Umore: ci si sente meglio di mattina, di lunedì (!) e in estate. La classifica degli stati d’animo

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di
Silvia Turin

Uno studio inglese ha misurato benessere e malessere declinati in base a orari quotidiani, giorni della settimana e mesi. Qualche conferma e diverse sorprese nei risultati

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Uno studio inglese ha misurato benessere e malessere declinati in base a orari quotidiani, giorni della settimana e mesi. Qualche conferma e diverse sorprese nei risultati

Il mattino ha davvero l’oro in bocca: secondo uno studio svolto dai ricercatori dell’University College di Londra appena pubblicato sul BMJ Mental Health le persone in genere si svegliano sentendosi bene, con un peggioramento dello stato d’animo nella mattinata, una risalita nel pomeriggio e un «crollo» verso mezzanotte.

Lo studio 

I ricercatori hanno fatto le medesime analisi anche rispetto ai giorni della settimana e ai mesi dell’anno ricavandone alcune sorprese: l’influenza della quantità di ore di luce sull’umore, ad esempio, non è tale quale si credeva e il lunedì è stato rivalutato rispetto ai giorni centrali della settimana. 
Grandi conferme invece sugli stati d’animo stagionali, con l’estate che vince sempre in ogni parametro valutato.




















































La ricerca ha analizzato i dati dello University College London (UCL) COVID-19 Social Study (CSS), un ampio studio di gruppo su oltre 73.000 adulti (di età pari o superiore a 18 anni) nel Regno Unito iniziato il 21 marzo 2020 con follow-up fino a marzo 2022.
49.218 sono stati i partecipanti selezionati per ricevere questionari che contenevano domande sugli stati d’animo relativamente a: 

  • sintomi depressivi, 
  • ansia, 
  • felicità, 
  • soddisfazione personale, 
  • senso di pienezza di vita, 
  • solitudine.

Lo scopo degli scienziati, come si è scritto, era capire se l’ora del giorno fosse associata a variazioni nel benessere mentale personale e se queste associazioni cambiassero a seconda del giorno della settimana e della stagione.

La mattina vince 

L’analisi dei dati ha rivelato un chiaro schema nella salute mentale e nel benessere auto-riportati durante il giorno, con le persone che generalmente si svegliavano al mattino sentendosi meglio (sintomi di depressione e ansia più bassi e felicità e soddisfazione della vita più elevati) e si sentivano peggio verso mezzanotte.
In particolare, il benessere partiva al massimo la mattina presto (le 6 erano l’inizio delle rilevazioni), scendeva in mattinata, peggiorando, e risaliva nel pomeriggio per poi precipitare verso sera e di notte (si veda infografica sopra, ndr).

L’eccezione della solitudine

Dei 6 parametri valutati solo la solitudine ha mostrato la variazione più piccola nell’arco della giornata, nessuna differenza sostanziale nel giorno della settimana e una modesta variazione stagionale, questo perché dipende dalle condizioni di vita delle persone che si sono rivelate stabili per periodi prolungati (o persino nel corso della vita).

Bene il lunedì e l’estate 

Invece i giorni della settimana hanno influito (anche se non in modo così marcato) sui parametri di benessere. 
L’odiato lunedì è stato rivalutato: felicità, soddisfazione della vita e valutazioni di valore erano tutte più alte il lunedì e il venerdì rispetto alla domenica; i sintomi depressivi erano più alti il mercoledì e quelli di ansia erano più alti martedì (si veda infografica sotto, ndr).

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Riguardo alle stagioni, l’influenza sull’umore era ben visibile: le persone tendevano ad avere livelli più bassi di sintomi depressivi e di ansia e livelli più alti di felicità, soddisfazione della vita e sensazione che la vita valesse la pena in stagioni diverse dall’inverno (che era sempre la «peggiore»), in particolare, c’erano meno sintomi da depressione e ansia soprattutto in estate.

La considerazione interessante è che lo schema orario con una mattina «felice» e una notte «difficile» non cambiava rispetto alle stagioni: la sorpresa è dovuta al fatto che si è sempre pensato che il numero di ore di luce influisse sull’umore, invece rispetto a questo studio non si riscontra: probabilmente l’influsso circadiano luce-buio quotidiano «vale di più» che quello stagionale.

Il lavoro abbassa la soddisfazione? 

Come spiegare l’andamento settimanale e stagionale invece? Dato che ci sono poche prove che i processi fisiologici differiscano nei diversi giorni della settimana, le differenze potrebbero essere correlate a fattori contestuali o alle varie attività quotidiane, che sono diverse tra fine settimana e giorni feriali.
«A sostegno dell’ipotesi che il lavoro possa essere alla base di questi risultati, abbiamo riscontrato una minore variazione oraria nel benessere (senso di pienezza della vita) all’inizio della settimana lavorativa, poiché non presentava il picco mattutino riscontrato nel fine settimana e più avanti nella settimana. Felicità e soddisfazione della vita hanno mostrato una differenziazione più chiara tra il fine settimana e i giorni feriali, con punteggi che raggiungevano il picco la mattina presto solo nel fine settimana. Ciò potrebbe essere in previsione di una giornata di svago», hanno spiegato i ricercatori.

Altre variabili 

Sono necessarie ulteriori ricerche, ammettono gli scienziati («è uno studio osservazionale e, come tale, non può stabilire rapporti di causa-effetto»), soprattutto per capire come il meteo (temperatura, precipitazioni, umidità) e i vari cicli socioculturali (tra cui festività culturali, ferie e vacanze scolastiche) possano relazionarsi ai cambiamenti diurni.

«I nostri risultati indicano comunque che [salute mentale e benessere] tendono a scendere dopo la mezzanotte, a metà settimana e in inverno. Questo dovrebbe essere preso in considerazione quando si pianifica la fornitura di servizi e risorse», hanno precisato i ricercatori, alludendo ai servizi di salute mentale e alla formazione del personale coinvolto nei call center 24 ore su 24.

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