Roccaraso, domenica flop niente neve e pochi bus invasione solo sulla carta

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Per un soffio un giovanotto con lo slittino non ha fatto cascare il sindaco come un birillo… Ma, vabbé: alla fine tutto fila liscio e non si registra un’altra domenica infernale. Come quella di domenica scorsa che è stata la «tempesta perfetta». E ieri Roccaraso era così linda, perfetta, ordinata e senza una carta in terra che nemmeno Cortina d’Ampezzo.

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Perché alla fine ieri dei famigerati bus da Napoli ne arrivano poco più di 40, un terzo di quelli di 7 giorni fa. Per capirci poco meno di 3mila persone contro le 12mila di domenica passata. Quella finita sotto i riflettori dei media di tutto il mondo. E alla fine, ieri, a essere fuori luogo è stato più qualche giornalista, per nulla avvezzo alla montagna, che si presenta sul nevischio con i mocassini che altro. Ma finalmente il sindaco, dopo aver invocato per giorni l’esercito, ieri tira un sospiro di sollievo. E gli habituè di Roccaraso, quelli dello struscio tra l’Excelsior ed il Tiffany, si preoccupano solo nella nebbia sulle piste che ha pregiudicato un po’ la sciata domenicale.

Roccaraso, il sindaco: «Noi amiamo Napoli». Ma un tiktoker lo attacca: «Ci stai cacciando?»

Altro che non esserci per il timore dei mangianeve come li chiamano da sempre: chi ha qui una seconda casa e paga lo skipass annuale figura se rinuncia alla montagna. Ma questa domenica i due mondi di Roccaraso: quelli che sono abituali e quelli del mordi e fuggi non si sono nemmeno incrociati. Non come domenica scorsa quando sono piombate in paese 12mila persone, che si sono aggiunte, a poco più di 4 mila stabili oltre alle 20mila sulle piste. Ed è normale che scendere dall’Alto Sangro, sette giorni fa, è stato un inferno in terra. Niente ieri: tutto tranquillo, forse anche perché qualcuno non voleva perdersi il match Napoli-Roma. «Tra chi era in pista, chi in paese e chi è arrivato solo per una giornata registriamo un numero praticamente dimezzato rispetto a sette giorni fa. E le misure hanno funzionato», spiega il sindaco Francesco Di Donato mentre osserva dal ciglio della strada il pratone dell’Ombrellone dove è rimasto uno scampolo di neve per far giocare i gitanti. Di fronte, invece, il campetto degli alpini è una immensa distesa verde snobbata da tutti. Perché non c’è neve: domenica scorsa invece il paesaggio era bianco prima che le orde di gitanti lo invadessero con barbecue improvvisati e parmigiane portate da casa. Ieri invece l’atmosfera era invece, se volete, anche più triste: in sette giorni si è passati dalla domenica cafonal a quella fantozziana… Solo le famiglie di pakistani, molte, fanno una certa tenerezza: in silenzio, anche i figli, che non mollano mai i genitori. Ma entusiasti.

Chi non ci sta è Antony Sansone, che si definisce tiktoker come se fosse una professione da laureati, in cerca quasi di uno scontro a favore di telecamere. «Avete offeso tutti i napoletani. Per un po’ d’immondizia. Mettevate due spazzini in più e si risolveva tutto. Avete etichettato il popolo napoletano per quello che non è», intima al sindaco a mo’ di masaniello. Quest’ultimo, ovviamente, non ci sta e risponde per le rime: «Non ho offeso nessuno. I napoletani e i turisti in genere sono tutti benvenuti basta rispettare le regole».

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Sembra finire qui prima che arrivi il deputato battagliero Francesco Borrelli. Ed ecco un altro scontro con il giovane tiktoker: «Non si può accettare che voi date un’immagine dei napoletani a Roccaraso che non è. I napoletani di De Crescenzo conoscono solo Luciano non questa Rita…», attacca il parlamentare. Già proprio Rita De Crescenzo, la tiktoker da oltre un milione di follower, che per giorni ha postato messaggi incitando di venire ieri a Roccaraso. Tutti la cercano, manco fosse una star del cinema: ma pare abbia preferito Ovindoli stavolta. Sicuramente non se ne crucceranno giù in paese dove la vita scorre placida. Il solito aperitivo al Tiffany, che ieri si era attrezzato con un vigilante all’ingresso (per la serie non si sa mai ci sia l’invasione di domenica scorsa) e le Petit caffè. E non c’è assalto ma la solita gente: i sciatori che scendono dalle piste dopo pranzo e le signore in pelliccia.

La maggior parte napoletani che vengono qui da decenni, infastiditi e molto da quanto accaduto. Cioé che altrove qualcuno possa immaginare che i partenopei siano tutti come quelli caciaroni di sette giorni fa. «È stato un inferno. Ad un certo punto abbiamo dovuto chiudere gli ingressi per la troppa folla», spiega Ylenia Pompeo, la figlia del titolare del Petit, che quando si accenna a domenica scorsa fa gli occhi vitrei del terrore puro. Perché? «Tutti a chiedere il bagno, sono entrati in massa…». Vabbè avranno portato quattrini? «Macché qualche caffè per approfittare del bagno mentre i clienti abituali, quelli che consumano aperitivi, mangiano qualcosa e spendono davvero, sono letteralmente scappati via…». Ma non c’è il problema ieri: ci sono una trentina di bagni chimici a ridosso dei pratoni e gli occhi vigili di polizia e carabinieri a controllare che tutto fili liscio. E alle 15 i bus sono già sulla strada del ritorno.





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