Banari, un autentico borgo sardo di storia e tradizioni

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Adagiato nella suggestiva cornice del Meilogu, sub-regione storica del Logudoro nella Sardegna nord-occidentale, Banari rappresenta uno dei più affascinanti esempi di borgo agropastorale dell’isola. Questo piccolo centro di circa 600 abitanti, situato a soli trenta minuti di auto da Sassari, si distingue per la sua straordinaria posizione ai piedi del colle Pale Idda, circondato da maestosi rilievi e sinuosi corsi d’acqua che ne caratterizzano il paesaggio circostante.

Le origini e la storia millenaria

La storia di Banari affonda le sue radici nel periodo medievale, con la prima menzione ufficiale che risale a una bolla papale del 1125.

Il borgo attuale è il risultato della fusione di tre nuclei abitativi distinti: la villa di Vanari e due importanti centri monastici dedicati a San Lorenzo e San Michele. Questo processo di unificazione ha plasmato l’identità del paese, conferendogli quel carattere profondamente spirituale che ancora oggi lo contraddistingue.

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Il toponimo stesso del paese racconta una storia ancora più antica: secondo gli studiosi, potrebbe derivare dai Balari, popolazione di età nuragica che abitava queste terre, testimoniando così un legame millenario con il territorio.

Il patrimonio religioso e architettonico

Nel cuore del centro abitato, le chiese testimoniano l’importante eredità spirituale di Banari. La parrocchiale di San Lorenzo martire, le cui origini risalgono al XII secolo, rappresenta uno dei principali punti di riferimento della comunità.

L’edificio, completamente riedificato nel XVIII secolo e impreziosito da una facciata neoclassica nel XIX secolo, custodisce un’interessante scoperta: durante i lavori di ampliamento, venne alla luce una pietra sepolcrale contenente preziose reliquie e pergamene che ne attestano l’anno di costruzione originaria.

Non meno importante è la chiesa di San Michele arcangelo, anch’essa edificata in forme romaniche nel XII secolo e oggetto di numerosi interventi di restauro nel corso dei secoli. Entrambi gli edifici sacri furono donati nel 1113 dal giudice di Torres ai monaci camaldolesi, segnando l’inizio di una lunga tradizione monastica.

Luoghi di culto e devozione popolare

A completare il ricco patrimonio religioso di Banari troviamo l’oratorio di Santa Croce, un edificio costruito tra il XVI e il XVII secolo che si distingue per la sua caratteristica facciata in pietra rossa. Ma è forse il complesso di Santa Maria di Cea, risalente al secondo XII secolo, a rappresentare uno degli esempi più affascinanti dell’architettura religiosa locale. Situato in una fertile vallata adiacente al paese, il complesso comprende una chiesa romanica con facciata in conci calcarei e una serie di edifici noti come ‘romitorio’.

La devozione popolare si manifesta con particolare intensità durante le celebrazioni del santo patrono a metà agosto e nella festa della Madonna di Cea, che si tiene l’8 settembre, momenti in cui l’intera comunità si riunisce per rinnovare la propria fede e le proprie tradizioni.

Cultura e arte contemporanea

Il patrimonio culturale di Banari non si limita alle testimonianze religiose. Il paese vanta infatti un importante museo d’arte contemporanea, ospitato all’interno di un prestigioso palazzo nobiliare del XIII secolo.

La collezione, che comprende opere di artisti degli anni Cinquanta del XX secolo, rappresenta un ponte tra la tradizione e la modernità, arricchendo l’offerta culturale del borgo. Il centro della vita sociale si sviluppa intorno a piazza sas Bovedas, dove si erge l’ottocentesco palazzo comunale, testimonianza dell’architettura civile che ha contribuito all’inserimento di Banari nel circuito dei Borghi autentici d’Italia.

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Tradizioni, artigianato e gastronomia

L’anima più autentica di Banari si manifesta durante “Carrelas in festa“, evento che si tiene a dicembre e che trasforma le vie del paese in un museo vivente di tradizioni, dove i visitatori possono ammirare prodotti tipici, abiti tradizionali e antichi mestieri. Le botteghe degli artigiani locali, dai fabbri ai pellai, fino ai rinomati ceramisti, mantengono vive tecniche tramandate da generazioni. I manufatti in terracotta di Banari, in particolare, hanno conquistato una notorietà che va oltre i confini locali, essendo esportati in tutta la Sardegna.

La tradizione agropastorale del territorio si riflette anche nella gastronomia locale, caratterizzata da prodotti genuini e ricette che affondano le radici nella storia. La cipolla dorata di Banari, celebrata durante una sagra dedicata, rappresenta un’eccellenza del territorio. La pasticceria tradizionale offre specialità uniche come i “biancheddus”, raffinate meringhe con mandorle, e le “cozzuleddas”, deliziose frittelle aromatizzate con miele e arancio.

Archeologia e bellezze naturali

Il territorio di Banari custodisce importanti testimonianze archeologiche che raccontano una storia millenaria. Una decina di nuraghi punteggiano il paesaggio, alcuni dei quali in ottimo stato di conservazione. Tra questi spiccano sa Tanchitta e Corona Alta, realizzati in caratteristica trachite rossa, mentre su Crapione e Buffulinu si distinguono per l’utilizzo della pietra bianca. Quest’ultimo nuraghe ha fornito i blocchi per la costruzione di una delle venti pinnettas presenti nel territorio, strutture che testimoniano la continuità dell’attività agropastorale nella zona.

La presenza umana in quest’area risale al Neolitico, come dimostrano le numerose domus de Janas, localmente note come “coroneddos”. Particolarmente interessante è il complesso delle quattro tombe denominate di ziu Juanne, che comprende due strutture minori ricavate nella roccia e due di dimensioni considerevoli, oltre alla suggestiva domu de su Crapione, scavata nel tufo.

Il paesaggio naturale di Banari è impreziosito dall’oasi di Badde manna e dalle suggestive alture trachitiche di Corona Alta, che offrono scorci mozzafiato e opportunità per escursioni nella natura incontaminata. Questi elementi naturalistici, insieme al patrimonio storico e culturale, hanno contribuito a fare di Banari una delle perle del Logudoro, meta ideale per chi desidera scoprire l’autentica essenza della Sardegna più profonda e genuina.

Dove mangiare nei dintorni

La zona del Meilogu offre numerose opportunità per scoprire i sapori autentici della cucina locale. Nei paesi limitrofi a Banari si trovano diverse trattorie a conduzione familiare dove gustare piatti della tradizione sarda, con particolare attenzione alle ricette del Logudoro. Gli agriturismi della zona propongono menu basati sui prodotti delle loro aziende agricole, con carni locali, formaggi artigianali e verdure di stagione.

Nelle immediate vicinanze del borgo, alcune strutture ricettive offrono esperienze gastronomiche complete, dalla colazione alla cena, permettendo di assaporare specialità come la cipolla dorata di Banari in diverse preparazioni. Per un’esperienza più informale, i bar del territorio propongono spuntini e aperitivi con salumi e formaggi locali.

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Dove dormire nei dintorni

L’area circostante Banari presenta diverse soluzioni per il pernottamento, adatte a ogni esigenza. Gli agriturismi della zona offrono camere confortevoli immerse nella campagna del Logudoro, ideali per chi cerca un’esperienza autentica a contatto con la natura e le tradizioni locali. Nel raggio di pochi chilometri si trovano bed & breakfast ricavati in antiche case in pietra, ristrutturate nel rispetto dell’architettura tradizionale.

Per soggiorni più lunghi, sono disponibili appartamenti e case vacanza che permettono di vivere in autonomia l’atmosfera del borgo. Le strutture ricettive della zona si distinguono per l’ospitalità familiare e la possibilità di organizzare escursioni nel territorio.

FAQ su Banari

Ecco una serie di domande e risposte su questo incantevole paese della Sardegna.

Qual è il periodo migliore per visitare Banari?

I momenti più interessanti sono dicembre per “Carrelas in festa”, dove si possono ammirare gli antichi mestieri e le tradizioni locali, metà agosto per la festa del patrono e l’8 settembre per la festa della Madonna di Cea. Anche la sagra della cipolla dorata rappresenta un’occasione imperdibile per scoprire le specialità gastronomiche locali.

Come si può raggiungere Banari?

Il borgo si trova a circa trenta minuti di auto da Sassari, nel cuore del Logudoro. La sua posizione ai piedi del colle Pale Idda lo rende facilmente raggiungibile attraverso la rete stradale della Sardegna nord-occidentale.

Quali sono le principali attrazioni culturali da non perdere?

Imperdibili sono la chiesa parrocchiale di San Lorenzo martire, la chiesa di San Michele arcangelo e il complesso di Santa Maria di Cea. Di grande interesse anche il museo d’arte contemporanea ospitato in un palazzo nobiliare del XIII secolo, che espone opere degli anni Cinquanta.

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Quali testimonianze archeologiche si possono visitare nel territorio?

Il territorio conserva una decina di nuraghi, tra cui spiccano sa Tanchitta e Corona Alta in trachite rossa, su Crapione e Buffulinu in pietra bianca. Sono presenti anche diverse domus de Janas, tra cui il complesso di ziu Juanne e la domu de su Crapione.

Quali sono i prodotti tipici di Banari?

Oltre alla rinomata cipolla dorata, Banari è famosa per i suoi dolci tradizionali come i “biancheddus” (meringhe con mandorle) e le “cozzuleddas” (frittelle con miele e arancio). Il territorio è noto anche per la produzione di manufatti in terracotta, esportati in tutta la Sardegna.



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