Pale eoliche, a rischio migliaia di ettari di Morellino e centinaia di agriturismi

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SCANSANO. 11 pale eoliche alte 200 metri l’una, lungo una linea quasi dritta di 14 km, da Perazzeta, sotto l’Arcille, fino praticamente a Montiano, attraverso la terra del Morellino: questo è l’impatto del progetto, a cui tutti sono contrari, del parco eolico proposto dal Gruppo Visconti, con la società Scansano Srl. Gruppo Visconti che ha presentato un progetto anche a Pitigliano, con la Pitigliano Srl.

Una larga fetta di Maremma sulla quale insistono numerose aziende vitivinicole importanti: per esempio Le Pupille è a due passi, Podere 414 proprio nel mezzo. Ma non sono le sole, ci sono 1500 aziende e 200 agriturismi in quell’area.

Il gruppo Visconti, almeno stando a quanto scritto sul loro sito ufficiale, ha sede a Milano, ma telefono con il prefisso di Foggia (0881). Peraltro il sito è incompleto, con le pagine interne ancora con il testo standard usato per riempire gli spazi e i link che non funzionano. Sempre sul sito si legge che il fondatore è Antonio Visconti, insieme a Laura Zingarelli.

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Il progetto adesso è alla valutazione di impatto ambientale del ministero, sul sito dedicato ci sono tutte le relazioni, le osservazioni e i pareri: quasi 250 documenti. Il termine per la presentazione delle osservazioni scadeva mercoledì 5 febbraio.

Al tempo stesso è già stato definito il piano completo degli espropri. Centinaia di particelle, dal seminativo, al bosco, ma anche oliveti e vigneti.

Peraltro in tutta la Maremma ci sono richieste complessive per 30 parchi eolici in 14 Comuni, sono 67 in tutta la Toscana. Quindi la Maremma, da sola, ne ha quasi la metà del resto della Regione. Il saccheggio è in atto.

Il “Parco Eolico di Scansano”, in provincia di Grosseto, nei comuni di Scansano e Magliano, ha una potenza totale di 79,2 MW e una produzione annua stimata pari a 221.760 MWh/a.

L’impianto si compone di 11 aerogeneratori Vestas V-172, ognuno con una potenza pari a 7,2 MW e distribuiti in modo lineare da nord a sud lungo una linea di circa 14 km.

L’impianto si divide in due aree:

  • in quella nord, ricadente nel comune di Scansano, sono ubicati gli aerogeneratori WTG-1, WTG-2, WTG-3, WTG-4, WTG-5 e WTG-6;
  • nell’area sud, nel comune di Magliano in Toscana, sono locati gli aerogeneratori WTG-7, WTG-8, WTG-9, WTG-10 (ricadente nel comune di Scansano), WTG-11 e la sottostazione elettrica, tramite la quale avverrà l’immissione dell’energia prodotta, nella rete nazionale.

Le opere di connessione alla rete elettrica, prevedono la realizzazione di un cavidotto  interrato, della lunghezza di circa 45 km, che giungerà alla nuova sottostazione elettrica  della rete nazionale a Poggio Maestrino, all’incrocio tra la S.P. 16 di Montiano e la S.P. 9 di Aione, allacciata all’elettrodotto da 132 kV di Montiano – Orbetello.

Le turbine eoliche di modello V-172 hanno una lunghezza della pala di 84 m, un’altezza al mozzo pari a 114 m ed un’altezza al top della pala pari a 200 m.

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La zona del Parco Eolico Scansano
L'ubicazione dei generatori e del cavidotto
L’ubicazione dei generatori e del cavidotto

Prima dell’installazione degli aerogeneratori saranno previste delle opere civili, per adeguare la viabilità principale e secondaria al passaggio dei mezzi di trasporto delle componenti meccaniche delle macchine, ed alla loro gestione e manutenzione.

Su tutto il percorso dei mezzi d’opera interno all’area di cantiere delle piazzole, si dovrà realizzare una strada di 6 m di larghezza, con spazi laterali liberi.

Quindi, nel suo complesso, il progetto prevede

  • Realizzazione di 11 piazzole, di dimensioni circa 59,5×45,5 m in fase di esercizio, propedeutiche all’installazione di altrettanti aerogeneratori per la conversione dell’energia eolica in energia elettrica. Gli aerogeneratori sono distribuiti lungo l’allineamento che permette lo sfruttamento migliore della risorsa eolica compatibilmente con gli aspetti orografici e paesaggistici;
  • realizzazione delle opere di fondazione delle torri;
  • adeguamento delle 2 viabilità esistenti post trasbordo per il collegamento con la viabilità dei due siti (viabilità avvicinamento ai siti);
  • adeguamento della due viabilità esistenti dei siti nord e sud, per il trasporto degli aerogeneratori (viabilità di sito);
  • realizzazione delle 11 viabilità di accesso alle piazzole;
  • realizzazione del cavidotto di collegamento tra gli aerogeneratori e di collegamento alla cabina elettrica dell’impianto e alla rete elettrica esistente;
  • realizzazione della nuova sottostazione di connessione alla rete elettrica.

Agricoltori contrari, politica contraria. Ma per ora si va avanti

Le tre associazioni di categoria degli agricoltori (Coldiretti, Confagricoltura, Cia) sono profondamente contrarie ad un progetto che rischia di deturpare per sempre il cuore del Morellino e il paesaggio della Maremma. 

I sindaci di Magliano e Scansano sono in allarme e non hanno molte armi per dare risposte ai propri cittadini e alle aziende.

Il sindaco di Grosseto, Vivarelli Colonna, ha incontrato il sottosegretario all’Ambiente, Claudio Barbaro. E anche il parlamentare Fabrizio Rossi ha preso una dura posizione.

Il problema è che, al momento, la legge nazionale consente a chi propone questi progetti di scavalcare gli Enti locali, Comuni, Province, anche la Regione, andando direttamente al ministero dell’Ambiente. E, non ce ne vogliano per la battuta, chi lavora sulla Cristoforo Colombo, assediato dal traffico romano, cosa deve saperne delle dolci colline coltivate a vite del Morellino?

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Così la battaglia per fermare il progetto è in corso.

Parco eolico di Scansano, il sindaco va al ministero

Il sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna ha avviato un percorso di confronto con il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, in particolare con il sottosegretario Claudio Barbaro, che ha incontrato  a Roma.

All’incontro erano presenti anche l’avvocato Ettore de Conciliis, capo segreteria del sottosegretario Barbaro insieme con l’architetto Gianluigi Nocco, direttore generale delle valutazioni ambientali.

L’incontro, cordiale e costruttivo, è stato reso possibile grazie all’intercessione del senatore Petrucci, e ha permesso di esporre le problematiche percepite dal territorio grossetano, in particolare dai Comuni dell’entroterra.

Il sindaco Vivarelli Colonna, il sottosegretario Barbaro e la senatrice Petrucci
Il sindaco Vivarelli Colonna, il sottosegretario Barbaro e la senatrice Petrucci

Le preoccupazioni riferite riguardano l’ipotesi di realizzazione, sottoposta ad autorizzazione, di un parco eolico di massiva grandezza che rischia di interferire con le attività di oltre 1500 aziende e 200 allevamenti presenti nell’area interessata.

Il sindaco Vivarelli Colonna ha rappresentato al Mase la voce dei territori che sarebbero esposti, sia direttamente che indirettamente, da un parco eolico così imponente che potrebbe avere ripercussioni sull’operato di tradizioni e attività che, da anni, hanno reso il territorio noto a livello internazionale.

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Il ministero ha assicurato che, in applicazione delle funzioni attribuite dalla legge, saranno rigorosamente monitorati il corretto andamento procedurale degli atti amministrativi e la assoluta sostenibilità ambientale dell’opera complessivamente intesa. 

Inoltre, è stato evidenziato il distinguo tra le competenze del ministero dell’Ambiente, responsabile della valutazione ambientale, e quelle del ministero della Cultura, che si occupa invece dell’impatto paesaggistico con le conseguenti procedure legate al pronunciamento delle Soprintendenze.

Il sindaco Vivarelli Colonna si impegnerà insieme al senatore Petrucci e ai sindaci del territorio a fissare un incontro con il ministero della Cultura per affrontare questi aspetti. 

Fabrizio Rossi: «Uno sfregio al Morellino»

«Sulla possibile installazione di pale eoliche, 11, nella zona del Morellino di Scansano, trovo assurdo il solo fatto di averlo pensato, figuriamoci realizzarlo. Un intervento così invasivo in un’area DOP come quella tra i comuni di Scansano e Magliano in Toscana». A parlare è Fabrizio Rossi, deputato grossetano di Fratelli d’Italia componente commissione Ambiente della Camera.

«Non sono contrario alla produzione di energia proveniente da fonti rinnovabili – commenta Rossi, – ma bisogna usare buon senso quando andiamo ad individuare la collocazione. Scansano ha già dato il suo contributo: su quel territorio ci sono già installate pale eoliche. Quindi, adesso basta con altri impianti che deturperebbero paesaggio e arrecherebbero un notevole danno economico alle molteplici aziende agricole e agrituristiche della zona del Morellino. Per scongiurare tutto questo, mi sono già mosso avviando con il ministero competente un’interlocuzione, facendo pervenire la mia contrarietà».

«Il territorio dove sarebbe prevista l’istallazione delle pale – spiega il deputato di FDI – è una zona di pregio naturale, a forte vocazione agricola, turistica e soprattutto vitivinicola, culla della produzione del vino Morellino di Scansano. Un’eccellenza italiana conosciuta in tutto il mondo. Dal 1978 zona Doc, e dal 2007 Docg, frutto del lavoro decennale svolto dai viticoltori e vinificatori della zona, che, con l’eventuale installazione di queste pale, potrebbero veder vanificato in un attimo il lavoro svolto in decenni di sacrifici, e quello riguardante tutto il territorio circostante».

«La Maremma in particolare, ha già dato il proprio contributo allo sviluppo di energie rinnovabili. Quindi, adesso è arrivato il momento di dire basta a questa indiscriminata richiesta di nuove istallazioni di pale eoliche, che vedrebbero coinvolti anche altri comuni come quelli di Manciano, Pitigliano e Sorano e della cui utilità, sia per i cittadini che il territorio vi sono davvero tante riserve. Vi è una normativa chiara: Regione Toscana e Giani facciamo la loro parte, come il ministero competente sono certo che farà la propria per il bene di cittadini e territorio».

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Fusini: «Tutelerò la mia comunità in ogni sede»

Sulla tutela del territorio dagli impianti ad energie rinnovabili ad alto impatto paesaggistico il Comune di Magliano in Toscana non abdica al suo impegno in prima linea. Lo sottolinea il sindaco Gabriele Fusini, prendendo a pretesto la preoccupazione che si è diffusa tra i cittadini a seguito delle notizie sul parco eolico di Scansano.

«Per come interpreto il mio ruolo di sindaco voglio rassicurare tutti coloro che temono l’impatto negativo di questi mega impianti, sul fatto che, come già accaduto, sono pronto a tutelare la mia comunità e il mio territorio in ogni sede. Desidero ribadirlo perché i cittadini devono sentirsi garantiti dall’istituzione locale che li rappresenta e, per quanto riguarda l’attenzione all’impatto di questi mega impianti, possono stare sicuri che il Comune di Magliano si è opposto e continuerà a farlo, anche forte delle misure prese dalla Regione Toscana che, ad oggi, non ha autorizzato questo tipo di installazioni, abnormi, sul territorio».

Secondo Fusini, in questa fase, occorre non creare allarmismo, essere vigili e affidarsi alle istituzioni.

«Niente di nuovo è successo in questi giorni, si tratta del normale itinere di queste procedure che noi stiamo monitorando passo passo da oltre un anno. Niente è deciso quindi stiamo attenti a non creare noi stessi anzitempo un danno di immagine dal punto di vista turistico e non solo, anche per l’attrazione di eventuali investimenti, che non ci fa bene, perché si rischia di far passare l’idea che a breve da noi ci saranno più pale eoliche che ulivi».

«L’amministrazione comunale è ben attenta e vigile, in una continua relazione, come abbiamo avuto modo di ribadire più volte, con la Regione. Ci siamo mossi quando è stato necessario, come è avvenuto lo scorso mese di luglio, quando i nostri uffici hanno presentato le nostre osservazioni in stretta collaborazione con il l’avvocato Loriano Maccari, professore dell’Università degli studi di Urbino. I cittadini, privatamente, si sentano liberi di tutelarsi come ritengono opportuno ma sappiano che il loro Comune è già al lavoro anche per loro».

Cia: «Danni economici per il comparto agricolo»

Anche Cia Grosseto prende posizione sul Parco Eolico Scansano, segnalando che nella zona ci sono moltissime aziende agricole di pregio.

«Il territorio coinvolto è caratterizzato da un’importante presenza di attività agricole di pregio, che costituiscono un valore strategico non solo per l’economia locale, ma anche per l’identità culturale e paesaggistica della zona – afferma Claudio Capecchi, presidente di Cia Grosseto -. L’insediamento di impianti eolici di tale portata rischia di compromettere non solo le produzioni agricole, ma anche il valore immobiliare delle abitazioni, dei terreni e delle imprese operanti nel settore primario».

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«La presenza di infrastrutture di queste dimensioni genera, infatti, un impatto visivo significativo e potrebbe ridurre l’attrattività dell’area sia per gli investimenti che per il turismo rurale, settore rilevante per l’economia locale».

La Regione Toscana ha già espresso una posizione di contrarietà nei confronti di questo specifico insediamento eolico e per questo Cia-Grosseto parteciperà a tutti gli incontri istituzionali con i Comuni coinvolti per discutere e valutare le posizioni rispetto al progetto.

«La nostra posizione rimane chiara: non siamo contrari alla produzione di energia da fonti rinnovabili, ma contestiamo le modalità e le ubicazioni scelte per tali impianti. Riteniamo inaccettabile che un territorio di alto pregio agricolo e paesaggistico venga penalizzato da una scelta che non tiene conto degli impatti economici e sociali sulle comunità locali, senza alcun reale beneficio per il territorio che ne sopporta solo gli effetti negativi. Inoltre, un potenziale inquinamento acustico potrebbe compromettere ulteriormente la tranquillità delle abitazioni e degli agriturismi situati nella zona, danneggiando la quiete e il benessere che caratterizzano il soggiorno nelle strutture ricettive di quest’area, influenzando negativamente il flusso di turisti e le attività economiche locali».

Un ulteriore aspetto critico riguarda la distribuzione della produzione di energia rinnovabile nella Regione Toscana. Il territorio grossetano, così come altre province del sud della regione, già contribuisce in maniera significativa alla produzione di energia da fonti rinnovabili.

«Sarebbe dunque necessario un riequilibrio che permetta di individuare nuove aree per la produzione di energia rinnovabile in zone della regione dove il rapporto tra consumi e produzione è differente rispetto alla provincia di Grosseto» sottolinea Capecchi. 

Coldiretti: «È l’area con la più alta densità di agriturismi d’Italia»

Coldiretti sottolinea un aspetto non di poco conto: il parco eolico di Scansano sorgerà in una della aree a più alta densità di agriturismi d’Italia.

120 quelle nate, in questi anni, nei due comuni della maremma che hanno promosso, valorizzato e rilanciato il territorio e le sue produzioni agroalimentari e che sono valsi a Magliano la terza posizione nella classifica tra i dieci comuni con il maggior numero di strutture (91).

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Un primato – dicono da Coldiretti – che stride con il progetto delle pale del parco eolico di Scansano che si vorrebbe realizzare in mezzo a vigne, colline, case e stalle.

«Quel parco distruggerà la vocazione agricola, turistica, agroalimentare di pregio, ambientale e paesaggistica di un territorio come la Doc del Morellino di Scansano».

Pronti a mobilitare agricoltori e imprese

Sono durissime le parole del presidente di Coldiretti Grosseto, Simone Castelli che è pronto a mobilitare gli agricoltori e le imprese del territorio, a fianco dei cittadini, per impedire “lo scempio” di questo progetto e di tutti gli altri che società ed aziende stanno tentando di realizzare in provincia di Grosseto.

Sono una trentina i parchi eolici per cui è stata avanzata la richiesta di connessione alla rete elettrica nella sola Maremma, quasi la metà dei 67 previsti in tutta la regione. Progetti che interessano, oltre a Scansano e Magliano, altri 14 comuni.

«Siamo alla vigilia di quella che potrebbe essere la più grande e violenta trasformazione di un territorio degli ultimi 70 anni. – sentenzia Castelli – Siamo assolutamente contrari ai progetti che consumano suolo fertile destinato alla produzione alimentare e all’allevamento».

Coldiretti era stata la prima associazione a denunciare lo scorso 4 marzo i rischi che l’agricoltura ed il paesaggio, non solo della Maremma, ma di tutta la Toscana, stava correndo in seguito alla presentazione di decine di progetti per realizzare parchi solari ed eolici. Il Parco eolico di Scansano, se dovesse essere autorizzato, sorgerebbe in un’area densamente agricola dove operano 1.500 aziende tra cui 200 allevamenti. Se allarghiamo il perimetro anche ai comuni limitrofi di Pitigliano e Sorano allora i numeri raddoppiano.

«Siamo pronti a mobilitarci a fianco delle amministrazioni, ai cittadini e alle associazioni. Questo progetto, così come gli altri, rischiano di riportare all’anno zero il turismo rurale andando in aperto contrasto con le politiche a sostegno dell’agricoltura e dell’accoglienza messe in campo da Piano di Sviluppo Rurale e dal Pit. – spiega il presidente Castelli – Siamo pronti a scendere in piazza per far sentire la voce della campagna».

Coldiretti è reduce, proprio negli scorsi giorni, dall’audizione in Regione Toscana dove è entrata nel vivo la discussione sulla legge per l’individuazione delle aree idonee e non idonee per l’installazione dei Fer, gli impianti da fonti rinnovabili.

«La nostra posizione è sempre stata chiara. Coldiretti non si è mai opposta alle agroenergie ma ha lottato, portando in piazza migliaia di agricoltori, per salvaguardare il suolo dalle speculazioni energetiche chiedendo ed ottenendo con una legge nazionale il divieto di installare pannelli fotovoltaici a terra, una linea di principio che diventerà parte integrante della legge regionale. Così come abbiamo lottato per ottenere più risorse per permettere alle nostre aziende di realizzare sui tetti di stalle, fienili e serre i pannelli per abbattere i costi energetici».

«C’è molta preoccupazione tra le imprese soprattutto nei territori dove l’installazione di parchi solari ed eolici hanno un impatto devastante sul paesaggio che è parte integrante della qualità delle produzioni, dell’ambiente e della loro narrazione».

«La bozza di testo ha già recepito molte delle nostre osservazioni ma ci sono ancora alcune lacune ed elementi da migliorare e migliorabili in termini di coerenza rispetto alla legislazione nazionale e soprattutto di opportunità per il mondo agricolo».

Confagricoltura: «Lavoro a rischio per 4700  persone»

Anche secondo Confagricoltura: «Il parco eolico che ricade tra i comuni di Scansano e Magliano, non si può accettare. Un territorio ricco di storia e tradizioni agricole come la Maremma non può essere oggetto di tale sviluppo, premesso che come Confagricoltura condividiamo a pieno la politica di sviluppo delle energie rinnovabili e la necessità di arrivare ad un’autonomia energetica nazionale».

Attilio Tocchi, presidente di Confagricoltura Grosseto ha le idee chiare e le ha esposte in un lungo documento contenente le osservazioni alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, in merito alla realizzazione del Parco Eolico di Scansano.

Il presidente di Confagricoltura Grosseto, argomenta le osservazioni che sono state condivise con gli associati dei comuni interessati, le cui aziende, circa 570,  ricadono nel comprensorio previsto per la realizzazione del parco.

Si parla di oltre 13mila ettari, ossia il 96% delle superfici coltivate e boschive del territorio oggetto del parco, ove 1.435 ettari sono destinati a oliveti, a quasi l’80% dei 1.200 ettari sono occupati da vigneti DOC e con 193 aziende che svolgono attività ricettive di agriturismo.

«Orbene – spiega Tocchi -, queste attività occupano circa 4.700 lavoratori, tra stagionali e fissi, per un totale di oltre 111mila ore lavorative che portano 18milioni di euro nelle tasche dei lavoratori.  Aree in cui vi è una mancanza di vento necessario al massimo rendimento degli aerogeneratori e con lunghi periodi predominanti con totale assenza o con vento inferiore a 3m/s, il valore minimo sfruttabile. Quindi il calcolo della produzione annua di energia elettrica ipotizzato da chi vuole realizzare il parco è del tutto irreale e rende imprescindibile la predisposizione di un serio studio anemologico».

«Per non parlare poi dell’impatto acustico, monitorato solo per 24 ore in tre postazioni che da sole non possono essere rappresentative dell’area nel suo complesso e tali da avere una valutazione approssimativa. Il rumore – fa osservare Tocchi – è una preoccupazione comune a cui si aggiunge l’impatto sulla salute, il disturbo per la fauna e misure mitigative insufficienti. Inoltre, i siti prescelti non ricadono nelle aree idonee esterne a quelle non idonee, aree che la Regione Toscana non ha mai individuato per la realizzazione di impianti eolici».

«Ecco perché la localizzazione dei singoli aerogeneratori impatta  direttamente, oltre che sul piano acustico, anche dal punto di vista degli espropri dei terreni, sia per la collocazione delle torri, sia per la relativa viabilità di accesso».

Il presidente di Confagricoltura passa infine alla fredda analisi dei  numeri e se sul valore economico del progetto, oltre 5milioni di euro, non eccepisce, sulla ricaduta occupazionale apre una vistosa parentesi.

«La ricaduta occupazionale di minimo 15 dipendenti, che impone il bando del PNRR –  PNIEC – conclude – è ben poca cosa rispetto a mettere a rischio l’intero comparto agricolo che vale 4.700 lavoratori e con retribuzioni per 18milioni di euro. Ergo, il gioco non vale davvero la candela».

Decine e decine di osservazioni. Il caso di alcuni proprietari che verranno espropriati

Al ministero sono arrivate decine e decine di osservazioni, da Enti pubblici e da privati, anche dalle associazioni.

Fra le tante, che sottolineano il grande impatto del progetto sull’economia della zona e sul paesaggio, che poi sono aspetti strettamente collegati, nell’ultimo giorno utile (il 5 febbraio) l’avvocato Aldo Peronaci ha inviato una corposa documentazione. Per conto di una serie di soggetti che, a vario titolo, sono stati inseriti fra coloro che rischiano di essere espropriati per realizzare il parco eolico.

«Osservazioni dalle quali si ricava – spiega lo stesso avvocato, estensore delle osservazioni – che,-al contrario di quanto taluni commentatori superficiali, che parlano di “sindrome da Nimby”  (dall’inglese Not In My Back Yard, “Non nel mio cortile”, ndr) già insinuano- obiettivo unico dell’iniziativa è la tutela e la preservazione di quello che non può non ritenersi patrimonio collettivo dell’intera Maremma».

«La Maremma – si legge nelle osservazioni – attira sempre più visitatori, che ne apprezzano proprio l’aspetto naturale, la tranquillità, i silenzi, i panorami, i pro-dotti agricoli di eccellenza, e la frequentano, specialmente nelle campagne, nei tanti agriturismi che ormai la costellano (1248 nella Provincia, 91 nel territorio di Magliano in Toscana), consentendo consistenti integrazioni dei redditi agrari».

«Tale risorsa verrebbe radicalmente pregiudicata da interventi quali quello proposto: undici torri eoliche di duecento metri, con impatti visivi ed acustici devastanti, in 13 chilometri di territorio preservato ed aperto al turismo. Le strutture agrituristiche perderebbero immediatamente gli avviamenti acquisiti in termini di presenze e di clientela di ritorno (mediamente il 30 %); i valori fondiari si contrarrebbero in misura algebrica».

«Questo l’aspetto, intuitivo e condivisibile per senso comune, relativo agli effetti sull’economia maremmana, di cui non tratta affatto la documentazione di progetto, che in violazione dei principi e della filosofia propri di una V.I.A. semplicemente lo ignora». 

Gli effetti economici negativi

«Il progetto ignora del tutto gli effetti economici negativi, di doverosa evidenziazione in tema di iniziative che presentino, come quella in esame, ripercussioni ambientali: le quali, non essendo certamente soltanto paesaggistiche, non possono essere ignorate in una valutazione di impatto ambientale, che non può per definizione non estendersi agli effetti sull’economia del territorio».

«In particolare, la documentazione progettuale non evidenzia le ricadute negative sul paesaggio della fascia territoriale interessata, estesa per oltre 13 km da nord a sud, ma con ripercussioni visuali sulle amenità paesaggistiche dei luoghi, attese le dimensioni mastodontiche degli aerogeneratori, che riguardano in realtà oltre 130 chilometri quadrati – 13.000 ettari – di territorio (quasi un terzo dell’intera provincia)».

«E conseguentemente non evidenzia minimamente le ricadute negative di natura economico-patrimoniale sulle aziende agricole e sulle proprietà immobiliari della zona, che risentiranno pesantemente gli effetti di tali incompatibili introduzioni nel territorio, sia in termini patrimoniali assoluti (valore delle proprietà immobiliari, che deriva dalla attrattività del bene nel mercato degli immobili) che di reddito: come accennato, le strutture agrituristiche in particolare vedrebbero ridimensionarsi se non azzerarsi i ricavi, in misura proporzionale alla distanza dalle singole torri e relativa percepibilità in termini visuali, acustici e di emissioni».

«Infine ma non ultimo, sottraendo con indennizzi ridicoli terreni alle aziende agricole, per costruire oltre le torri decine di chilometri di strade nuove, per nulla utili alle aziende incise».

Le carenze di rilevazioni sul vento

«La relazione anemometrica prodotta è carente ed autoreferenziale, non indica le fonti, le cifre sono spesso illeggibili; né risulta fondata su indagini al riguardo estese nel tempo, come necessario. Anche se la relazione paesaggistica a pag. 4 parla di “prolungate campagne anemometriche fatte nella zona” (di cui non esiste però traccia), addirittura, a p. 10 la proponente confessa che ciascuno dei fattori esaminati “deve essere riconsiderato, solo dopo aver effettuato un’analisi anemologica più accurata mediante l’installazione, per un periodo di tempo sufficiente, di una torre anemometrica” (una, o undici?); e conclude, p. 11, che “Una valutazione più dettagliata verrà effettuata successivamente, mediante sopralluoghi sul posto in esame e con l’utilizzo di opportuni strumenti e sensori anemometrici».

«Quindi, secondo il proponente, l’intervento dovrebbe essere autorizzato al buio, a fiducia, e gli approfondimenti sul vento dovrebbero essere fatti durante i lavori, dopo l‘occupazione d’urgenza e gli espropri, magari dopo il montaggio delle torri».

La rumorosità del progetto

«Gli aerogeneratori producono vibrazioni e rumorosità accentuate causando, come tutti i rumori intensi e continui, disturbi relativi al sonno, stress, ansietà, e conseguenti problematiche psicologiche. A p. 43 della relazione paesaggistica la società proponente riconosce l’”impatto sonoro, ecologico e psicologico” degli aerogeneratori, ma in termini riduttivi e meramente assertivi. Anche alcuni animali risultano molto sensibili al rumore, come cani e pipistrelli, insettivori, questi ultimi, importanti per l’equilibrio ecologico».

«Attualmente le superfici interessate dal progetto sono aree naturali, non industrializzate, lontane da centri abitati e da arterie stradali frequentate, quindi non caratterizzate da rumori di sottofondo; l’atmosfera limpida e tersa, priva di polveri e smog, permette maggiore diffusione dei suoni, nelle ore notturne regna un silenzio assoluto, che fa percepire minimi rumori, voci o suoni a chilometri di distanza. Quale che ne sia l’intensità, l’inquinamento acustico prodotto dagli aereogeneratori avrebbe pertanto una maggiore propagazione e più agevole diffusione».

Le onde elettromagnetiche

«Gli aerogeneratori producono onde elettromagnetiche, come ogni dispositivo elettrico. E qui contano le dimensioni e la potenza. Le turbine eoliche generano campi elettromagnetici, che vanno ad alterare l’elettromagnetismo naturale, portando problemi alla salute, in particolar modo agli individui più sensibili: disturbi che riguardano il sonno, mal di testa, vertigini, nau-sea, fino a problemi cardiaci».

«Anche le linee elettriche di collegamento alla rete, che il progetto prevede interrate nelle strade provinciali ed in quelle di nuova realizzazione, producono onde elettromagnetiche. Si tratta di radiazioni non ionizzanti, ma che comportano, come effetto dell’induzione di campi magnetici, esposizioni ad onde elettromagnetiche soprattutto della popolazione che risiede in prossimità dell’impianto, inteso sia come aerogeneratori, sia come linee di trasporto dell’elettricità; alle quali andrebbero poi aggiunte quelle provocate dai controlli da remoto dei vari apparati. Come noto, i campi magnetici sono difficilmente schermabili e diminuiscono solo allontanandosi dalle fonti di emissione».

«Tra i sottoscrittori vi è una persona che abita nei pressi della torre n. 3, e ne teme particolarmente l’eventuale installazione, dal momento che la sua specifica ipersensibilità le impedisce, oltre all’uso di telefono cellulare e di computer, finanche la frequentazione di centri commerciali, supermercati, cinematografi. Nel suo caso, oltretutto, la nuova strada di collegamento e di interramento della linea elettrica è prevista in assoluta adiacenza all’abitazione in cui risiede».

I beni archeologici

«L’ultima pala eolica verso sud, la n. 11, ricade esattamente sul toponimo Vestigia di Montiano Vecchio. In tutte le carte topografiche, segnatamente quelle a scala minore dell’Istituto Geografico Militare, risulta indicata tale emergenza archeologica, relativa ai ruderi dell’abitato medievale (e probabilmente in precedenza etrusco-romano) di Montiano, resti di murature anteriori alla distruzione da parte dei pirati saraceni prima della creazione dello Stato dei Presidi spagnoli. Dopo la quale venne costruito il nuovo abitato, in posizione più elevata proprio per avere visuale verso mare».

«Dovrebbe pertanto trattarsi di area soggetta a vincolo archeologico puntuale, con eventuale area di rispetto, anche ove non formalizzata sinora dalla Soprintendenza; e pertanto insuscettibile di qualsiasi intervento di trasformazione dell’area interessata dai ruderi».

Parco eolico Scansano – Documenti




  • Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità.
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