L’auspicio di Giuseppe Imperadore, direttore del Dipartimento di Salute Mentale della Aulss9 Scaligera, è stato proposto nel focus della Commissione consiliare 5^ sulla prevenzione e informazione su un fenomeno sempre più diffuso dopo la pandemia e che si caratterizza per una sempre maggiore compresenza di disturbi del comportamento alimentare e malattie psichiatriche. Sono 600 i pazienti con disturbi del comportamento alimentare trattati nel 2024 dal Centro per i disturbi del comportamento alimentare dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona che si trova in Borgo Roma. La Commissione consiliare Quinta del Comune di Verona ha realizzato un focus sul complesso rapporto tra disturbi del comportamento alimentare, malattie psichiatriche e l’importanza della prevenzione in ambito familiare e scolastico.
“Un tema molto delicato e ancora poco riconosciuto e affrontato per questo motivo è necessario contribuire alla sensibilizzazione informando in modo capillare le famiglie. Da qui nasce questo focus – spiega l’assessora alla Salute, politiche educative e scolastiche, Elisa La Paglia, – su cui, assieme alla presidente della 5^ Commissione consiliare, Chiara Stella e alla consigliera Anna Maria Molino, delegata dal Sindaco alla Associazione Rete Italiana Città Sane Oms. Già a suo tempo, partecipando alla Giornata mondiale dei disturbi del comportamento alimentare avevamo dato spazio a questo tema, collaborando anche con le scuole, le Stimate in particolare. A Verona possiamo contare sulla presenza di centri di eccellenza e di servizi territoriali pubblici molto competenti; quindi, questo tipo di approfondimento ci è sembrato dovuto dato che la presa in carico cura e prevenzione di questi tipo di disturbi è sempre più urgente tenuto conto delle dinamiche post-Covid, soprattutto nella fascia giovanile, quella più a rischio“.
La prevenzione dei Dca è fondamentale per interrompere il ciclo di sofferenza e promuovere il benessere. Intervenire precocemente, soprattutto durante l’adolescenza, quando questi disturbi si manifestano più frequentemente, può fare la differenza. La famiglia e la scuola svolgono un ruolo cruciale in questo processo, offrendo un ambiente protettivo e favorendo lo sviluppo di una sana immagine corporea e di un rapporto equilibrato con il cibo.
“Disturbi come restrizione, presenza di abbuffate, vomito autoindotto, hanno un grave impatto sia sulla salute fisica che psicologica. Sono numerosi ed esordiscono in età infantile – aggiunge la responsabile del Centro per i disturbi del comportamento alimentare dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, Rosa Bruna Dall’Agnola – circa il 16% dei pazienti ha un’età inferiore ai 14 anni. Con la pandemia vi è stato un abbassamento dell’età di esordio, un aumento del 40% in più di casi e anche della gravità dei sintomi, nonché della comorbilità psichiatrica. Si tratta di disturbi che aumentano notevolmente il rischio di morte prematura. Il centro regionale di Verona che ha sede in borgo Roma fornisce il servizio di trattamento ambulatoriale. Da maggio dell’anno scorso, anche in day hospital. Nonostante l’aumento dei casi e il grande numero di casi che seguiamo sappiamo che solo una piccola parte delle persone che soffrono di questi disturbi accede alle nostre cure. Spesso non riconosciuti i sintomi non sono riconosciuti in famiglia o dal medico curante, non solo per una mancata informazione, ma anche per la natura di questi disturbi che porta alla negazione e a una certa ambivalenza nei confronti delle cure”.
I Dca rappresentano un complesso problema di salute mentale che si traduce anche in una maggior incidenza di malattie psichiatriche come evidenzia il direttore del Dipartimento di Salute Mentale della Aulss9 Scaligera, Giuseppe Imperadore.
“La compresenza di Dca con un’altra patologia psichiatrica – ha spiegato Imperadore – è statisticamente sempre più rilevante ed è di difficile trattamento. E’ quindi fondamentale la rete per una contemporanea presa in carico dei pazienti tra il nostro dipartimento e quello del Centro ospedaliero Aoui scaligero. All’interno di questa rete, però, deve essere rappresentata anche la neuropsichiatria infantile dato che l’età di insorgenza dei disturbi si abbassa sempre di più, per le ragazze in particolare. E’ difficile gestire più soggetti nel trattamento di un unico paziente, ma è l’unico sistema per affrontare in modo più efficace il trattamento del paziente“.
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