Broadcasting e informazione nel 2025 per Reuters Institute

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(5 febbraio 2025)  A inizio gennaio 2025 è stato pubblicato lo studio “Trends and Predictions 2025” del Reuters Institute for the Study of Journalism.

Redatto dagli esperti della nota accademia internazionale di giornalismo, lo studio analizza le tendenze e le previsioni per l’industria dell’informazione nel 2025; la ricerca si basa su un’indagine condotta coinvolgendo e intervistando 326 dirigenti del settore dei media e dell’informazione, in 51 diversi paesi.

Tale pubblicazione evidenzia le sfide poste ai media tradizionali, incluse la radio e la televisione, da influencer, piattaforme online ed intelligenza artificiale. Il rapporto esplora anche l’impatto dell’IA sulla produzione e diffusione delle notizie, nonché le strategie di adattamento delle organizzazioni giornalistiche tradizionali. Inoltre, il documento tratta la questione dell’importanza della promozione del giornalismo di qualità, a qualunque livello, e anche del fenomeno crescente della “stanchezza da notizie”, sia tra i giornalisti che nel pubblico.

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Radio e Tv in evidenza

In particolare, il rapporto si concentra sull’impatto nel contesto della radio e della televisione, pilastri tra i media tradizionali.

I broadcaster, ad ogni livello, si trovano ad affrontare una crescente competizione da parte delle piattaforme di streaming e dei social media. Nonostante ciò, il rapporto suggerisce che radio e televisione possano ancora avere un ruolo significativo nel futuro del giornalismo. La radio, grazie alla sua capacità di fornire un’esperienza di ascolto più personale e coinvolgente, rimane la fonte di notizie considerata più affidabile in molti paesi. La televisione, d’altra parte, conserva il potere di raggiungere un vasto pubblico ed ha dalla sua la forza della narrazione audiovisiva.

Alcune cifre

Secondo lo studio “Journalism and Technology Trends and Predictions 2025”, solo il 41% degli intervistati si è detto fiducioso riguardo al futuro del giornalismo, nel suo complesso, con un impressionante calo di 19 punti percentuali rispetto al 2022.

Questa diminuzione è attribuibile in gran parte all’aumento degli attacchi alla stampa da parte di politici e all’ascesa di ecosistemi di notizie “alternative”, spesso non soggetti ad alcuna forma di verifica o di autocontrollo deontologico, soprattutto nel contesto dei social network.

Nonostante le difficoltà evidenti, il 56% degli editori intervistati si è detto comunque fiducioso nelle prospettive commerciali della propria azienda, e molti prevedono una crescita dei propri utenti grazie allo sviluppo di offerte digitali online, da proporre accanto a quelle tradizionali. per contro, un’altra criticità è riferita al calo del traffico sui siti degli editori, di qualsiasi tipologia, generato dai motori di ricerca: il 74% degli intervistati si è detto preoccupato per questa tendenza non certo positiva.

I dati di Chartbeat (fornitore di dati e analisi specializzato in editoria) mostrano che, sebbene il volume di contatti riferiti all’informazione e correlati a Google Search rimanga stabile, l’introduzione di riepiloghi di news generati dall’IA potrà ridurre l’esposizione dei link diretti agli editori, sebbene siano i veri produttori delle notizie. La maggior parte degli intervistati (72%) preferirebbe accordi collettivi con le aziende di intelligenza artificiale per quanto riguarda la concessione di licenze per i contenuti, ma auspicando condizioni eque per tutti gli editori.

Diversificare e integrare

La maggior parte degli editori sta diversificando le proprie fonti di reddito, anche organizzando gruppi multicanale, così da posizionarsi in modo più articolato e resiliente; questa della declinazione su più formati e canali è una strategia consigliabile per chi opera con i media di qualsiasi dimensione.

Lo studio ha rilevato un aumento dell’uso dell’IA nelle redazioni; l’87% degli intervistati ritiene che le redazioni si stiano trasformando in modo significativo, in conseguenza dell’introduzione dell’IA generativa, a cominciare dall’automazione della gestione degli archivi, considerata molto importante dal 60% degli intervistati, sebbene non priva di criticità.

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L’ingresso di personalità e di influencer social nel mondo delle news, un fenomeno in atto, è giudicato con opinioni contrastanti. Mentre alcuni editori temono che il giornalismo istituzionale possa essere messo in ombra da questi ‘personaggi’, altri vedono in essi un’opportunità per apprendere e introdurre nuove tecniche di narrazione e di costruzione della comunicazione informativa, capaci di essere più vicine al pubblico.

Anche attrarre e trattenere tecnici esperti nel campo del software (55%) si sta rivelando una sfida strategica, in quanto le redazioni competono con altre categorie industriali per reclutare i migliori professionisti da assegnare a questi ruoli, ormai altamente richiesti praticamente in tutti i contesti produttivi.

Infine, lo studio evidenzia la necessità di affrontare il fenomeno cosiddetto di “affaticamento da notizie”, riscontrato sia tra i giornalisti sia tra il pubblico. Gli editori stanno esplorando diverse strategie per coinvolgere il pubblico con storie importanti, ma senza alienarlo; ciò comporta la creazione di nuovi formati informativi e l’uso di stili di narrazione più empatici, nonchè l’alternanza tra notizie rilevanti, ma spesso negative o funeste, con notizie dal tono positivo o riferite a situazioni costruttive.

Download e webinar

“Trends and Predictions 2025” del Reuters Institute for the Study of Journalism (48 pagine, in lingua inglese) può essere liberamente scaricato a questo link: https://reutersinstitute.politics.ox.ac.uk/sites/default/files/2025-01/Trends_and_Predictions_2025.pdf

Inoltre, giovedì 6 febbraio alle ore 14 italiane è anche possibile partecipare ad un webinar di 45 minuti, in lingua inglese, dedicato proprio all’approfondimento sui dati salienti emersi da questa ricerca. Se interessati, ci si può iscrivere gratuitamente a questo link: https://events.reutersevents.com/mediaandtechtrends2025/   (AR)

[L’immagine è tratta dal sito Reuters Institute in merito al seminario su “Trends and Predictions 2025”]

Vedi anche:

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