La casa è un salasso: prezzi cresciuti del 48% in 8 anni. Ecco il Piano Ue

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In 8 anni i prezzi della casa sono cresciuti di quasi il 50% in Europa




In 8 anni i prezzi della casa sono cresciuti di quasi il 50% in Europa



In 8 anni i prezzi della casa sono cresciuti di quasi il 50% in Europa

C’è chi non se la può permettere. Chi non se la può permettere più. Perché gli stipendi ristagnano, ma “lei” è sempre più cara: la casa è diventata un problema. In otto anni i costi abitativi in Europa sono cresciuti in media del 48%. Nelle città, complice la concorrenza del mercato turistico dei cosiddetti “affitti brevi”, ci sono state punte anche doppie. Molte persone sono arrivate a spendere oltre metà del loro stipendio per poter pagare un mutuo o l’affitto. Quello che dovrebbe essere un diritto è diventato per molti un incubo che non fa dormire la notte e che angoscia di giorno. Anche in Italia, che pure è uno dei Paesi con la crescita media più bassa dei prezzi delle case negli ultimi anni, circa un quinto della crescita media complessiva dell’Unione europea, rimangono 10 milioni di italiani, secondo l’Ance (Associazione nazionale costruttori edili), che non possono permettersi di acquistare la prima casa per costi troppo elevati rispetto ai lori redditi. È di fronte a questa situazione che l’Unione europea ha messo l’emergenza abitativa nell’agenda delle proprie priorità. Da un lato la Commissione europea ha un commissario designato alle politiche abitative (oltre che all’energia), Dan Jorgensen, e sta lavorando a un Piano casa europeo. Dall’altro il Parlamento europeo ha appena creato una commissione speciale per la crisi abitativa, alla cui presidenza è stata eletta un’italiana, Irene Tinagli, eurodeputata del Partito democratico.

La situazione abitativa in Europa

Uno dei criteri per valutare se le spese per l’alloggio siano eccessive è analizzare il rapporto tra il costo della casa e il reddito familiare. Quando le spese abitative superano il 40% del reddito disponibile, si può parlare di una condizione di difficoltà abitativa. Secondo i dati resi noti dal Parlamento europeo, nel 2023 il 10,6% delle famiglie residenti in aree urbane e il 7% di quelle nelle zone rurali ha dovuto affrontare costi abitativi superiori alla soglia critica del 40% del reddito disponibile. In Grecia, più di un terzo delle famiglie che vivono in città (31%) ha affrontato questa problematica, mentre in Slovacchia solo il 6% delle famiglie urbane si è trovato nella stessa situazione.

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L’aumento dei prezzi delle case

Tra il 2015 e il 2023, il prezzo delle abitazioni nell’Ue è aumentato in media del 48%. L’incremento più marcato si è registrato in Ungheria, dove i prezzi sono cresciuti del 173%, mentre in Finlandia l’aumento è stato molto più contenuto, pari a solo il 5%. In Italia, nello stesso periodo, i prezzi delle case sono aumentati dell’8,3%. Ma va ricordato che questo è un dato medio, che è sintesi delle impennate dei prezzi nelle città (Milano è l’ottava città più cara d’Europa, Roma la tredicesima) e del crollo nelle periferie in spopolamento. L’incremento generale è stato determinato da diversi fattori, tra cui l’aumento dei costi di costruzione e dei tassi ipotecari, la riduzione del numero di nuove abitazioni disponibili e l’acquisto di immobili a fini di investimento. Anche gli affitti hanno subito un rialzo: tra il 2010 e il 2022, in Europa sono aumentati in media del 18%. Un fattore determinante è stato l’aumento degli affitti a breve termine, che ha ridotto la disponibilità di case sul mercato tradizionale, un fenomeno particolarmente impattante nelle città a vocazione turistica.

Proprietà o affitto? Una panoramica europea

La questione dell’accessibilità economica dell’abitazione è una delle principali preoccupazioni degli europei, come evidenziato dall’Eurobarometro di luglio 2024. Il costo della vita è percepito come un problema crescente per molti cittadini comunitari. Oltre due terzi degli europei vivono in abitazioni di proprietà, ma la situazione abitativa delle famiglie varia di molto da un Paese all’altro. In Romania, ad esempio, quasi il 95% della popolazione vive in case di proprietà, mentre all’estremo opposto c’è la Germania, dove ci vive meno della metà della popolazione (46,5%). L’Italia si colloca al quattordicesimo posto su 27 Paesi, con quasi tre famiglie su quattro che vivono in una casa di proprietà.

Giovani fuori casa a 26 anni (in Italia a 30)

Sempre Eurobarometro offre altri dati per mettere a fuoco la situazione abitative media in Europa. Poco più della metà della popolazione risiede in una casa indipendente. In media, ci sono 1,6 stanze per persona, tenuto conto che le famiglie europee hanno in media 2,3 componenti. Il 17% della popolazione vive in spazi insufficienti rispetto agli standard abitativi, mentre il 34% vive in case con metrature superiori a quelle considerate necessarie. C’è poi un’altra variabile da considerare, l’età di uscita dalla casa dei genitori. In media i giovani europei lo fanno a 26,3 anni, con variazioni notevoli da un Paese all’altro: in Finlandia l’età media è di 21,4 anni, mentre in Italia si arriva a 30 e in Croazia a 31,8 anni.

Le mosse dell’Ue sul tema casa

Che la casa sia diventata un’emergenza è emerso con chiarezza dopo la pandemia. Nel 2021, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione per sollecitare gli Stati membri a riconoscere l’abitazione come un diritto umano fondamentale, garantendo a tutti l’accesso a un alloggio dignitoso, con servizi essenziali come acqua potabile, servizi igienici adeguati e un sistema energetico affidabile. Nel luglio 2024, Ursula von der Leyen è stata rieletta presidente della Commissione europea e ha annunciato che l’edilizia abitativa è una priorità del mandato. Per la prima volta, come detto, l’Ue ha un commissario dedicato alle politiche abitative, tanto che il primo febbraio è iniziato il lavoro di una task force su questa materia. Intanto, a ottobre 2024, il Parlamento europeo aveva discusso con il vicepresidente della Commissione, Margaritis Schinas, l’urgenza di promuovere soluzioni abitative sostenibili, dignitose e accessibili. Erano state espresse preoccupazioni per la crescente difficoltà dei giovani nell’acquistare una casa e per il fenomeno dei senzatetto, e si era ribadita l’importanza degli investimenti nell’edilizia sociale. Così, a dicembre, il Parlamento ha approvato la creazione di una commissione speciale incaricata di proporre misure concrete per affrontare le problematiche abitative nell’Ue. Questa commissione si è insediata a fine gennaio e opererà per un anno, con l’obiettivo di formulare strategie efficaci per garantire alloggi accessibili a tutti i cittadini europei. L’emergenza casa va affrontata a tutti i livelli perché oggi è un problema sociale.





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