Poker online: dall’Italia all’Ontario tutto ruota attorno alla liquidità

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I mercati di poker online nazionali sono destinati prima o poi a ristagnare e l’unica soluzione per un gioco peer to peer è una liquidità il più possibile condivisa e aperta tra nazioni, pool e network. Il caso dell’Ontario analizzato da Pokerfuse con dovizia di particolari dimostra come una provincia di 14 milioni di abitanti, prima o poi subisca un decremento della sua curva di crescita. Il caso dovrebbe far riflettere l’Italia, che ha ancora sul tavolo del regolatore la proposta di liquidità internazionale di una room e che potrebbe anche arrivare “a dama”, affrontando l’impulso dato dalla creazione del colosso di poker online tra PokerStars e Sisal, due room all’interno del gruppo Flutter Entertainment. Impulso che, però, alla lunga, potrebbe fermarsi sempre per colpa di un mercato chiuso.

Andiamo per ordine. Il mercato del poker online dell’Ontario sembra aver raggiunto un plateau, con dati recenti che indicano che il 2025 potrebbe essere un anno in ribasso, a meno che non si verifichi un cambiamento importante, come il ritorno della provincia alla liquidità condivisa internazionale.

Gli ultimi dati di iGaming Ontario (iGO) mostrano che le sei room di poker online dell’Ontario hanno generato 16 milioni di CAD di entrate tra ottobre e dicembre. Ciò segna un calo rispetto ai 17 milioni di CAD registrati nello stesso periodo dell’anno precedente.

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Le entrate lorde del gioco sono diminuite anno su anno in ciascuno dei tre mesi: ottobre ha visto un calo del 2%, novembre è sceso del 4% e dicembre è sceso del 7%, con le scommesse che hanno seguito un simile trend al ribasso.

Per la prima volta, da quando è stato lanciato il mercato del poker online regolamentato dell’Ontario, un trimestre ha registrato un calo anno su anno.

In totale, i ricavi del poker online per il 2024 hanno raggiunto i 67,7 milioni di CAD, un aumento rispetto ai 63 milioni del 2023, ma che segnala una crescita pressoché piatta.

La liquidità internazionale potrebbe rilanciare il mercato del poker online dell’Ontario? Si domandano i colleghi. In effetti, senza una significativa scossa, il 2025 potrebbe essere un anno negativo per il mercato del poker online dell’Ontario. La probabilità che un nuovo operatore entri nel settore rimane bassa, tra l’altro. L’unico fattore di svolta sarebbe il ritorno dell’Ontario alla liquidità condivisa internazionale, che potrebbe fornire una spinta tanto necessaria alle entrate del poker peer-to-peer.

Il problema è legale e la liquidità potrebbe tornare, visto che la Corte d’appello dell’Ontario ha ascoltato le argomentazioni sulla questione a novembre e, sebbene sia prevista una decisione, la tempistica rimane incerta: potrebbero volerci settimane o addirittura mesi.

Una sentenza favorevole della corte potrebbe cambiare le carte in tavola per la provincia, consentendo ad operatori come PokerStars, GGPoker, PartyPoker (parte della BetMGM Network) e 888poker di ricollegare i loro pool di giocatori dell’Ontario con le loro reti globali. Ciò porterebbe a montepremi dei tornei più grandi, partite in denaro più attive 24 ore su 24, e un modesto aumento delle entrate, contribuendo a rivitalizzare il mercato.

 





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E l’Italia? Tutto è fermo alla proposta di GGPoker e potrebbe tornare in auge nonostante il riordino del gioco online non abbia calcolato minimamente l’interesse del Governo a mettere sul piatto la possibilità di aprire la liquidità internazionale.

Detto questo, le parole di Enrico Rusi, nuovo manager per l’Italia di PokerStars, hanno confermato il ritorno di tanti giocatori dormienti grazie al rilancio del Sunday Million dei record. Grazie ad un’offerta importante di poker online, i player giocano eccome sui siti con concessione italiana o del Paese in cui operano. Il problema è fino a quando durerà l’onda anomala visto che, come detto, rimanere nella pool nazionale non può che portare sempre allo stesso risultato alla lunga. Ovviamente il momento buono va vissuto alla grande e andrà avanti per molto tempo. Per il futuro, però, l’ideale rimane sempre una liquidità condivisa internazionale.







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