ecco perché la sinistra non sa comunicare

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Politica

di Alberto Filippi





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Ma quella M. che manda ai matti la sinistra non è che in realtà si declini in maniera più prosaica e che pertanto ha il sapore dell’autogol? Chissà da quanto tempo il Pd lo aveva in canna quel post contro la premier prendendo chiaramente a esempio “M. il figlio del secolo”, il fortunato romanzo di Antonio Scurati, che grazie a Benito ci ha costruito sopra con astuzia e professionalità una fortuna editoriale, per attaccarla come “M. la bugiarda del secolo”. Così i democrat dopo avere passato sotto silenzio le dichiarazioni della presidente del Consiglio nel Giorno della Memoria, quando ha detto con nettezza che “la Shoah è una tragedia opera dei nazisti con complicità fascista” – a proposito, dove sono finiti tutti quei maestrini che ogni volta che c’era una commemorazione tiravano per la giacca Giorgia ricordandole che non prendeva adeguata distanza dal Ventennio e che l’aspettavano al varco della sobrietà democratica per rilasciarle la loro patente? -, ed ha sottolineato Meloni con forza che quello condotto dal regime hitleriano contro gli ebrei “in Italia trovò anche la complicità di quello fascista, attraverso l’infamia delle leggi razziali e il coinvolgimento nei rastrellamenti e nelle deportazioni”. Ebbene a sinistra hanno sfruttato il complesso caso Almasri, che con un diverso esito avrebbe messo in difficoltà gli interessi dell’Italia, per scaricarle addosso il solito fiele di cui si nutre parte dell’opposizione. In prima fila col cannone polemico puntato c’è il solito Matteo Orfini, la cui cifra si declina nelle parole utilizzate dopo che la procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo, iscrivendo la premier, il suo sottosegretario Mantovano e i ministri Nordio e Piantedosi, che ha fatto detonare di nuovo lo scontro tra politica e magistratura, sottolineando: “Non so se sia vero che la Meloni non è ricattabile. Perché tutta questa storia fa venire il sospetto che il Governo sia sotto ricatto dei ras libici”. E giù un’altra serie di ecumeniche falsità contro la leader di FdI dettate dal livore dell’opposizione per non sapere riconoscere quelli che sono gli interessi e la sicurezza della Nazione, constatando che dopo quasi due anni e mezzo di governo il gradimento di Giorgia, oh yes!, addirittura cresce tra gli italiani. Ecco allora che quella M. che per la sinistra quando la si accosta a Giorgia non può che declinarsi come Mussolini, perché quando siamo nella terza decade del terzo millennio in troppi blaterano di pericolo fascista o amenità simili, invece a me che sono orgogliosamente veneto quella M. da affibbiare ai sinistri trinariciuti non può che disvelarsi per “Mona”, quel vezzeggiativo sdoganato ormai a tutte le latitudini e tra le parole più pronunciate proprio a Nordest, quando si vuole catechizzare come una sciocchezza un ragionamento che non sta proprio in piedi. “Ma va là… mona…”, dunque niente di offensivo, ma un richiamo alla realtà per tutti coloro che non sanno rendersi conto che ci sarà un motivo se la comunicazione politica di Giorgia piace agli italiani, mentre quella di Elly si arrotola su se stessa e non è efficace.


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