Le giornate serene, freddine dell’inverno non spengono le attività di chi deve formare le squadre che dovranno immergersi nell’accogliere i numerosi viaggiatori che scelgono i lidi spezzini nel corso della bella stagione. Già da gennaio qualcosa si è mosso e nel settore del turismo la ricerca dei lavoratori, è scontato dirlo, non si è mai fermata. In queste settimane si è parlato molto del rinnovato Patto del turismo all’interno del quale i sindacati hanno inserito la clausola di privilegiare le richieste ai fondi per chi assume a tempo indeterminato e la previsione di incentivi a contratti che prevedono un monte ore non inferiore a 28 ore settimanali. Ma la realtà, a oggi, è un’altra.
L’assenza di lavoratori o la loro “sparizione” in settori specifici – la ristorazione o il commercio legati alla stagionalità del turismo solo per citarne due – però resta costante. Quindi si ripresenta il tema costante dell’offerta che c’è, ma manca il lavoratore. L’interrogativo, anche a distanza di anni (Città della Spezia ne aveva parlato qui), resta lo stesso: perché? A rispondere sono i sindacati che in generale affermano che dei piccoli passi sono stati compiuti ma non sono sufficienti perché molti lavoratori si rivolgono agli uffici vertenze per contributi non versati e straordinari non pagati, solo per citarne alcuni. Non è storia vecchia dunque ma attualità.
L’appello delle parti sociali è sempre rivolto alla tutela del lavoratori e a premiare quelle realtà che si distinguono nel rispetto del lavoro stesso. Se si parla di turismo le parole chiave restano destagionalizzazione e formazione.
Dalla Filcams Cgil Giorgia Vallone spiega: “Se parliamo di commercio riscontriamo come sempre un utilizzo smodato di contratti a tempo determinato che vengono reiterati e spesso non portano ad un contratto indeterminato. Toccando il tema del turismo, il rinnovo del patto del turismo è positivo ma conferma quello che come sindacati ribadiamo da tempo: la destagionalizzazione e la formazione sono elementi cardine per una maggiore stabilità del lavoratore. Si rivolgono ai nostri uffici giovani e meno giovani e leggendo le loro buste paga ci troviamo davanti a delle irregolarità. Persiste una logica del ribasso che non fa bene al settore e al lavoratore. Per avere un’idea di quello che accade basti pensare che i nostri uffici vertenze e quelli dedicati alla Naspi/ Dimissioni sono aperti cinque giorni su cinque e sempre attivi. Assistiamo regolarmente ad una ‘transumanza’ e non sorprende soprattutto che in tanti vadano a cercare fortuna altrove. A nostro avviso resta primario investire anche sull’alta formazione”.
Il lavoro stagionale è un tema complesso e non si può dimenticare il peso economico che il turismo rappresenta in un territorio che non ha abbastanza strutture a cinque stelle. Mirko Talamone di Fisascat Cisl ricorda che “molti lavoratori, anche provenienti dal commercio, sono stati assorbiti nel turismo. Non di rado ci troviamo di fronte a situazioni ad esempio di straordinari non pagati, riposi non rispettati. Tra i temi emergono anche situazioni di ‘lavoro grigio’ alimentate soprattutto dall’eccessiva pressione fiscale elemento sul quale qualcosa è stato fatto ma il percorso è ancora lungo. Il rinnovo del patto del turismo è un elemento positivo ma parliamo di un settore che deve essere più strutturato. Come sindacato – prosegue Talamone – riconosciamo che la destagionalizzazione è ‘l’arma’ giusta per correggere alcune criticità anche se tra quelle che riguardano proprio il turismo il fatto di non avere le infrastrutture incide. Di fatto non sono diffusi gli alberghi a cinque stelle. Forte resta la necessità di investire nella formazione per le aziende”.
Resta inceppato dunque il meccanismo che permette alle aziende di trovare i lavoratori. “Non si dica però che sono dei fannulloni – tuona Marco Callegari segretario organizzativo Uiltucs che chiude il primo giro di voci sul tema -. Nel tempo è maturata anche una maggiore sensibilità in molti posti di lavoro ma nonostante i Patti del turismo, che non avremmo firmato senza le dovute garanzie, alcune regole non sono cambiate. Restiamo fermi comunque sul punto che il rinnovo sia positivo senza dimenticare i temi centrali legati alle imprese che non trovano lavoratori. A queste persone vanno date delle prospettive e se non le hanno cambiano lavoro. Il turismo è un settore che nella sua massima stagionalità richiede massimo impegno, flessibilità e orari difficili. Con il patto del turismo si è lavorato anche sulla premialità per le aziende più virtuose e i part time portati a 28 ore”.
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