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Una nuova soluzione che dovrebbe consentire a chi è immerso dalle cartelle esattoriali di venire a patti con il Fisco tramite un piano rateale vantaggioso per entrambi.
Questa è la rottamazione quinquies, che fin dall’inizio si è presentata come un potenziale successore dell’attuale Quater.
Ma sarà davvero così? Di recente sono emerse diverse novità in merito a questa soluzione fiscale, e non proprio delle migliori.
Per saperne di più in merito all’argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Redazionefiscale.
Cartelle esattoriali, cos’è la rottamazione quinquies
Presentata tempo fa come emendamento al decreto Milleproroghe, la rottamazione quinquies si propone come una nuova definizione agevolata per i carichi affidati all?Agente di Riscossione entro il 31 dicembre 2023.
Una delle principali caratteristiche della rottamazione quinquies è la possibilità di usufruire di un piano rateale esteso (ben 120 rate), e di una decadenza particolarmente “generosa”. Con la quinquies, il contribuente non perderà il diritto alla rottamazione alla prima rata non pagata, ma solo dopo 8 rate non saldate, anche non consecutive.
In pratica una soluzione ottimale per tutti i contribuenti interessati a sanare la propria situazione debitoria con il Fisco con rate più piccole e un periodo di tempo più lungo.
Vale la pena ricordare che per il 2025 il Governo ha dato l’ok a un nuovo piano rateale meno esteso.
A partire da quest’anno, il numero massimo di rate richiedibili per dilazionare i debiti tributari sarà 84 rate fino al 2026. Mentre dal 2027 fino al 2028 il massimo sarà 96 rate. E dal 1 gennaio 2029 sarà possibile pagare le cartelle esattoriali con un piano di rientro da 108 rate.
Inoltre, in caso di temporanea difficoltà economica e con debiti superiori a 120mila euro, sarà possibile rateizzare il debito fino a 120 rate.
Cartelle esattoriali, stop alla rottamazione quinquies: ecco perché
Come già anticipato, la proposta della rottamazione quinquies era stata presentata come emendamento nel decreto Milleproroghe, quel decreto che il Governo emana per rinviare una serie di scadenze o l’entrata in vigore di alcune disposizioni.
Assieme alla proposta della rottamazione quinquies, altre 1.260 emendamenti sono stati presentati.
Alla fine, la Commissione Affari Costituzionali del Senato ha esaminato gli oltre mille emendamenti, e ha deciso di respingere proprio quello sulla nuova definizione agevolata.
Il motivo? L?estraneità della proposta con il decreto in cui doveva essere inserita, come precisa SKY TG 24.
Ma non solo. Una proposta di tale portata avrebbe richiesto coperture finanziarie significative, e l’emendamento “non specificava adeguate compensazioni economiche per le eventuali entrate più basse provocate proprio dalla sanatoria“.
Così, l’avventura della rottamazione quinquies si ferma qui, almeno per ora.
Cartelle esattoriali, bocciata la rottamazione quinquies: cosa fare
Teoricamente non ci sono altre alternative, visto che l’ultima definizione agevolata, ovvero la Rottamazione Quater, non è più accessibile: i termini per aderirvi sono ormai scaduti da oltre un anno.
L’unica possibilità per i contribuenti che hanno perso i benefici della rottamazione è aspettare l’apertura di una nuova finestra. Semmai dovesse arrivare.
Chi invece è riuscito ad aderire alla Quater ha tempo entro il 28 febbraio per pagare la settima rata prevista dal piano rateale.
Ricordiamo che la Quater è iniziata con due rate (31 ottobre e il 30 novembre 2023) che da sole rappresentavano il 10% delle somme dovute. A partire dal 2024, le rate successive dovranno invece essere saldate il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre di ciascun anno.
Caso a parte per i soggetti con la residenza, la sede legale o la sede operativa nei territori indicati dall?allegato n. 1 del “Decreto Alluvione?: per loro termini e scadenze sono prorogati di 3 mesi, come precisa il sito dell’Agenzia.
possibile anche nel caso della Quater pagare in ritardo, ma solo entro i famosi “cinque giorni di tolleranza”. Chi non rispetta la scadenza perde tutti i vantaggi della definizione agevolata.
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