Bonus colf e badanti, è polemica: adesso si arriva a 3.900 euro, è giusto darlo anche ai poveri? Come vanno spesi i soldi

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Polemica sul bonus colf e badanti: è giusto darlo anche ai poveri? Il quesito sui quasi 4000 euro all’anno per l’assistenza 

Se vi stavate chiedendo quali fossero i bonus che in Italia sono destinati a coloro che hanno bisogno di colf e badanti dovete sapere che non c’è un’unica offerta, bensì ci sono 2 sovvenzionamenti cumulabili che possono essere richiesti. Tra gli incentivi messi in campo spicca Cas.sa Colf: il sostegno economico per chi si occupa di assistenza domestica può arrivare fino a 3.900 euro all’anno: 3.600 euro distribuiti mensilmente e un bonus maternità una tantum di 300 euro.

Bonus colf e badanti, è polemica: adesso si arriva a 3.900 euro, è giusto darlo anche i poveri? -trading.it
  • Il Bonus da 3.600 euro annui
    Questo incentivo consiste in un rimborso mensile di 300 euro per i datori di lavoro che assumono colf o badanti e che si trovano in una condizione di non autosufficienza. Per accedere a questo bonus è necessario aver versato contributi per almeno un anno – ossia quattro trimestri consecutivi, con un minimo di 25 euro per trimestre – e non aver ancora compiuto i 60 anni. La non autosufficienza viene accertata da un medico inviato da Cas.sa Colf, che valuta se il richiedente è in grado di compiere autonomamente attività quotidiane come lavarsi, vestirsi, spostarsi o nutrirsi.
  • Bonus maternità da 300 euro una tantum
    Questo bonus è destinato ai datori di lavoro che devono sostituire temporaneamente la propria colf o badante durante il periodo di maternità. Anche in questo caso è richiesto di aver versato almeno un anno di contributi alla cassa e di presentare la documentazione che attesti l’assunzione del sostituto.

Complessivamente, questi incentivi possono tradursi in un sostegno massimo annuale di 3.900 euro, una cifra che, a prima vista, potrebbe apparire particolarmente allettante per alleggerire le spese legate all’assunzione di personale domestico, ma in realtà chi si trova in una condizione di disagio simile, sa bene che sono cifre irrisorie. In Italia oltre al bonus Colf e badanti, c’è anche la possibilità di richiedere un’invalidità e un accompagnamento. Nel caso in cui l’invalidità fosse diagnosticata al 100%, quindi con mancanza di autosufficienza, si avranno altri incentivi, tra cui un accompagnamento di circa 500 euro mensili (cifra che cambia di anno in anno). Inoltre, per quanto riguarda il bonus colf erogato dallo Stato, quest’ultimo permette di portare in detrazione al 19% la spesa sostenuta per il versamento dei contributi di colf e badanti (fino a un massimo di 2.100 euro l’anno) ed è cumulabile con quello di Cas.sa Colf, essendo appunto due bonus separati e distinti.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

La polemica: il bonus colf e badanti è giusto darlo anche ai poveri?

Il nostro titolo è ovviamente provocatorio e orientato a mettere in luce una questione che fa molto riflettere. Nonostante i bonus indetti sembrino sempre rivolti alle fasce meno abbienti, sappiamo anche che in realtà non è così. Le fasce di popolazione che rasentano la povertà assoluta non hanno molta assistenza.

colf e anziana
La polemica: il bonus colf e badanti è giusto darlo anche ai poveri?   -trading.it

Il nostro non vuole essere un semplice slogan, ma un invito a riflettere su come, a volte, le politiche di sostegno sembrino orientate a favorire chi ha già risorse, lasciando poco spazio alle fasce più deboli della popolazione che con quel piccolo contributo non riescono a venir fuori da una situazione che mette spalle al muro la dignità delle famiglie.

Il legalitarismo e la solidarietà dovrebbero guidare le scelte del nostro vivere civile. Alcuni politici, infatti, vengono accusati di essere “avari” nel riconoscere bonus sufficienti a garantire un reale aiuto alle fasce più deboli, non possiamo che evidenziare il fatto che anche se a parole vengano pronunciati ed enunciati diversi bonus, nel concreto, la soglia della povertà è un dato sempre più preoccupante e nessuno sembra interessato a entrare nel merito. Questo supporto marginale però fa riflesse su dati come Pil e sviluppo, e sul relativo rallentamento dell’economia italiana (che segue ovviamente anche tante altre variabili).

Dovremmo riflettere sul fatto che i nostri padri costituenti abbiano ben specificato quanto l’Italia dovrebbe essere attenta a garantire assistenza a chi non potrebbe permettersi di far fronte alle spese necessarie per la cura della propria salute e del proprio benessere per garantire l’accesso ai servizi essenziali e a una qualità di vita dignitosa. Quindi, sempre per provocazione, chiediamo: siamo sicuri che queste famiglie stanno ottenendo i sussidi per una vita dignitosa?

Il quadro normativo e la tutela del lavoro domestico

È inoltre importante ricordare che il lavoro domestico in Italia è regolato da una serie di leggi e normative che tutelano sia i diritti dei lavoratori (colf e badanti) sia gli obblighi dei datori di lavoro. Dal CCNL del lavoro domestico alle disposizioni del Codice Civile, fino alle norme in materia di assicurazioni INPS e INAIL. Ve le elenchiamo nel dettaglio:

  1. Legge 2 Aprile 1958, n. 339: Fondamentale per la tutela del rapporto di lavoro domestico, stabilisce diritti e doveri sia per i lavoratori che per i datori di lavoro.
  2. Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro Domestico (CCNL): Rinnovato nel 2020, regola le condizioni di lavoro, le retribuzioni e i diritti dei lavoratori domestici, prevedendo diverse categorie di inquadramento a seconda delle mansioni svolte.
  3. Codice Civile: Gli articoli 2240-2246 disciplinano il contratto di lavoro domestico, equiparando i lavoratori domestici agli altri lavoratori subordinati in termini di diritti.
  4. Assicurazione INPS e INAIL: I datori di lavoro sono obbligati a iscrivere i lavoratori domestici all’INPS per garantire pensione e indennità di maternità, e all’INAIL per coprire eventuali infortuni sul lavoro.
  5. Legge 28 Gennaio 2009, n. 2: Ha introdotto modifiche significative al settore del lavoro domestico, migliorando la protezione dei diritti dei lavoratori.
  6. Convenzione OIL C189: L’Italia ha ratificato questa convenzione che tutela i diritti dei lavoratori domestici a livello internazionale, promuovendo condizioni di lavoro dignitose.
  7. D.P.R. 31 Dicembre 1971, n. 1403: Stabilisce norme specifiche per il lavoro domestico, inclusi gli obblighi riguardanti la registrazione e la documentazione del rapporto di lavoro.
  8. Legge 104/1992: Pur non prevedendo permessi specifici per colf e badanti nell’assistenza a familiari disabili, è importante per inquadrare i diritti degli altri lavoratori.

Il giusto comportamento da parte dei datori di lavoro

Oltre alle normative, esistono vari rischi legati all’assunzione di colf e badanti, che è fondamentale conoscere per evitare problematiche future. Le sanzioni amministrative per la mancata registrazione corretta del contratto, ad esempio, o il mancato versamento dei contributi previdenziali. Inoltre si ha la responsabilità civile in caso di infortuni non coperti dall’assicurazione Inail, e di non abusare della disponibilità del lavoratore.

mani anziane e mani giovani
Il giusto comportamento da parte dei datori di lavoro  -trading.it

Le complicazioni legali poi possono sorgere in mancanza di contratti scritti, o ancora in caso di licenziamento senza aver seguito le giuste procedure, oppure ancora quando non vengano rispettate le minime salariali previste dal CCNL. Va infine ricordato l’impatto fiscale: le spese per colf e badanti incidono sulla dichiarazione dei redditi, rendendo fondamentale una corretta documentazione per evitare problemi con l’Agenzia delle Entrate. Dunque non ci sono particolari vincoli o differenze sociali nell’ottenere un aiuto per la colf o la badante, ma queste devono essere in regola, senza se e senza ma.



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