A Sassari, la mostra “I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer”

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E’stata inaugurata il 1° febbraio a Sassari negli spazi espositivi del Padiglione dell’artigianato Eugenio Tavolara la mostra “I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer”. La splendida sede nel centro della città, ospiterà l’evento fino al 19 marzo. Successivamente verrà trasferita a Cagliari. Salvatore Cherchi, presidente della Fondazione Berlinguer ha fatto gli onori di casa, e al microfono si sono alternati via via i numerosi ospiti, tra quali Ugo Sposetti, presidente dell’Associazione Berlinguer, il Sindaco Giuseppe Mascia, numerosi esponenti della Regione Sardegna, la presidente dell’Anci e sindaca di Fonni Daniela Falconi. Negli interventi si è rischiato di scivolare nell’aneddotica, soprattutto nelle parole di chi non lo ha conosciuto, ma, ricoprendo incarichi istituzionali non può sottrarsi dall’intervenire. E non è facile coniugare anche il linguaggio usato in politica oggi e la distanza con quello usato al tempo di Berlinguer, non soltanto da lui ma anche dai suoi avversari politici mai visti come nemici, quando, le “convergenze parallele” di Aldo Moro occupavano le pagine dei giornali e i dibattiti in Tv, contrariamente a quanto accade attualmente, quando a dominare è un linguaggio becero usato non solo dalla stampa ma anche dai protagonisti della vita politica.

Sembra lontano il tempo in cui l’accento sardo di Berlinguer era percepito quasi come una raffinatezza, mentre oggi gli accenti regionali risuonano nella volgarità. E’ stata sottolineata la nostalgia per l’attività e l’impegno da parte di Enrico Berlinguer, il suo modo di intendere il ruolo di segretario di un Partito nella cui organizzazione credeva fermamente, cosi come credeva nella mobilitazione delle masse e nel dialogo. E’ stato evidenziato il suo grande insegnamento su temi quali la pace e il disarmo. Degno di nota, in maniera particolare, l’intervento di Gavino Angius, che fu componente della Segreteria Nazionale nel periodo berlingueriano, dal 1972 al 1984, un intervento calorosamente applaudito che ha rimarcato il lascito del suo modo di fare politica, il suo modo di rivolgersi ai più deboli, il totale disinteresse personale.

Berlinguer non voleva essere il capo del Partito, ma lo aveva piuttosto trasformato in intellettuale collettivo, secondo l’insegnamento gramsciano. Enrico Berlinguer, secondo la testimonianza di Gavino Angius, già nel 1971, prima ancora di essere il segretario del PCI, dialogava segretamente con Aldo Moro, mantenendo i piedi attaccati a terra a delineare valori, orizzonti e ideali, da poter realizzare nell’esperienza del compromesso storico. Angius cita un pensiero di Luigi Pintor : ” qualunque cosa abbia detto o fatto, anche sbagliate ai miei occhi, mai ho dubitato della loro nobiltà”. Un periodo buio, in cui si mossero organizzazioni segrete come Gladio, P2, il cosiddetto doppio stato. Nel 1973, dopo l’attentato a Salvatore Allende, Angius ricorda la domanda che era in voga tra i giornali, “ chi sarà il prossimo Allende?” e la classifica vedeva al primo posto Aldo Moro e al secondo Enrico Berlinguer. Parlava di disarmo equilibrato tra Stati Uniti e Unione Sovietica, con un ruolo autonomo dell’Europa. Angius esprime l’auspicio che oggi, momento storico in cui ci si imbatte in una destra proterva, rozza, volgare e ignorante, è necessario ripensare a tutti gli errori, per difendere i nostri valori. Parla come se si rivolgesse a quel Partito che, come lui stesso riconosce, capace di aspro confronto all’interno, non vide mai Enrico Berlinguer stremato da quel confronto. Ricorda, inoltre, il momento dei funerali in cui a Mestre, 6 operai vollero trasportare la salma a spalla nell’aereo del Presidente Pertini, un momento in cui si è percepito il forte legame esistente tra il s segretario del Partito e i lavoratori.

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Infine, Bianca Berlinguer ringrazia tutti gli Organismi che hanno reso possibile la mostra e esprime la sua grandissima gioia nel ritrovarsi a Sassari, e nel vedere, quarant’anni dopo la sua morte, anche nelle precedenti tappe a Roma e a Bologna, l’interessamento e la presenza di tante persone che lo hanno conosciuto, ma anche di tanti giovani incuriositi e desiderosi di avvicinarsi al protagonista di un periodo durante il quale, con il contributo del PCI sono state attuate importanti riforme, tra cui, solo per citarne alcune, La Leg.151/75 Riforma del diritto di famiglia, La Leg. 285/77, Provvedimenti per l’occupazione giovanile, la Leg.903/77 Parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro, Leg. 180/78 Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori, Leg.194/78 Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza.

I pannelli esposti contengono il materiale documentale organizzato in cinque sezioni tematiche: gli affetti, il dirigente, la crisi italiana, la dimensione globale,l’attualità e il futuro. Numerose fotografie dell’attività politica e anche della vita familiare, gli incontri con i protagonisti della scena politica internazionale e delle sue vacanze a Stintino, fin da bambino. Nelle teche sono contenuti suoi appunti dei comizi e degli interventi, le copie dei documenti scolastici e del diploma liceale. Un interessante contributo viene offerto dagli audiovisivi a disposizione dei visitatori che, indossando le cuffie, possono rivedere le interessanti immagini contenute nei filmati.



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