Modena, quarto morto in un mese al carcere di Sant’Anna. Il direttore: «Situazione difficile»

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di
Valentina Lanzilli

Mohamed Doubali, 27 anni, in cura per tossicodipendenza, è stato trovato senza vita in cella: si tratterebbe di decesso accidentale, dovuto ad abuso di farmaci. Il Sappe: «Serve un carcere che rispetti la dignità dei reclusi»

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Il carcere di Sant’Anna conta un altro morto, il quarto in un mese. Si tratta di un 27enne marocchino trovato senza vita lunedì mattina dagli agenti della polizia penitenziaria nella sua cella. Mohamed Doubali, questo il suo nome, non si sarebbe suicidato. A dirlo il direttore del carcere di Sant’Anna Orazio Sorrentini, intervenuto a margine della presentazione di un progetto teatrale che da anni coinvolge i detenuti. «La situazione è preoccupante certo, ma delle quattro persone decedute nell’ultimo mese, solo due sono suicidi», sottolinea il direttore del penitenziario. Sarebbe infatti accidentale la morte di Doubali, deceduto per abuso di farmaci, che circolano con facilità tra le celle dei detenuti, anche tra i tossicodipendenti. 

Era stato visitato da uno psicologo

Sulla morte è intervenuto anche il garante regionale per i detenuti dell’Emilia-Romagna, Roberto Cavalieri, che ha reso noto che mercoledì scorso il ragazzo era stato visto da uno psicologo che aveva ritenuto di declassare a zero il suo rischio suicidario che prima era lieve. Era in terapia per dipendenza da sostanze stupefacenti e in cura con il dipartimento di salute mentale, per questo assumeva farmaci specifici. Overdose da medicinali. Sarebbe questa la causa della morte anche del 27enne, originario del Marocco, che a fine dicembre era finito in coma irreversibile ed era stato dichiarato morto lo scorso 4 gennaio.




















































Due suicidi e due morti per intossicazione da farmaci

Secondo il direttore della casa circondariale sono dunque due i suicidi. Quello di Andrea Paltrinieri, il 49enne modenese accusato dell’omicidio della ex moglie Anna Sviridenko che si è tolto la vita inalando gas lo scorso 7 gennaio e quello del 37enne macedone morto il 31 dicembre sempre per intossicazione. La causa della morte, overdose e non suicidio, di certo non alleggerisce il mese nero del penitenziario modenese, che conta quattro morti nelle ultime settimane. A questo si aggiunge poi l’episodio del 16 gennaio, quando due detenuti appiccarono il fuoco in cella. Uno di questi, un 25enne straniero, è tutt’ora ricoverato in prognosi riservata al centro grandi ustionati di Parma in gravissime condizioni. 

Sovraffollamento e fatiscenza

Una situazione difficile dovuta in primis alla presenza di 584 persone in una struttura che ne potrebbe ospitare 372. Secondo il direttore Sorrentini occorrerebbe lavorare anche su «un miglioramento della struttura, troppo vetusta». Il riferimento è a delle operazioni di rinfresco e riverniciatura, che sarebbero necessarie per risolvere il problema di intonaco vecchio e umidità presente in alcune celle. Una situazione pesante che non riguarda di certo solo il Sant’Anna. Dalla Dozza a Bologna in mattinata è intervenuto anche Donato Capece, segretario generale del sindacato Sappe, che ancora una volta ha ribadito che quel serve è un carcere diverso, «che privi della libertà ma non della dignità». C’è poi la questione delle continue aggressioni agli agenti, «in carcere ci sono psichiatrici e tossicodipendenti. Non è quello il luogo nel quale devono stare». Intanto sul corpo di Mohamed Doubali è stata disposta l’autopsia, mentre la famiglia del giovane ha chiesto di poter vedere la salma.

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5 febbraio 2025

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