Cinture posteriori obbligatorie, mancato controllo del guidatore

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Sappiate che – una volta al volante – siete come i capitani di un aereo, responsabili di tutto quanto avviene nel veicolo: avete l’obbligo di verificare che i trasportati maggiorenni viaggino con la cintura allacciata.

Cinture posteriori obbligatorie

In caso di incidente, se il passeggero over 18 anni senza sistema di ritenuta subisce lesioni fisiche, e se si dimostra che il mancato allacciamento della cintura ha peggiorato le ferite, sarete chiamati in causa sotto il profilo penale: è vostra la colpa delle ferite, in tutto o in parte. Può scattare il reato di omicidio e lesioni stradali colposo, per negligenza, imprudenza, imperizia. Questa la sintesi della sentenza 46566/2024 della Cassazione (quarta sezione penale), che conferma l’orientamento già espresso in almeno sei occasioni in passato.

Accusa di omicidio stradale

L’omicidio stradale al guidatore per omesso controllo dei sistemi di ritenuta del passeggero maggiorenne si applica anche quando l’automobilista era del tutto rispettoso delle regole del Codice della Strada. Viaggiava entro il limite di velocità, sobrio, rispettando la distanza di sicurezza, con la propria cintura allacciata, senza avere lo smartphone in mano. Il problema è che non ha controllato a sufficienza se il trasportato avesse la cintura allacciata. 

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Codice della Strada: discorso diverso

Viceversa, se il passeggero over 18 non allaccia la cintura, paga la multa: 83 euro. Ma questo è un altro discorso. Sotto il profilo penale, colpevole (in tutto o in parte) è il guidatore se si verifica un sinistro con lesioni.

Il passeggero che non mette le cinture deve scendere

Pertanto, o il passeggero viaggia con la cintura, o il guidatore ferma l’auto, fa scendere il trasportato (in condizioni di sicurezza) e prosegue il viaggio senza di lui. È un suo diritto, sancito dalla Cassazione. O si fa lo spostamento nella massima sicurezza stradale per le persone, rispettando il Codice Penale, oppure lo spostamento non avviene. Anche stavolta, la Cassazione lo dice chiaro e tondo, come leggerete qui in basso.

Incidente e sentenza

Partiamo dal caso della sentenza della Cassazione: anni fa, di notte e su asfalto scivoloso, una donna guida una Fiat Punto con più passeggeri; quello seduto dietro a sinistra non indossa la cintura. Sbuca un cane randagio d’improvviso in mezzo alla strada: la vettura sbanda, esce dalla carreggiata, si capovolge, va a sbattere contro la recinzione di un centro commerciale. Il trasportato senza ritenuta muore (i periti, analizzando dinamica e luogo del sinistro, arrivano a stabilire che fosse senza cintura).

Il passeggero che non mette le cinture deve scendere

Il 6 marzo 2024, il Tribunale di Frosinone assolve la signora dal reato a lei ascritto: niente omicidio stradale per la morte del passeggero senza cintura. Infatti, l’automobilista stava guidando nel massimo rispetto del Codice della Strada: a 65 km/h su un tratto col limite di 90 km/h. Perfetta la serie di manovre emergenziali poste in essere dalla conducente. Inoltre, la Punto non era dotata di sistemi acustici atti a segnalare il mancato utilizzo delle cinture: non era esigibile che la signora potesse compiere, durante la marcia, una continua verifica in tal senso.

Ricorso alla Cassazione

Avverso la sentenza, propone ricorso immediato il Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Roma. Motivo: risponde di omicidio colposo chi, prima di intraprendere la marcia del veicolo con passeggeri a bordo, non esige che costoro indossino la cintura di sicurezza, verificando che lo facciano e in caso di renitenza, rifiuti il trasporto. E continuando a verificarlo durante la marcia, anche con l’aiuto degli altri passeggeri trasportati, interpellando direttamente il passeggero.

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Il Tribunale di Frosinone ha assolto la signora accusata di omicidio stradale, assoluzione poi annullata dalla Cassazione

Il perito nominato dal Tribunale ha concluso nel senso che l’uso da parte del passeggero del dispositivo ne avrebbe potuto, ragionevolmente, evitare la morte. La signora non ha preteso dai passeggeri, prima di mettersi in marcia, che indossassero le cinture.

Cosa dice la Cassazione

Il ricorso è fondato. Donna colpevole di omicidio stradale. Motivo: è indirizzo consolidato della Suprema Corte quello secondo cui il conducente di un veicolo è tenuto, in base alle regole della comune diligenza e prudenza, ad esigere che il passeggero indossi la cintura di sicurezza. E, in caso di sua renitenza, anche a rifiutarne il trasporto e omettere l’intrapresa marcia. Gli ermellini lo hanno detto e ripetuto una mezza dozzina di volte (specie con la 39136/2022). La Cassazione annulla la sentenza impugnata e rinvia per nuovo giudizio alla Corte di appello di Roma.

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