Undici ristoranti locali
serviranno, alternandoli, menù a base di polenta e prodotti
tipici di grande qualità ma sarà un assaggio a 360 gradi delle
eccellenze enogastronomiche del territorio. E’ una tradizione
che si rinnova da 19 anni l’appuntamento con “Una domenica
andando a polenta”: prenderà il via il 9 febbraio e per sei
domeniche fino al 16 marzo. La manifestazione è stata ideata e
organizzata da Alfiero Verdini, presidente dell’Accademia Misena
di Roccacontrada, l’antico nome di Arcevia, provincia di Ancona.
Qui e nel territorio circostante dal 2005 si svolge l’evento
apprezzato ed amato dai marchigiani ma anche da turisti
provenienti da altre regioni.
Le sei “Domeniche andando a polenta” prevedono tre
appuntamenti a partire dalla seconda domenica di febbraio e tre
appuntamenti le prime tre domeniche di marzo: le date sono 9,
16, 23 febbraio e 2, 9, 16 marzo. I ristoranti coinvolti
offriranno un doppio menù alternato ogni settimana, disponibile
solo a pranzo.
L’edizione 2025 è stata presentata in Regione. Sono
intervenuti l’assessore all’Agricoltura e allo Sviluppo
economico, Andrea Maria Antonini, la sindaca di Arcevia, Marisa
Abbondanzieri, l’assessora alla Cultura di Arcevia, Paola
Petroni, l’assessore dell’Unione dei Comuni “Le Terre della
Marca Senone” e sindaco di Ostra Vetere Massimo Corinaldesi, la
funzionaria della Val Mivola Lara Massi e di Alfiero Verdini.
“Crediamo molto – ha detto Antonini – nel valore delle
produzioni tipiche ed autoctone, quale appunto è il mais
Ottofile di Roccacontrada, protagonista della manifestazione e
inserito nel repertorio delle tipicità regionali dal 2007. Il
nostro patrimonio storico e artistico è un elemento fondamentale
per l’identità locale e per la crescita economica sostenibile.
Attraverso un utilizzo intelligente delle risorse, possiamo
creare opportunità e promuovere un turismo consapevole.
L’agricoltura e i prodotti tipici rappresentano un legame tra
passato e futuro. È essenziale – ha sottolineato l’assessore –
investire nella qualità, nella sostenibilità e nella promozione
delle eccellenze locali, affinché diventino strumenti di
sviluppo e innovazione. La nostra comunità deve collaborare per
integrare storia, cultura ed economia, trasformando questi
elementi in un racconto condiviso che attragga visitatori e
valorizzi il territorio. Il settore della ristorazione, ad
esempio, gioca un ruolo chiave nel comunicare la nostra identità
attraverso l’enogastronomia. Guardiamo avanti con
determinazione, affrontando le sfide con creatività e visione
strategica”.
Dal mais Ottofile si ricava una farina, poi macinata a
pietra. Questa farina è storicamente una dei protagonisti della
cucina povera locale, utilizzata in particolare per la
preparazione di polente, una delle eccellenze tipiche di
Arcevia. La coltivazione fiorente di questa specie di mais, nel
corso del ventesimo secolo, è stata progressivamente soppiantata
da ibridi che garantivano una maggiore produttività a scapito
però delle caratteristiche organolettiche: proprio da queste
deriva una farina dal profumo delicato, l’aroma intenso e il
sapore molto gradevole, molto apprezzata non soltanto nelle
Marche ma anche in manifestazioni fieristiche nazionali ed
internazionali.
“La riscoperta di sapori antichi – ha continuato Antonini –
frutto di materie prime sapientemente lavorate e tramandate nel
tempo, contribuiscono ad accrescere la valorizzazione delle
produzioni locali marchigiane e ad affermarne il carattere
identitario del luogo e del territorio, obiettivi prioritari per
la Regione Marche”.
“Quando Alfiero Verdini e il sindaco di allora la idearono –
ha raccontato la sindaca Abbondanzieri – fu una vera intuizione.
Da allora, in questo periodo, numerosi cittadini, turisti,
famiglie provenienti da un bacino via via più ampio raggiungono
il nostro territorio per passare una domenica a contatto con
l’esperienza enogastronomica, il patrimonio artistico, le visite
ai musei, il teatro e l’intrattenimento. Enogastronomia, cultura
ed arte rappresentano cardini fondamentali per il turismo delle
aree interne, che può essere destagionalizzato rispetto alla
sola estate. L’Amministrazione comunale sostiene e ringrazia
tutti che si adoperano per la riuscita della manifestazione,
frutto della qualità della nostra ristorazione, della passione,
del lavoro e della fantasia di tutti gli imprenditori che hanno
investito in questa direzione”.
“Sulle nostre colline dell’Arceviese – ha spiegato Verdini –
dove si ergono nove meravigliosi borghi medievali, è ripresa non
soltanto la coltivazione del mais Ottofile e la tradizione della
vera polenta, preparata nei caldai di rame battuti a Force, ma
anche quella del farro a Loretello, Piticchio, Magnadorsa, della
vite e dell’ulivo a Nidastore, Montale, Piticchio e Palazzo,
dello zafferano e del nocciolo ad Avacelli”.
L’Accademia Misena ripropone poi dal 2012 questa riscoperta
di sapori e profumi delle antiche usanze popolari delle Marche
con un altro evento, in questo caso in programma ad ottobre e
chiamato “Una domenica andando per primi”, per un’offerta
turistica ed enogastronomica completa. “Le domeniche di Arcevia
– ha ricordato Verdini – uniche ed irripetibili nel loro genere,
sono rinomate ben oltre le Marche per la raffinata ospitalità e
professionalità dei ristoratori, l’eccellenza dei prodotti,
l’ambiente, il clima, e il patrimonio artistico e culturale del
territorio”.
I ristoranti coinvolti nell’iniziativa sono: Agriturismo Il
Leccio (Colle Aprico), Ai Pini (Arcevia), Fattoria Bio Casale
Venezia (Nidastore), Il Rustico (S. Apollinare)
La Baita (Monte S. Angelo), La Cantina di Bacco (Ripalta), La
Grotta di Loretello (Loretello), Le Betulle (Avacelli), Osteria
Nido dell’Astore (Nidastore), Park Hotel (Arcevia), Piccolo
Ranch (S. Pietro in Musio), Pinocchio (Arcevia), Stazione di
Posta (Magnadorsa)
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