Le elezioni a Briatico e i sostegni dei clan nelle rivelazioni del pentito Accorinti

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Il pentito Antonio Accorinti svela i presunti appoggi dei clan ai candidati sindaco in occasione delle elezioni comunali a Briatico, dal 2005 al 2020, soffermandosi poi sui rapporti tra suo padre Nino e il boss di Zungri, Giuseppe Antonio Accorinti


VIBO VALENTIA – Nei suoi verbali rilasciati alla Dda ci Catanzaro, il pentito Antonio Accorinti, ex rampollo dell’omonimo clan di Briatico, parla anche dei rapporti con Peppone Accorinti, boss di Zungri, raccontando che la sua conoscenza risale a quando lui aveva 8-10 anni e questo in quanto frequentava suo padre Nino e che a volte, «anche in compagnia di Raffaele Fiamingo, il boss del poro ucciso nel 2003, mangiava a casa nostra»; allo stesso modo si sofferma sulle elezioni comunali dal 2005 al 2020.

PEPPONE E NINO ACCORINTI ERANO COME FRATELLI

Peppone e Nino Accorinti erano «come fratelli», aggiunge il collaboratore ricordando poi che negli anni ’90  è stato per un periodo latitante rifugiandosi «in una abitazione estiva di cui forzarono la serratura. In quel periodo venne assistito in tutto da mio padre e Francesco Giuseppe Bonavita fino a quando non venne catturato con Saverio Sergi, ex socio di mia madre del villaggio Green Garden». Poco prima dell’arresto in “Costa Pulita”, la sua competenza territoriale, secondo il pentito Accorinti, si era estesa anche su Zambrone, «per il tramite di Carlo Russo e Giancarlo Loiacono, fino a Briatico, dove comandava in particolare sulle frazioni che da Zungri scendono sulla costa, ossia Mandaradoni, Potenzoni e San Costantino di Briatico».

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IL PENTITO: «CON LE ELEZIONI A BRIATICO SORSESO GLI ATTRITI TRA I DUE»

I rapporti tra i due Accorinti furono buoni fino agli anni 2005/2006, quando iniziarono ad incrinarsi e il motivo furono le elezioni comunali a Briatico in quanto sia il gruppo che faceva capo a Nino che quello di Peppone «appoggiava Andrea Niglia, ma poco prima delle elezioni saltò l’accordo con quest’ultimo sulla lista unica, in quanto ci accorgemmo che voleva fregarci nella spartizione dei posti, intendo di vice sindaco assessori. A quel punto noi facemmo un’altra lista sostenendo l’avvocato Giacomo Franzoni, mentre Peppone continuò ad appoggiare Niglia, cominciando a commettere anche una serie di intimidazioni, per il tramite di Gregorio Niglia nei confronti degli altri candidati».

LA TESTA DI ANIMALE AD UN CANDIDATO ALLE ELEZIONI

Al riguardo il collaboratore riferisce di una minaccia «fatta da una persona ai danni di un papabile candidato, collocando una testa di animale davanti alla sua agenzia immobiliare, che si trova sul corso di Briatico». Una volta terminata la campagna elettorale, poco prima delle elezioni, Antonoi Accorinti riferisce che il padre si incontrò con Peppone, chiarendosi con lui e trovandosi d’accordo sul fatto che «qualunque dei due candidati fosse stato eletto, per loro sarebbe stata comunque una vittoria». Le elezioni vennero vinte da Niglia e poco dopo, il 20 settembre 2006, ci fu l’operazione “Odissea” in cui entrambi i boss vennero arrestati.

IL PENTITO: «PEPPONE ACCORINTI COMANDAVA ANCHE IN CARCERE»

Ma la detenzione non fermò Peppone Accorinti che infatti comandava in carcere facendo valere la sua caratura criminale: «Ci furono degli attriti – riferisce il pentito – in quanto lui, all’interno del carcere, gestiva tutto, anche la distribuzione dei detenuti nelle celle, per come riferitomi, tra gli altri, sia da mio padre che da mio cognato Salvatore Muggeri; mio padre non gradì affatto la collocazione in cella con dei cosentini anche se poco dopo lo spostarono finendo in cella con Pantaleone Mancuso, alias “Scarpuni”, e suo fratello Francesco».

E sarebbe stato proprio Niglia «a far inserire Giuseppe Antonio Accorinti all’interno degli appalti di Briatico, utilizzando, quale tramite, Gregorio Niglia detto Lollo, molto legato a Peppone, nonché cugino di Andrea». I rapporti tra i due Accorinti si ridussero a zero nel momento in cui, secondo il pentito, «Pino Bonavita, da noi estromesso dalla società di navigazione», armò «una carretta» nei confronti di Nino e della sua famiglia quando portò una imbasciata a Peppone ma dal contenuto diverso da quello stabilito: «Lo fece volutamente», ciò nonostante il rapporto fraterno, oltre che criminale,  tra i due «non cambiò mai realmente, motivo per il quale nessuno dei due ha mai parlato male dell’altro ed il rispetto e la stima di fondo non vennero mai meno».

ACCORINTI RACCONTA LE ELEZIONI COMUNALI A BRIATICO DEL 2010 E 2015

Nel 2015 si tornò a votare per eleggere il sindaco e per l’occasione si svolse un summit  al quale, secondo il collaboratore di giustizia, parteciparono il padre Nino Francesco marchese, Francesco Giuseppe Bonavita e  Giuseppe Antonio Accorinti, a casa di quest’ultimo, in cui c’era questa lista unica da presentare ma «Bonavita era contrario a che si facesse questa cosa» e ciò era determinato dai rapporti tesi tra questi e Nino Accorinti.

Ma a dirimere la questione ci avrebbe poi pensato Peppone rispondendo «che la sua contrarietà al progetto non gli interessava, in quanto sarebbe stato con Nino, ossia con mio padre, in ogni caso, chiedendogli se volesse davvero portargli via voti inutilmente come avvenuto nel 2010 quando riuscimmo a far eleggere Prestia mentre lui e tutti gli altri appoggiarono Andrea Niglia». In quell’occasione il clan di Briatico, memore della sconfitta del 2005, il clan Accorinti, per come riferisce il pentito, si batté voto per voto, interessando anche Pantaleone Mancuso, alias Scarpuni, al quale chiesero aiuto per trovare voti su Paradisoni, bacino importante in quanto costituito da famiglie numerose.

La vittoria arrivò. Ma prima Pino Bonavita, avendo appreso delle manovre, chiese un incontro al boss di Limbadi e quando questo avvenne spuntò lì anche Antonio Accorinti: «Lui ci rimase male e disse a Luni che  trattandosi di una competizione tra me e lui avrebbe dovuto mantenere un ruolo imparziale, al ché, “Scarpuni”, prima gli chiese conto del perché ci fossimo divisi e poi gli disse chiaramente che, dovendo scegliere tra me e lui, aveva deciso di prendere le mie parti».

L’UNICA LISTA A SOSTEGNO DI NIGLIA ALLE ELEZIONI A BRIATICO DEL 2015

Cinque anni dopo tutti i voti confluirono su Andrea Niglia, che divenne così nuovamente sindaco di Briatico, frutto della decisione presa nell’incontro a casa di Peppone Accorinti in cui «alle elezioni si puntò su di lui e come vicesindaco su Teresa Maccarone – spiega il pentito – quest’ultima fortemente voluta da Gregorio Niglia, detto Lollo”. Il boss di Briatico però volle mantenere un profilo basso senza svolgere alcuna campagna elettorale ma “assicurando solamente al candidato sindaco il voto della nostra famiglia, dicendo ad Giuseppe Antonio Accorinti che sarei andato poi io ad accordarmi con loro per mettere qualcuno in lista».

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Una decisione che suscitò la contrarietà del figlio Antonio «in quanto non mi fidavo di lui e della sua parola (di Peppone, ndr) e dissi allo stesso Andrea Niglia che se mi avesse corrisposto la somma di 50. 000 euro, gli avrei lasciato carta bianca su tutto. Lui inizialmente accettò ma poi non mantenne la parola data gli mandai un po’ di imbasciate tramite Carlo Staropoli affinché pagasse il prezzo pattuito. Lui sostanzialmente prendeva tempo, questo fin a quando ero ai domiciliari e poi arrestato in “Costa Pulita”».

IL PENTITO: “GLI ACCORINTI E I BARBIERI CON NIGLIA”

Il collaboratore riferisce inoltre di aver appreso la causale dell’atteggiamento dell’allora sindaco di Briatico tempo dopo incontrando Ciccio Barbieri, proprio a ridosso del! ‘esecuzione di Rinascita-Scott, quando gli chiese “scusa per essersi risentito di alcune voci non vere messe in giro secondo cui io ero andato a parlar male di loro. Nella stessa occasione mi disse anche loro dissero a Niglia di non corrispondermi nulla dei 50.000 euro promessi”. Nel mezzo la fine dei rapporti con Peppone Accorinti: “Lo vidi il giorno della sentenza di Costa Pulita e neanche ci salutammo”.

ACCORINTI SVELA LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE A BRIATICO DEL 2020

In ultimo, parlando della figura dell’imprenditore Costantino Trimboli e di quella del fratello Massimiliano, il pentito Accorinti ricorda un episodio collegato alle ultime elezioni comunali a Briatico affermando che Costantino «è stato molto attivo in occasione delle ultime consultazioni elettorali relative al comune di Briatico, tenutesi nel 2020. La figlia di Lidio Vallone, infatti, candidato sindaco successivamente risultato vincitore, è sposata con un primo cugino di Costantino che materialmente mi consegnò i 1.500 euro pattuiti per assicurare a Vallone i voti di alcuni ragazzi amici miei di Briatico. Il suo interessamento alla campagna elettorale, peraltro, era dovuto anche al fatto che, ultimamente, aveva avuto alcuni contrasti con l’altro candidato sindaco, Andrea Niglia».



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