I dazi gelano le Borse, Trump tratta (e sente Trudeau): un mese in più a Canada e Messico

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di
Giuliana Ferraino

Stop alle misure contro Messico e Canada, che ora hanno un mese per negoziare un accordo. I listini contengono le perdite ma chiudono tutti in rosso, inclusa Wall Street

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Anche il Canada, dopo il Messico, ottiene dagli Stati Uniti la sospensione dei dazi per 30 giorni, quando ormai mancavano meno di un paio d’ore alla mezzanotte, che avrebbe fatto scattare le tasse doganali del 25%, decise sabato con un ordine esecutivo dal presidente Donald Trump, che ha così dato il via alla guerra commerciale contro due dei suoi partner più stretti legati da un accordo di libero scambio.

Un mese di tempo per trattatare

L’intesa transitoria ricalca quella siglata con il Messico. Alla fine di una seconda telefonata, definita «cordiale», dopo una prima chiamata interlocutoria, il primo ministro canadese Justin Trudeau si è impegnato a impiegare «circa 10.000 persone» per «proteggere il confine e fermare il flusso di fentanyl». Il Canada, inoltre, nominerà uno «zar» della famigerata droga. «Designeremo i cartelli come terroristi, garantiremo occhi 24 ore su 24, 7 giorni su 7 sul confine, lanceremo una forza d’attacco congiunta Canada-Usa contro la criminalità organizzata, il fentanyl e il riciclaggio di denaro», ha scritto il premier su X.




















































L’accordo in extremis con il Canada, pur non risolvendo la questione, servirà a riportare la calma sui mercati, almeno temporaneamente. Come nel pomeriggio la tregua raggiunta da Trump con la presidente messicana Claudia Sheinbaum ha scongiurato un altro lunedì nero sui mercati, dopo il crollo provocato dalla startup cinese dell’intelligenza artificiale Deepseek, che una settimana fa ha spazzato mille miliardi dai listini di tutto il mondo.

I listini 

A fine seduta i listini europei, che in alcuni casi erano arrivati a perdere oltre il 2%, hanno contenuto le perdite. Milano ha quasi dimezzato il calo, chiudendo a -0,69%, con l’automotive tra i settori più colpiti e Stellantis (-4,52%) e Pirelli (-3,37%) i titoli peggiori. In rosso Francoforte (-1,4%), Parigi (-1,2%) e Londra (-1,04%). Andamento simile Oltreoceano, con gli indici in recupero dopo il profondo rosso iniziale: al temine il Dow Jones ha segnato -0,28%, lo S&P500 -0,76% e il Nasdaq -1,2%. Sui mercati valutari, l’euro, ai minimi da due anni, si avvicina alla parità con il dollaro: ieri è sceso fino a 1,023 per poi recuperare leggermente. Le criptovalute hanno perso 600 miliardi di dollari. L’oro, bene rifugio per eccellenza, viaggia ancora sui massimi a 2.819 dollari l’oncia, dopo aver toccato un nuovo record. Piatto il petrolio con il Wti a 72,67 dollari al barile (+0,22%) e il Brent a 75,68 dollari (+0,06%), mentre il gas è salito a 53,8 euro (+1,1%) al megawattore ad Amsterdam .

La tregua con il Messico

La tregua con il Messico è arrivata nel pomeriggio italiano dopo una telefonata «molto amichevole» tra il presidente americano Donald Trump e la presidente messicana Claudia Scheinbaum. I due leader hanno concordato uno stop immediato per un mese, durante il quale si impegnano a negoziare un accordo, con la regia del segretario di Stato Marco Rubio, del segretario del Tesoro Scott Bessent e del segretario del Commercio Howard Lutnick. Il Messico ha già accettato di rafforzare subito il confine settentrionale, con «10 mila soldati della Guardia Nazionale per impedire il traffico di droga verso gli Stati Uniti, in particolare del fentanyl». Gli Stati Uniti, a loro volta, si impegnano a lavorare per impedire il traffico di armi verso i cartelli messicani.

La trattativa con il Canada

La prima telefonata con il premier canadese dimissionario Justin Trudeau non ha sortito lo stesso effetto. Ma Trump ha fatto sapere con un post sul suo social media Truth di una seconda chiamata, programmata per le 3 del pomeriggio locale, le 9 di sera in Italia, che invece è andata «molto bene», come ha poi confermato lo stesso Trudeau. 

Su X, il premier canadese ha scritto che «il Canada ha accettato di garantire un confine settentrionale sicuro e di porre finalmente fine alla piaga mortale di droghe come il fentanyl che si sono riversate nel nostro Paese. Stiamo implementando il piano al confine da 1,3 miliardi di dollari, rafforzando la frontiera con nuovi elicotteri, tecnologia e personale, un migliore coordinamento con i nostri partner americani e maggiori risorse per fermare il flusso di fentanyl».

Non era scontato. Soprattutto nel caso del Canada, dove le azioni e le parole di Trump, che ha sostenuto di voler annetterlo come 51° Stato Usa, hanno inspirato un’ondata di risentimento e nazionalismo nel Paese. Sabato Trudeau ha annunciato come ritorsione dazi per circa 102 miliardi di dollari sui beni made in Usa. E, dopo l’invito dell’ex ministra del commercio, Chrystia Freeland, in corsa per sostituire Trudeau, a imporre dazi sulle Tesla, ieri la provincia dell’Ontario, la più popolosa del Paese, dove si trovano Toronto e la capitale Ottawa, ha minacciato di cancellare un contratto da 68 milioni di dollari con Starlink, la costellazione di satelliti di Elon Musk, che viene colpito per punire il presidente Usa, di cui è uno dei grandi sostenitori.

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Rischio inflazione Ue

Con la Cina, su cui pendono dazi aggiuntivi del 10% otlre a quelli già in essere, e che aveva anticipato «contromisure», sottolineando come «una guerra commerciale non ha vincitori», Trump parlerà «nelle prossime 24 ore». 

Il presidente inoltre starebbe pensando a dazi del 10% su tutti i prodotti importati dall’Unione europea, con la quale gli Usa hanno un deficit commerciale di 213 miliardi nei primi 11 mesi del 2024. La situazione è delicata, perché il muro protezionistico americano rischia di indebolire la già fragile crescita dalla zona euro e potrebbe far ripartire l’inflazione, che a gennaio è salita al 2,5% su base annua, secondo le prime stime, dal 2,4% di dicembre e dall’1,7% segnato a settembre, a causa del rincaro dei prezzi dell’energia.


3 febbraio 2025 ( modifica il 4 febbraio 2025 | 00:14)

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