sicurezza, nelle more di una elaborazione del progetto di bonifica totale del SIN TRENTO NORD e delle aree limitrofe. Il Comune di Trento è intervenuto con l’emissione di un’ordinanza nei confronti dei proprietari delle aree inquinate da piombo tetraetile e suoi derivati e da idrocarburi.

Alcune aree del cantiere nord sono ancora sotto sequestro giudiziario. Il lotto 3A (TRENTO) e il lotto 3B (ROVERETO) sono parte dei 7 lotti dell’accesso sud del Tunnel di Base del Brennero e fanno parte del Corridoio SCAN MED. Tale potenziamento è stato deciso dalla Comunità europea e certamente non vi è nessuna intenzione da parte del CMST di agire per fermare i lavori. Il nostro Comitato ha la consapevolezza dell’importanza di tali opere per realizzare il trasferimento delle merci dalla gomma alla rotaia.

Non è però ammissibile che tali opere debbano passare sulle teste delle comunità interessate che devono subire passivamente le esternalità negative da esse prodotte. Come ampiamente detto, il CMST ritiene che esse rappresentino una opportunità da cogliere per implementare in Trentino e nell’Euregio un sistema di mobilità sostenibile delle merci e delle persone avente per ossatura principale la ferrovia.

 

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Dossier n.3

ULTERIORI CONSIDERAZIONI SUI RISCHI AMBIENTALI LOTTO 3A CIRCONVALLAZIONE DI TRENTO

1 1.Premessa Il presente documento è stato elaborato dal Comitato Mobilità Sostenibile Trentino “ing. Alberto Baccega” (d’ora in poi CMST) per svolgere alcune considerazioni, fare delle proposte e porre alcune domande a RFI, ITF e al Consorzio Tridentum, oltre a quelle già precedentemente fatte nei Dossier n.1 e n.2., sugli sviluppi del progetto lotto 3 A. L’attività del CMST è stata sempre rivolta ad evidenziare le criticità emerse e sicuramente non per trovare pretesti di richiesta dello stop definitivo dei lavori, bensì per trattare, con metodo dialogico, in modo chiaro e trasparente tali criticità con tutti gli interessati alla progettazione e realizzazione del lotto 3 A, fare domande per ulteriori approfondimenti e proposte. Tale attività del CMST è stata svolta nel tavolo aperto dall’Osservatorio Ambientale e per la Sicurezza del Lavoro.

Il presente documento contiene ulteriori approfondimenti e domande sulle seguenti questioni:

– criticità ambientali all’imbocco Nord della Galleria Trento del lotto 3 A

– Circonvallazione di Trento; – utilizzo delle terre e delle rocce;

– richieste inoltrate a RFI SpA e relative risposte

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– criticità ambientali all’imbocco Sud della Galleria Trento del lotto 3 B – Circonvallazione ipogea di Rovereto.

 

2. criticità ambientali all’imbocco Nord della Galleria Trento del lotto 3 A – Circonvallazione di Trento

Di seguito approfondiremo alcune questioni emerse durante le interlocuzioni con l’Osservatorio ambientale e per la sicurezza del lavoro.

2.1 Analisi delle acque di falda e del suolo e sottosuolo e mitigazione dei rischi di inquinamento. Le analisi a campione eseguite da ITF e da APPA alle acque di falda e suolo e sottosuolo, nell’ex scalo Filzi ed aree limitrofe e pubblicate nel sito dell’APPA stessa, evidenziano aspetti critici ed in particolare:

1) la diffusione della contaminazione nelle matrici suolo e sottosuolo e acque di falda dalle aree ex Sloi ed ex Carbochimica verso le aree interessate dalla realizzazione delle opere riguardanti l’imbocco Nord della galleria Trento.

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2) L’insufficienza dei sondaggi, per avere un quadro completo della quantità e qualità della diffusione della contaminazione.

3) La criticità nella esecuzione dei lavori ed in particolare della trincea TR03 e galleria artificiale GA03 che prevedono scavi in profondità e tali da interessare l’acquitardo, con la possibilità di estendere la diffusione della contaminazione anche negli strati più profondi della falda acquifera.

4) la incompleta caratterizzazione delle matrici suolo e sottosuolo, acqua di falda nell’ex scalo Filzi e la mancata definizione dei rifiuti solidi e liquidi e/o sottoprodotti per il successivo smaltimento nelle discariche o nel ripristino di cave ed alte destinazioni definite nel PUT.

5) la mancata progettazione del potenziamento della barriera idraulica. L’attuale barriera idraulica posta a sud dell’ex Carbochimica è risultata insufficiente. 2

6) la mancata definizione della tecnica di scavo da parte del Consorzio Tridendum per la realizzazione della trincea TR03 e della galleria artificiale GA03 per scongiurare la diffusione dei contaminanti negli strati più profondi, con la manomissione dell’acquitardo.

7) la difficoltà o l’impossibilità di procedere ad una successiva bonifica delle aree limitrofe del SIN Trento Norda causa della presenza dei manufatti necessari per realizzare l’imbocco Nord della Galleria Trento-

8) la mancata definizione della progettazione della trincea TR03 e della galleria artificiale GA03 per scongiurare “l’effetto diga”.

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La contaminazione del suolo, sottosuolo e delle acque di falda nell’ex scalo Filzi, risultante dalle campagne di monitoraggio eseguite da Italferr e dall’APPA, costituisce un insieme di criticità ambientali che deve essere preso in seria considerazione dai responsabili del progetto e dell’esecuzione del lotto 3 A Circonvallazione di Trento e dalle autorità competenti statali e locali. Il CMST ha chiesto recentemente un incontro al Coordinatore dott. STEFANO ROBOL dell’Osservatorio ambientale e per la sicurezza del lavoro per continuare, con metodo dialogico, l’interlocuzione già avviata sulle problematiche ambientali e su quelle generate dal trasporto delle merci pericolose nel centro abitato di Trento, nonché quelle dovute al rumore e le vibrazioni.

Da tempo il CMST ha proposto di spostare l’imbocco della galleria Trento di 2 km più a Nord e di trovare i finanziamenti statali per la progettazione e realizzazione della bonifica integrale del SIN di Trento Nord. Si tratta di anticipare la realizzazione di un piccolo tratto del lotto 5, già previsto nell’accesso sud del Tunnel di Base del Brennero, che collegherà la circonvallazione di Trento con quella di Bolzano. Il CMST ha elaborato e consegnato all’Osservatorio due Dossier, dove sono state fatte domande precise sulle suddette criticità e ricevendo risposte incomplete e non esaurienti. Analoghe richieste sono state fatte a RFI SpA che ha risposto con alcuni mesi di ritardo e confermando l’intenzione di proseguire nella realizzazione dell’opera pubblica.

Abbiamo letto sui giornali che l’assessore ing. Ezio Facchin ed alcuni consiglieri comunali del Comune di Trento auspicano che, nella realizzazione del lotto 3 A della circonvallazione di Trento, vengano impiegate n.2 frese TBM anziché n.4 e che l’imbocco della galleria Trento venga fatta più a Nord, realizzando una parte del lotto 5, che collegherebbe in futuro la circonvallazione di Trento con quella di Bolzano. Il CMST ha proposto tale ipotesi progettuale, elaborata dall’ing. Alberto Baccega, ed è stata inviata, nel luglio 2022, alla Commissione speciale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, nonché a tutti gli attori intervenuti nella fase autorizzativa.

Non possiamo che essere soddisfatti per questo intervento del Comune di Trento che avvalora quanto da noi proposto in passato, considerando che l’eventuale variante al progetto esecutivo comporterebbe un allungamento del termine di consegna ma realizzerebbe una diminuzione dell’inquinamento atmosferico ed acustico e i rischi dovuti al trasporto delle merci pericolose, sia in fase realizzativa che di esercizio. Inoltre si potrebbe avviare la elaborazione di un progetto per la bonifica integrale del SIN TRENTO NORD ed aree limitrofe ed avviare un percorso virtuoso per restituire tale territorio alla città.

Peccato che esso dovrà essere effettuato in presenza di già avvenute demolizione di fabbricati e cessazione di attività. La manipolazione di rocce e terra e acque di falda contaminate potrebbe generare una maggiore diffusione dei contaminanti provenienti dall’ex Sloi ed ex Carbochimica. Inoltre vorremmo avere un quadro preciso dei conferimenti dei materiali di scavo rientranti nella colonna A e nella Colonna B 3 dell’allegato del D.Lvo 152/2006 e in quali cave e discariche verranno smaltiti.

Le dichiarazioni del Sindaco di Ala Stefano Gatti fatte alla stampa ci preoccupano. Il CMST ha richiesto un incontro per precisare quali materiali di scavo verranno conferiti ai siti autorizzati di Ala. L’attuale “barriera idraulica”, cioè le pompe sommerse che pescano le acque contaminate di falda da un pozzo, ubicato a sud dell’ex Carbochimica, è risultata insufficiente. E’ impensabile gestire la diffusione di contaminanti nel suolo e sottosuolo e nella falda acquifera senza prevedere una bonifica integrale, prevedendo una barriera idraulica potenziata per il futuro e all’infinito, con costi di milioni di euro. Tali costi non sono solo a carico dei proprietari ma interessano la popolazione residente di Trento Nord.

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Il senno e la ponderatezza dovrebbero essere applicati nel valutare la situazione presso l’ex scalo Filzi nella realizzazione della trincea e della galleria artificiale dell’imbocco nord.

 

2.2 Barriera idraulica e suo potenziamento

Come trattato nel precedente paragrafo 2.1 del presente documento, si ritiene che al più presto si debba procedere al potenziamento della barriera idraulica a sud dell’ex area SLOI ed ex Carbochimica. Insieme alla bonifica delle Rogge Demaniali possono costituire i necessari provvedimenti di emergenza affinchè i contaminanti non possano diffondersi a sud nelle aree limitrofe all’ex scalo Filzi. Tale potenziamento ha carattere di urgenza, per tutelare la sicurezza e la salute dei cittadini residenti a Trento nord e della cittadinanza che svolge attività in tale territorio. Gli enti locali e le autorità competenti devono definire compiti e responsabilità in merito a tale intervento.

D’altra parte la cittadinanza non è stata informata adeguatamente sul processo di depurazione delle acque contaminate a sud dell’ex area Carbochimica, sul monitoraggio eseguito e sulla qualità delle acque restituite al corpo idrico.

 

2.2 Effetto Diga

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La trincea TR03 e la galleria GA03 si sviluppano in senso trasversale rispetto al deflusso dell’acqua di falda. Tale stato di fatto costituisce una interferenza con le acque sotterranee che oltre al rischio di contaminazione, determina la concreta possibilità di “effetto diga”, con l’innalzamento di falda a monte e abbassamento a valle dei manufatti sotterranei.

Pertanto il consorzio Tridentum dovrà prevedere nel progetto definitivo alcune opere per la mitigazione dell’effetto diga o barriera. I progettisti dovranno produrre ulteriore documentazione sulle soluzioni adottate per eliminare tale effetto.

 

3. Piano di utilizzo delle terre e delle rocce.

Il piano di utilizzo è stato redatto in conformità all’allegato 5 del D.P.R. 120/2017 ed è il documento dove si classificano i materiali di scavo come sottoprodotti o come rifiuti.

Infatti secondo il D.P.R. 120/2017, art. 2 comma 1 lett. f), il piano di utilizzo terre e rocce da scavo è il documento nel quale si attesta il rispetto delle condizioni e dei requisiti previsti dall’articolo 184- 4 bis del D.Lgs. 152/2006 (sottoprodotto) e dall’articolo 4 del D.P.R. 120/2017 (criteri per qualificare le terre e rocce da scavo come sottoprodotti) ai fini dell’utilizzo come sottoprodotti delle terre e rocce da scavo generate in cantieri di grandi dimensioni. Il proponente è il soggetto che presenta il piano di utilizzo cioè ITALFERR, l’esecutore colui che attua il piano di utilizzo ai sensi dell’articolo 17 (D.P.R. 120/2017), cioè il CONSORZIO TRIDENTUM.

Nel piano di utilizzo deve essere indicato:

• l’ubicazione dei siti di produzione delle terre e rocce da scavo con l’indicazione dei relativi volumi in banco o cumuli, suddivisi nelle diverse litologie;

• l’ubicazione dei siti di destinazione e l’individuazione dei cicli produttivi di destinazione delle terre e rocce da scavo qualificate sottoprodotti, con l’indicazione dei relativi volumi di utilizzo suddivisi nelle diverse tipologie e sulla base della provenienza dai vari siti di produzione. I siti e i cicli produttivi di destinazione possono essere alternativi tra loro;

• le operazioni di normale pratica industriale volte a migliorare le caratteristiche merceologiche, tecniche e prestazionali delle terre e rocce da scavo per il loro utilizzo

• le modalità di esecuzione e le risultanze della caratterizzazione ambientale delle terre e rocce da scavo eseguita in fase progettuale. In particolare devono essere precisati: o i risultati dell’indagine conoscitiva dell’area di intervento (ad esempio, fonti bibliografiche, studi pregressi, fonti cartografiche) con particolare attenzione alle attività antropiche svolte nel sito o di caratteristiche geologiche-idrogeologiche naturali dei siti che possono comportare la presenza di materiali con sostanze specifiche; o le modalità di campionamento, preparazione dei campioni e analisi con indicazione del set dei parametri analitici considerati che tenga conto della composizione naturale delle terre e rocce da scavo, delle attività antropiche pregresse svolte nel sito di produzione e delle tecniche di scavo che si prevede di adottare; o la necessità o meno di ulteriori approfondimenti in corso d’opera e i relativi criteri generali da seguire;

• l’ubicazione dei siti di deposito intermedio in attesa di utilizzo, anche alternativi tra loro, con l’indicazione della classe di destinazione d’uso urbanistica e i tempi del deposito per ciascun sito;

• i percorsi previsti per il trasporto delle terre e rocce da scavo tra le diverse aree impiegate nel processo di gestione (siti di produzione, aree di caratterizzazione, siti di deposito intermedio, siti di destinazione e processi industriali di impiego), nonché delle modalità di trasporto previste (ad esempio, a mezzo strada, ferrovia, nastro trasportatore).

Nel PFTE e PFTE PLUS sono state riportate le documentazioni relative al Piano di Utilizzo terre e rocce da scavo (PUT).Il lotto 3 A prevede lo scavo di gallerie naturali ed artificiali e trincee che producono materiali di risulta che sono oggetto del PUT.

Sono previste tecniche di scavo eseguite mediante tradizionali mezzi meccanici come le benne e scavo meccanizzato con n.4 TBM che più recentemente sarebbero state ridotte a n.2.. L’additivo fluidificante utilizzato nello scavo delle gallerie varia in funzione delle caratteristiche del 5 terreno o della roccia, esso si compone di un tensioattivo anionico biodegradabile addizionato ad un agente stabilizzante che vengono miscelati con acqua. L’emulsione viene quindi insufflata con aria compressa per ottenere una schiuma che viene distribuita sul terreno sia sul fronte di scavo che nella camera a pressione.

Il quantitativo di emulsione da iniettare dipende dalla percentuale di vuoto del terreno e dal volume di espansione del terreno scavato. L’estrazione del terreno avviene per mezzo di una coclea che permette la riduzione progressiva della pressione da dove prosegue su nastri trasportatori, oppure su vagoncini su rotaia o su autocarri. I materiali scavati con TBM, data la metodologia di scavo e la natura degli ammassi attraversati, potranno risultare misti di additivi e pertanto dovranno essere stoccati temporaneamente per una durata di circa 28 giorni in cumuli di ridotta altezza per essere sottoposti al processo di essiccazione e biodegradazione degli additivi, prima di essere conferiti ai siti di conferimento finale.

L’adozione della tecnologia meccanizzata comporta l’impiego di agenti schiumogeni con concentrazioni dipendenti dalle caratteristiche granulometriche e di plasticità dei terreni. I materiali di risulta provenienti dai suddetti scavi verranno gestiti come sottoprodotti presentando caratteristiche chimiche idonee al riutilizzo. I materiali da scavo che verranno prodotti dalla realizzazione delle opere in progetto, nell’ottica del rispetto dei principi ambientali di favorire il riutilizzo piuttosto che lo smaltimento saranno, ove possibile, reimpiegati nell’ambito delle lavorazioni a fronte di un’ottimizzazione negli approvvigionamenti esterni o, in alternativa, conferiti a siti esterni.

Solo quota parte dei materiali di scavo prodotti dalle lavorazioni presentano caratteristiche geotecniche e chimiche idonee per possibili utilizzi interni quali produzione di cls, formazione di rilevati, rinterri, riempimenti coperture vegetali, previo trattamento di normale pratica industriale dove necessario, il resto del materiale di scavo gestito come sottoprodotto sarà inviato a siti esterni.

Nella documentazione del PFTE e in particolare nel CAP. 5.2 del documento IB0Q 3A R 69 RG TA 0000002 B viene riportata la tabella 5-1 6

dalla quale è possibile leggere le quantità di materiale prodotte con riutilizzo esterno e interno e le quantità di rifiuti.

Si nutrono forti dubbi su tali valori dichiarati, facendo riferimento alle analisi fatte da ITALFERR e APPA nei siti contaminati (per es. ex scalo Filzi). Più recentemente sono state fatte dichiarazioni ai giornali che le frese in azione nella fase realizzativa potranno essere n.2 anziché n.4. Se tale ipotesi venisse confermata, si dovrebbe rivedere completamente il Piano di utilizzo delle terre e delle rocce di scavo, in quanto lo smarino verrebbe estratto solo dall’imbocco sud della galleria Trento, con modifiche di notevoli entità delle aree di stoccaggio provvisorie.

Per il CMST la caratterizzazione del materiale di scavo dovrà essere fatta con la massima cura e trasparenza al fine di definire la quota di rifiuti.

 

4. Lettera aperta a RFI SpA e relative risposte

In data 08/02/2024 il CMST ha inviato a RFI – RETE FERROVIARIA ITALIANA S.P.A. Direzione Investimenti Area Nord Est Progetti Verona, alla DIREZIONE INVESTIMENTI RFI, al MINISTERO INFRASTRUTTURE E TRASPORTI, alla COMMISSARIA STRAORDINARIA – Accesso sud Galleria di Base del Brennero, al Presidente PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO e agli organi di stampa e reti televisive una lettera aperta (vedi ALLEGATO N.1) dove si è richiesta agli enti locali e nazionali in indirizzo di procedere ad una completa e trasparente informazione sulle contaminazioni nell’ex Scalo Filzi a Trento Nord.

Con accesso agli atti generalizzato all’APPA della Provincia di Trento e con una richiesta esplicita a RFI SpA e a ITF SpA, il CMST ha fatto richiesta di essere messo a conoscenza dei risultati delle indagini condotte, in epoche recenti, nelle aree dell’ex Scalo Filzi. In particolare, con riferimento al D.Lgs. 152/2006, il CMST ha richiesto la documentazione completa del piano di caratterizzazione del sito ex scalo Filzi e i risultati dei monitoraggi e sondaggi del suolo, del sottosuolo, delle acque superficiali, delle acque di falda. In tale lettera aperta il CMST ha ritenuto altresì importante venire a conoscenza dei risultati delle analisi di laboratorio attestanti il superamento o meno delle concentrazioni soglia di contaminazione CSC e concentrazioni soglia di rischio CSR, sia per il suolo e sottosuolo che per le acque sotterranee, in riferimento all’Allegato 5 della Parte V del D.Lgs 152/2005.

Nella stessa lettera aperta il CMST ha proposto una soluzione alternativa che potrebbe superare le criticità ambientali emerse nella fase autorizzativa e ha espresso preoccupazioni per lo stato di incertezza e criticità nella realizzazione delle opere pubbliche del lotto 3 A, di fondamentale importanza per lo sviluppo di un sistema di mobilità sostenibile in Trentino e ha richiesto agli enti locali e alle autorità nazionali un intervento risolutivo e maggiore trasparenza nelle scelte. Inoltre è stato comunicato che perseverare nella realizzazione del progetto RFI ITALFERR, che richiede la bonifica totale deI SIN TRENTO NORD e dell’area ex Filzi, con costi economici elevati e non previsti nel PFTE a base di gara, potrebbe generare scenari difficilmente governabili.

E che tali incertezze possono avere degli esiti negativi per l’intera comunità trentina, costretta a subire gli effetti di un cantiere impattante, di lungo periodo e di un futuro esercizio ferroviario dei treni merci, non privo di rischi per la salute e la sicurezza per i lavoratori e per la popolazione. 7 In data 11/06/2024 la Vice Direzione Generale Operation Direzione Investimenti Area Nord Est Progetti Brennero di RFI SpA rispondeva alla lettera aperta del CMST del 08/02/2024 (vedi ALLEGATO N.2) nel seguente modo.

In riferimento all’ipotesi di variazione di tracciato richiamata nella sopraccitata comunicazione, preme evidenziare che la tematica delle alternative progettuali è stata ampiamente discussa nell’ambito del dibattito pubblico, durante il quale si è svolto un incontro pubblico in data 7 dicembre 2021 dal titolo “Le ragioni dell’opera e l’evoluzione delle alternative” e un tavolo tecnico dedicato dal titolo “Tavolo tecnico sulle alternative di tracciato” in data 13 dicembre 2021.

Sempre nell’ambito del dibattito pubblico si è dato riscontro alle domande sul tema nella Relazione Conclusiva, nel capitolo VI “Alternative di progetto, modifiche al progetto e progetto integrato” dell’Allegato 3 “Domande e risposte del proponente”. In merito ai sondaggi nell’area dell’ex Scalo Filzi, si rappresenta che durante lo sviluppo del PFTE, formalmente approvato con Ordinanza della Commissaria Straordinaria n. 3 dell’8/09/2022 anche sulla scorta degli esiti della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) ai sensi dell’art. 23 del D.Lgs. 152/06 conclusasi con provvedimento di VIA n. 83 del 31/05/2022, è stata condotta una campagna di sondaggi adeguata al livello di cui all’ art. 28 del D.Lgs. 152/06, svoltasi a seguito della fase di progettazione esecutiva e volta ad attestare l’ottemperanza alle prescrizioni di carattere ambientale rese in ambito VIA, in particolare a quelle relative al Piano di Utilizzo delle Terre, è stata definita con l’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente della Provincia Automa di Trento (di seguito APPA) un’integrazione delle indagini già eseguite. I risultati della suddetta campagna di indagini ambientali sono stati pubblicati da APPA sul proprio sito in data 28 febbraio 2024 a seguito della validazione degli esiti analitici conseguiti.

La documentazione oggetto della sopra richiamata procedura di validazione è stata resa pubblicamente disponibile nell’ambito dell’Osservatorio ambientale e per la sicurezza del lavoro per i lavori afferenti la circonvallazione ferroviaria di Trento istituito in data 7 marzo 2023, il quale tra i suoi compiti ha quello di informazione verso le associazioni di cittadini e più in generale dei portatori di interesse pubblici e privati circa la progettazione, le indagini e le misure scientifiche, tecniche e amministrative adottate.

Tale documentazione ricomprende i risultati analitici dei campioni di terreno raccolti da Italferr S.p.A. (in qualità di soggetto tecnico di riferimento della scrivente), Consorzio Tridentum (soggetto affidatario delle attività di progettazione esecutiva e di realizzazione della Circonvallazione Ferroviaria di Trento) ed anche i risultati delle controanalisi di APPA con la relativa validazione. Per quanto concerne la condivisione del Progetto di Fattibilità Tecnico Economica arricchito (PFTE+) a base di gara, si chiarisce che Linee Guida per la redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica da porre a base dell’affidamento di contratti pubblici di lavori del PNRR e del PNC approvate dall’Assemblea n. 177 del 5 agosto 2021 del Comitato Speciale del Consiglio Superiore del Lavori Pubblici il 29 luglio 2021 prevedono che, al perfezionamento del procedimento autorizzativo sul PFTE, il progetto sia modificato ed integrato alla luce delle prescrizioni impartite dai Soggetti competenti nel corso del procedimento stesso. Il PFTE+ è, pertanto, nello specifico, il risultato del doveroso recepimento delle prescrizioni impartite nell’iter autorizzativo nel progetto da porre a base di gara, non alterando esso né le caratteristiche tecnico-funzionali dell’opera né la sua localizzazione. In tale contesto, il confronto con gli stakeholders ed il territorio è avvenuto, come previsto dalla normativa vigente, sottoponendo il PFTE al relativo iter autorizzativo, compreso quello di 8 Valutazione di Impatto Ambientale ai sensi dell’art. 23 del D.Lgs. 152/06 sopra richiamato e del dibattito pubblico. Peraltro, le Linee guida non prevedono ulteriori oneri di pubblicazione, al netto delle verifiche di ottemperanza in quanto obbligatorie. Nonostante ciò RFI SpA, ha provveduto a trasmettere al Comune di Trento il PFTE arricchito per condividere le modalità di recepimento di talune prescrizioni impartite dal Comune medesimo nell’ambito dell’iter autorizzativo e non ha presentato opposizione alla richiesta di accesso agli atti inviate al Comune dai privati. Per quanto attiene il tema finanziamenti, l’intervento della Circonvallazione Ferroviaria di Trento non rientra più tra gli interventi del PNRR come da Decisione Attuativa del Consiglio dell’Unione Europea dell’8 dicembre 2023. Nelle more della formalizzazione dell’aggiornamento 2024 del Contratto di Programma, data la strategicità dell’opera, la società RFI ha autorizzato, in via temporanea, l’operatività dei fondi in regime di autofinanziamento. Con riferimento, infine, alla Circonvallazione Ferroviaria di Rovereto, questa risulta essere finanziata per la sola parte di progettazione, come comunicato durante il Consiglio comunale del 14 marzo 2024.

A seguito della conclusione del Dibattito Pubblico, al quale sarà sottoposto il Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali (DOCFAP), verrà sviluppato il PFTE in esito al quale sarà possibile individuare con maggiore precisione il costo a vita intera del progetto e conseguentemente procedere al consolidamento del finanziamento associato alla fase realizzativa. Il CMST intende formalizzare in questo dossier, ulteriori considerazioni, argomentando ulteriormente la lettera di risposta di RFI dell’11/06/2024.

 

Con riferimento al punto 1)

si precisa che nella documentazione prodotta dal progettista (ITF) del lotto 3 A Circonvallazione di Trento il DOCFAP, non vi è traccia né del DOCFAP (Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali) e né dell’AMC (analisi multicriteri) per la scelta del PFTE. L’ACB, cioè l’Analisi Costi Benefici fa riferimento al Global Project che comprendono i lotti 2, 5 e lotto 3 A dell’accesso Sud del Tunnel di Base del Brennero. Il CMST nutre forti dubbi sui risultati di tale frettolosa analisi che prevederebbe i benefici 1,36 volte superiori ai costi. Si fa presente che il lotto 5 non è stato attualmente minimamente progettato e quindi non si comprende come possono essere stati valutati i costi/benefici. Inoltre, essendo stato, il lotto 3 A, stralciato dal PNRR, sono possibili modifiche di tracciato, qualora sopravvenissero criticità ambientali e di altro genere. Non si comprende altresì, essendo decaduti i termini di consegna dei lavori nel 2026, quali siano le ragioni che portano il Committente a non valutare varianti di progetto tendenti ad eliminare o quantomeno mitigare gli effetti di tali criticità. Nella risposta di RFI SpA non risultano evidenziate le suddette motivazioni. Non riteniamo esauriente l’argomentazione che la tematica delle alternative progettuali è stata ampiamente discussa nell’ambito del dibattito pubblico. Peraltro il dibattito pubblico è stato svolto in un tempo dimezzato di 45 gg e durante le vacanze natalizie.

Con riferimento al punto 2)

 

il CMST ha analizzato i risultati dei sondaggi e delle analisi fatte da RFI su campioni di suolo, sottosuolo e acque di falda. Nel precedente paragrafo 2 sono state fatte le relative considerazioni.

 

Con riferimento al punto 3)

si fa presente che il CMST per venire a conoscenza del contenuto del PFTE PLUS ha dovuto procedere ad accesso agli atti e richieste dirette presso vari enti, 9 compreso RFI SpA. Solo il Comune di Trento, previa autorizzazione di RFI SpA, ha messo al corrente il CMST dello stralcio del PFTE PLUS, relativamente alle prescrizioni presentate dallo stesso Comune e facenti parte del complesso delle n.266 prescrizioni e raccomandazioni contenute nell’ordinanza n. 3 della Commissaria Straordinaria. La parte restante del PFTE PLUS o arricchito è rimasta secretata e pertanto i cittadini non sono stati messi al corrente su come sono state ottemperate le restanti prescrizioni e raccomandazioni. Si ritiene tale stato di fatto, irriguardoso nei confronti dei cittadini che tramite le imposte e tasse, sono a tutti gli effetti i finanziatori di tale opera.

 

Con riferimento al punto 4)

si evince una notevole incertezza nei finanziamenti in quanto il lotto 3 A essendo stato stralciato dal PNRR non ha ancora ricevuto il relativo finanziamento nel Contratto di Programma tra Stato e RFI. Si attende da tempo l’aggiornamento di tale documento programmatorio, anche se RFI SpA si è reso garante.

 

Con riferimento al punto 5)

non si comprende il ritardo ad avviare il Dibattito Pubblico sul DOCFAP (che come detto non è stato elaborato per il lotto 3 A). Il coinvolgimento dei vari soggetti nella discussione pubblica delle varie ipotesi progettuali è molto importante e la scelta della migliore soluzione può essere fatta con una seria AMC (analisi multicriteria) ma anche esaminando proposte progettuali che provengono dalla cittadinanza. A tal proposito si preannuncia che il CMST presenterà, nel corso del Dibattito Pubblico una ipotesi progettuale alternativa di tracciato che si sviluppa tra Mattarello-Rovereto-Ala elaborata dall’ing. Alberto Baccega che si allega al presente documento (vedi ALLEGATO N.3) Si tratta di una galleria di circa 11 Km con imbocco nord nei pressi dello stadio Quercia e l’imbocco sud a Serravalle.

Rispetto a quanto comunicato nel Consiglio Straordinario del 14 marzo 2024 a Rovereto, non si comprende quale sia l’utilità di uno scalo merci di 10 binari, poi ridotti a 6 a Marco e la necessità di ubicare la galleria a 70 metri di profondità. Per quest’ultimo aspetto risulterebbe eccessiva tale profondità tenendo conto che il tracciato deve essere previsto per passare sotto il letto del torrente Leno con profondità ben minore. La profondità massima di 70 m determinerebbe delle rampe di accesso e di uscita di lunghezza notevoli. Comunque il CMST attenderà di conoscere nei dettagli le varie ipotesi progettuali del DOCFAP per presentare osservazioni più pertinenti e precise.

 

5. criticità ambientali all’imbocco Sud della Galleria Trento del lotto 3 A – Circonvallazione di Trento.

 

5.1 Progetto di Bonifica di Acquaviva a Mattarello

In una recente interrogazione protocollata dal consigliere provinciale Alessio Manica (vedi ALLEGATO N. 4) si ponevano alcune domande in merito alle criticità ambientali esistenti nell’imbocco sud della Galleria Trento. In particolare si richiamava la PAT ai seguenti temi.

1) il progetto di bonifica agraria di Acquaviva prevede la rimodellazione del territorio con lo smarino di risulta dallo scavo del bypass.

2) i due Comuni di Besenello e Trento – che utilizzano la sorgente di Acquaviva – APRIE, Servizio geologico, Servizio foreste e APSS esprimono una forte contrarietà al progetto presentato da Acquaviva Società Agricola srl. Dall’altro lato, APPA e Dipartimento 10 protezione civile, foreste e fauna, per i quali il progetto, previe modifiche, può essere realizzato.

3) se il progetto di bonifica ha o meno effetti, e di che natura, sulla sorgente di Acquaviva.

4) La realizzabilità o meno del progetto ha anche un impatto rilevante sul proseguo del cantiere del bypass, posto che in questa bonifica, previa approvazione del Piano di Utilizzo delle Terre da scavo, potrebbe finire una quota rilevante dei milioni di metri cubi di smarino derivanti dallo scavo del tunnel.

5) APPA ha chiesto ad Acquaviva srl degli approfondimenti onde verificare possibili interferenze con la sorgente. Questa ha riscontrato la richiesta fornendo un studio idrogeologico, il quale non esclude la possibilità di trasporti di inquinanti nel caso di pompaggio dell’acquifero delle sorgenti Acquaviva. Per il Comune di Besenello, tale fattispecie “deve far propendere per l’archiviazione del progetto”. Per il Comune di Trento, invece, il progetto può essere considerato “solo quando vi saranno delle adeguate garanzie sull’assenza di rischio”. Per APSS “con le misure di mitigazione proposte non è escluso il rischio e quindi sono necessarie più garanzie per la tutela della risorsa idrica.

Nell’interrogazione si chiede alla Giunta provinciale per sapere se:

– il sito in parola è strategico per il deposito del materiale di risulta del Bypass o se, rispetto alle previsioni iniziali, lo è meno; – intende sottoporre il progetto a VIA oppure ritiene che ciò non sia necessario;

– è vero o meno che esistono già delle interferenze con l’acquifero causate da precedenti bonifiche; – ritiene o meno prioritario tutelare un acquifero così importante;

– intende rispettare o scavalcare il parere dei Comuni;

Il 25 settembre 2024 l’Assessora Giulia Zanotelli rispondeva all’interrogazione del Consigliere Manica (vedi ALLEGATO N.5) affermando e puntualizzando quanto segue.

1) La proposta di rimodellazione morfologica della collina in loc. Acquaviva è stato oggetto di numerosi incontri di carattere tecnico con le competenti strutture tecniche comunali e provinciali ed è stata sottoposta ad un procedimento di verifica di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale (screening), procedura conclusa con Provvedimento del Dirigente del Settore qualità ambientale dell’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente n. 99 di data 21 febbraio 2024.

2) Nel corso dell’istruttoria della conferenza dei servizi, il Comune di Trento, ha manifestato delle preoccupazioni sui possibili effetti che l’intervento potrebbe avere sulle sorgenti in loc. Acquaviva, in relazione al ruolo strategico che le stesse svolgono quale fonte di approvvigionamento idrico per usi potabili per la città di Trento. Gli approfondimenti di carattere idrogeologico effettuati dai proponenti, hanno portato alla conclusione che non è possibile escludere un contatto con l’acquifero a valle dell’area di intervento, in relazione alle caratteristiche di permeabilità che presenta il sottosuolo in quella porzione di territorio.

Per tale ragione, ad esito della Conferenza dei Servizi preliminare, sono stati proposti degli accorgimenti di carattere tecnico finalizzati alla riduzione del rischio che prevedono una selezione accurata in termini granulometrici e qualitativi del materiale eventualmente da utilizzare per la rimodellazione, oltre alla realizzazione di sistemi di raccolta della acque superficiali, a sistemi di monitoraggio in continuo e l’applicazione rigorosa delle indicazioni 11 contenute delibera della Giunta Provinciale n. 765 del 5 maggio 2023 relativa all’utilizzo di sostanze compatibili per il trattamento di colture.

Riguardo all’affermazione: “Stando a quanto ci viene riferito, infatti, pare che da un lato i due Comuni di Besenello e Trento – che utilizzano la sorgente di Acquaviva – APRIE, Servizio geologico, Servizio foreste e APSS esprimono una forte contrarietà al progetto presentato da Acquaviva Società Agricola srl”, va ricordato che la sede di valutazione è quella delle procedure di screening (di cui al punto 2) in cui le strutture tecniche si esprimono. Ciò premesso, con riferimento ai quesiti si riferisce quanto segue:

1. la proposta iniziale della Soc. Agricola Acquaviva ipotizzava l’utilizzo di circa 1 milione di metri cubi di materiale. La proposta sottoposta a verifica di assoggettabilità prevede l’utilizzo di circa 200.000 metri cubi per la rimodellazione a monte e di circa 300.000 metri cubi nell’area di fondovalle messa a disposizione dai proponenti. Si tratterebbe, pertanto, di circa 1⁄4 del quantitativo totale previsto per lo scavo delle gallerie. Certamente la sua vicinanza alle aree di cantiere dell’imbocco Sud ne favorisce un utilizzo ottimale consentendo la selezione del materiale di risulta degli scavi in loco e la sistemazione finale tramite percorsi dei mezzi relativamente brevi. Ciò non esclude la possibilità di conferimento di terre e rocce da scavo in altri siti, pur con costi di trasporto e ricadute sulla viabilità maggiori;

2. in base dell’esito della procedura di screening conclusa con il Provvedimento del Dirigente dell’Agenzia n. 99 di data 21 febbraio 2024, il progetto dovrà essere sottoposto a procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale. Il Servizio Geologico ha già fatto presente che sarà necessario redigere ulteriori approfondimenti idrogeologici al fine di determinare le opere e le misure più idonee per prevenire fenomeni di interferenza e potenziali inquinamenti;

3. nel corso dei tavoli tecnici relativi al progetto di cui trattasi non è mai emerso un tema di interferenza tra l’acquifero e altri interventi precedentemente realizzati;

4. la tutela dell’acquifero dell’Acquaviva è prioritaria sia per l’Amministrazione provinciale che per quella comunale. Le verifiche e gli accorgimenti descritti in premessa sono finalizzati al raggiungimento di questo obiettivo;

5. il parere dell’Amministrazione provinciale è determinato dall’esito delle valutazioni della procedura di screening precedentemente citata che ha stabilito la necessità di sottoporre il progetto a Valutazione di Impatto Ambientale;

6. la destinazione del materiale sarà determinata nell’ambito del Piano di Utilizzo delle Terre che Rete Ferroviaria Italiana, proponente dell’opera, deve predisporre per la gestione dei materiali di scavo delle due gallerie ferroviarie (Progetto esecutivo opere di parte B). Il CMST non trova soddisfacenti le risposte fornite dall’assessora Zanotelli e ritiene che debbano essere fatti ulteriori approfondimenti sui temi posti.

 

6. Ulteriori domande a RFI SpA, ITF SpA e Consorzio Tridentum e alle imprese proprietarie delle aree del SIN TRENTO NORD e aree limitrofe

Domanda n.1

Lo scavo della trincea TR02 interessa l’acquitardo posto nel sottosuolo dell’ex scalo Filzi?

 

Domanda n.2

Come si intende potenziare l’attuale barriera idraulica posta a sud dell’ex area SLOI? 12

 

Domanda n.3

Quali costI di investimento e di gestione annua avrà la barriera idraulica potenziata, posta anche a valle dell’ex area Sloi?

 

Domanda n.4

I risultati delle analisi delle acque contaminate e depurate, durante il funzionamento dell’attuale barriera idraulica sono stati pubblicizzati?

 

Domanda n.5

E’ stata presa in considerazione la possibilità di richiedere ai ministeri competenti del governo nazionale le risorse per un progetto di bonifica integrale del SIN TRENTO NORD e delle aree limitrofe contaminate?

 

Domanda n.6

La suddivisione del progetto esecutivo in parte A e in parte B è stata fatta sulla base di quale norma di legge?

 

Domanda n.7

Quando verrà reso pubblico l’intero progetto esecutivo?

 

Domanda n.8

E’ vero che nella fase realizzativa verranno impiegate n. 2 frese TBM anziché n. 4? Quali conseguenze avranno tali modifiche realizzative dal punto di vista dei rischi ambientali e della sicurezza del lavoro?

 

Domanda n.9

E’ vero che si sta esaminando la possibilità di variare il tracciato del lotto 3 A, spostando più a Nord l’imbocco Nord della galleria Trento?

Domanda n.10

Nel caso questa variante di tracciato del lotto 3 A venisse realizzata (realizzazione di una parte del lotto 5) quali maggiori costi sarebbero necessari e quali minori si realizzerebbe?

 

7.Conclusioni

Il CMST ha presentato in diverse occasioni osservazioni e proposte sul lotto 3 A circonvallazione di Trento senza avere risposte e valutazioni esaurienti da parte degli attori che intervengono nei processi decisionali per tale opera. Il CMST ritiene che la realizzazione di tale opera, insieme al lotto 3 B di Rovereto rappresenta una concreta opportunità per implementare un sistema di mobilità sostenibile in Trentino per il trasporto di persone e merci.

Inoltre si ritiene indispensabile adottare, da parte delle autorità competenti, i necessari provvedimenti per l’eliminazione e il superamento delle criticità che si sono manifestate durante la fase autorizzativa e ottemperate tutte le prescrizioni e raccomandazioni. 13 In sostanza il CMST ritiene che la progettazione e realizzazione dovranno essere fatte nel massimo rispetto dell’ambiente e nella salvaguardia della salute e sicurezza della popolazione residente e dei lavoratori.

A tutt’oggi però queste criticità, evidenziate nei Dossier del CMST permangono e non vengono rappresentate sufficienti evidenze negli elaborati dei progetti che fanno supporre che esse siano state risolte e superate. Tale stato di fatto è motivo di preoccupazione della cittadinanza, che desidererebbe risposte rassicuranti ai numerosi quesiti posti. Comitato Mobilità Sostenibile Trentino “Ing. Alberto Baccega” 14



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