Dopo Usaid Trump chiude l’ufficio per la giustizia ambientale

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Dopo aver ridimensionato drasticamente in poche ore l’United States Agency for International Development (USAID) e licenziato in tronco chi ci lavorava, ieri l’amministrazione Trump ha continuato il suo attacco alla salute e alla sicurezza pubblica, chiudendo importanti uffici ambientali federali, compreso l’Ufficio Environmental Justice and External Civil Right dell’Environmental Protection Agency (ERND EPA) e “ristrutturando” la Divisione per l’ambiente e le risorse naturali del Dipartimento di giustizia.
Sierra Club, la più grande associazione ambientalista Usa, ricorda che «L’ufficio per la giustizia ambientale dell’EPA ha lavorato per garantire che tutti, indipendentemente da razza, colore, origine nazionale o reddito, abbiano diritto a pari protezione dai danni e dai rischi ambientali. Gli avvocati di ENRD rappresentano il governo in casi che riguardano tutto, dall’inquinamento, alle terre pubbliche e alla fauna selvatica. Solo nell’anno fiscale 2023, gli avvocati di ENRD hanno lavorato su 4.500 casi e hanno ottenuto oltre 440 milioni di dollari in multe civili e penali, sanzioni e costi recuperati. La divisione ha anche ottenuto un provvedimento ingiuntivo federale del valore di 2,3 miliardi di dollari, facendo risparmiare agli Stati Uniti oltre 2,5 miliardi di dollari tramite contenzioso».
Ben Jealous, direttore esecutivo Di Sierra Club. dichiarato: «Donald Trump è determinato a smantellare e ignorare gran parte di ciò che aiuta a mantenere al sicuro le nostre famiglie e le nostre comunità. Proteggere la nostra aria e la nostra acqua e ritenere responsabili gli inquinatori mortali aiuta le famiglie americane. Chiudendo questi uffici, Donald Trump ha deciso che non meritiamo aria o acqua pulite e che il nostro diritto a un pianeta vivibile e sicuro viene dopo l’arricchimento dei suoi amici e donatori dei combustibili fossili. Trump è in carica da meno di un mese, ma ogni singolo giorno rende le nostre comunità meno sicure. Il popolo americano merita di meglio».
Matthew Tejada , vicepresidente senior per la salute ambientale del Natural Resources Defense Council (NRDC) ed ex capo dell’ufficio di giustizia ambientale dell’EPA, ha denunciato che «La Trump EPA sta abbandonando le comunità in tutta la nostra nazione che hanno più bisogno di aiuto. Chiudere l’ufficio di giustizia ambientale significherà più contaminanti tossici, aria pericolosa e acqua non sicura nelle comunità in tutta la nazione che in passato sono state maggiormente danneggiate dall’inquinamento. Questa amministrazione ha parlato molto di fornire aria e acqua pulite, ma in uno dei suoi primi atti ufficiali, la Trump EPA sta voltando le spalle a coloro che hanno più bisogno di un ambiente più pulito di chiunque altro. Questa è una vergogna. Per coloro che lavorano in prima linea e per fare barriera, questo lavoro continuerà. Continueremo a sostenere e ad appoggiare il vostro lavoro, le vostre storie e le vostre richieste mentre continuiamo la lotta per promuovere l’equità e la giustizia nel nostro Paese».
Intanto proseguono gli sforzi per smantellare USAID, l’agenzia statunitense incaricata di promuovere progetti internazionali in materia di clima, salute, acqua, agricoltura e altri progetti di sviluppo, che rappresenta uno degli strumenti più importanti costruire il soft power Usa nei Paesi in via di sviluppo ma che Trump e i suoi segretari considerano una lobby di comunisti dediti a sprecare dollari in progetti per popolazioni che meritano solo di essere lasciate in miseria.
Secondo Manish Bapna, presidente e CEO di NRDC, «Le azioni che l’amministrazione sta avviando calpestano la separazione dei poteri. Il presidente non può ristrutturare o abolire unilateralmente un’agenzia creata dal Congresso, non importa quanto gli piaccia. Il Congresso deve difendersi da solo. Si tratta di una mossa curiosamente controproducente e inopportuna, che arriva mentre il mondo sta affrontando gravi crisi climatiche, sanitarie, ambientali ed economiche, tutte aggravate da questo attacco all’USAID. I nostri rivali si intrometteranno nel vuoto creato dall’America per fare investimenti, e raccogliere i benefici, per migliorare la vita di milioni di persone in tutto il mondo, promuovendo al contempo gli sforzi per il bene comune globale. Simile all’uscita dall’Accordo sul clima di Parigi, questa azione restringe semplicemente la finestra per azioni essenziali sul clima e sulla salute globale, senza apportare alcun beneficio ai contribuenti americani. Invece di risparmiare denaro, comporterà costi significativi a lungo termine. USAID rappresenta meno dell’1% del bilancio federale, ma restituisce immensi benefici internazionali in termini di buona volontà, commercio e sicurezza. I suoi ritorni olistici sono spesso più volte superiori all’investimento iniziale, rappresentando un forte valore per i contribuenti».



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