Francesco riceve in udienza ostetriche, ginecologi e personale sanitario delle province calabresi di Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo Valentia: a maternità e paternità si guarda come “fonte di difficoltà e problemi, più che come lo spalancarsi di un orizzonte di creatività e felicità”, afferma nel testo consegnato. Ed esorta a essere vicini a chi vive un momento cruciale come la nascita di un figlio che rende vulnerabili: “In tali circostanze fa bene avere persone sensibili”
Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
“Una professione bellissima”, “una vocazione”, “un inno alla vita”. Francesco usa parole di plauso e di entusiasmo per descrivere il lavoro svolto da ostetriche e ginecologi, specialmente in un momento storico in cui “in Italia, e anche in altri Paesi, sembra si sia perso l’entusiasmo per la maternità e la paternità”. Il Papa accoglie un gruppo da ostetriche, ginecologi e personale sanitario provenienti dalle province calabresi di Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo Valentia. L’udienza si svolge nell’atrio di Casa Santa Marta e non nel Palazzo Apostolico vaticano, a motivo del raffreddore di cui il Pontefice stesso ha parlato ieri all’udienza generale.
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La genitorialità orizzonte di creatività e felicità
Francesco rivolge anzitutto parole a braccio ai suoi ospiti, incoraggiandone la missione a seguire i bambini non solo prima ma anche dopo la nascita, e condivide alcuni ricordi personali. Nel testo consegnato, si sofferma invece sul dato – denunciato già da anni e in varie occasioni – di un forte calo della natalità in Italia e in Europa: “Sembra si sia perso l’entusiasmo per la maternità e la paternità”, afferma, “le si guarda come fonte di difficoltà e di problemi, più che come lo spalancarsi di un nuovo orizzonte di creatività e di felicità”. Un fenomeno che “dipende molto dal contesto sociale e culturale”. Obiettivo di questo ordine professionale è dunque quello “programmatico” di “invertire la tendenza della denatalità”.
Cammino di santità laicale
Tre sono gli ambiti “complementari e interdipendenti” della missione di ostetriche, ginecologi e personale sanitario che il Papa indica: professionalità, sensibilità umana e, “per chi crede”, preghiera.
Professionalità intesa come “continuo miglioramento delle competenze” che è parte non solo del codice deontologico, ma anche di “un cammino di santità laicale”. “La competenza – sottolinea il Papa – è lo strumento con cui potete esercitare al meglio la carità che vi è affidata, sia nell’accompagnamento ordinario delle future mamme, sia affrontando situazioni critiche e dolorose”. In tutti questi casi, infatti, la presenza di professionisti preparati “dona serenità e, nelle situazioni più gravi, può salvare la vita”.
Avere accanto persone sensibili e delicate
Il secondo ambito, strettamente legato al primo è dunque quello della sensibilità umana. “In un momento cruciale dell’esistenza come quello della nascita di un figlio o di una figlia, ci si può sentire vulnerabili, fragili, e perciò più bisognosi di vicinanza, di tenerezza, di calore”, afferma Papa Francesco. “Fa tanto bene, in tali circostanze, avere accanto persone sensibili e delicate”. La raccomandazione è perciò a “coltivare, oltre all’abilità professionale, anche un grande senso di umanità, che confermi nell’animo dei genitori il desiderio e la gioia per la nuova vita, sbocciata dal loro amore e concorra ad assicurare al bambino una nascita sana e felice”.
Pregate per i pazienti
Terzo punto, la preghiera, “medicina nascosta ma efficace che chi crede ha a disposizione, perché cura l’anima”. “A volte sarà possibile condividerla con i pazienti; in altre circostanze, la si potrà offrire a Dio con discrezione e umiltà, nel proprio cuore, rispettando il credo e il cammino di tutti”, rimarca il Papa. Che conclude con l’incoraggiamento a “sentire nei confronti delle mamme, dei papà e dei bambini che Dio mette sulla vostra strada, la responsabilità di pregare anche per loro, specialmente nella Santa Messa, nell’Adorazione eucaristica e nell’orazione semplice e quotidiana”.
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