Povertà a Bergamo, consegnati oltre 122 mila pasti nella città degli anziani soli. La donazione da mezzo milione

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Silvia Seminati

«Ol disnà»: tra ottobre e novembre, 407 richieste al giorno: è record Nel 2024 raggiunte 650 persone. La storia della benefattrice

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Per spiegare l’apprezzamento degli anziani (e non solo) della città per il servizio Ol Disnà (con la consegna dei pasti a domicilio), bisogna raccontare cosa è successo nelle scorse settimane. «Tra metà ottobre e fine novembre — spiega Ivan Cortinovis, dal 2018 presidente dell’associazione Aiuto per l’Autonomia che realizza il servizio in convenzione con il Comune di Bergamo — abbiamo dovuto sospendere l’accesso di nuovi utenti perché eravamo arrivati al limite delle capacità operative». Insomma, il servizio (che costa 5 euro a pasto) è andato sold out. Tutto esaurito. «Per la nostra organizzazione — spiega Cortinovis —, 400 pasti giornalieri sono un limite che coinvolge il lavoro di segreteria, la capienza delle auto che usiamo, il numero di volontari coinvolti. Siamo arrivati anche a 407 pasti». E a ottobre 2024, c’è stato un picco mai registrato, con più di 11 mila pasti consegnati. «C’è un bisogno crescente, per vari motivi — dice Cortinovis —. Rispetto all’anno precedente, abbiamo consegnato quasi 10 mila pasti in più».

Generosità a sorpresa

E per tante consegne fatte, una è arrivata anche all’associazione, sorprendendola. «A luglio 2022 — racconta Cortinovis —, ci hanno contattato i nipoti di una signora milanese che aveva costituito una fondazione per fare dei lasciti ad associazioni che si occupassero di anziani. Ci hanno spiegato che ci hanno trovato su internet e sono venuti a conoscerci. Noi abbiamo raccontato la nostra attività e mostrato tutti i documenti. Alla fine ci hanno detto che ci avrebbero fatto una donazione». La prima tranche è arrivata alla vigilia di Natale del 2022: 300 mila euro. «Abbiamo subito scritto ai nipoti della signora, chiedendo se avessero sbagliato la cifra, mettendo qualche zero in più. Anche la banca si è allarmata, pensando a un errore, ma non c’era stato nessuno sbaglio. Ci hanno spiegato che gli è piaciuta la nostra attività, si sono fidati di noi». C’è stata una seconda tranche: 200 mila euro. «Questo mezzo milione ci ha dato una boccata d’ossigeno, anche perché i volontari invecchiano. Siamo anche riusciti a cambiare le auto che usiamo. I nipoti della signora non ci hanno chiesto nulla in cambio, ma noi rendicontiamo anche a loro la nostra attività, ci sembra il minimo con la donazione che ci hanno fatto».




















































L’attività

Nel 2024, Ol Disnà — che è attivo in tutti i quartieri, tranne in Città Alta e sui Colli (coperti dal Circolino) — ha consegnato 122.665 pasti a 650 persone residenti nel Comune di Bergamo e con un’età superiore ai 75 anni o con fragilità segnalate dai Servizi sociali. L’età dei 650 utenti del 2024 è compresa tra 38 e 104 anni (con un’età media di 83 anni e 11 mesi). Il 97% di loro ha chiesto un solo pasto al giorno. Le donne sono in maggioranza: costituiscono il 58% degli utenti e il loro numero cresce con il crescere dell’età.
Gli utenti non scelgono cosa mangiare, che viene invece stabilito dal fornitore che si avvale di una dietista per avere un menu variato e adeguato all’età di chi lo consuma. Però si può segnalare un cibo non gradito o non compatibile con la propria salute. Più di un utente su due indica queste limitazioni nel menu e questa è una complessità del servizio.
«Il Comune — spiega l’assessora alle Politiche sociali, Marcella Messina — ha una convenzione con questa associazione, che viene sostenuta con un contributo di 70 mila euro all’anno (40 mila per l’associazione, 30 per i pasti delle persone esenti dal pagamento e segnalate dai servizi sociali, ndr). Si tratta di un servizio importante, perché sostiene la domiciliarità». I dati dell’iniziativa restituiscono anche uno spaccato di una fetta di città. Solo il 5% degli utenti non ha una persona di riferimento in caso di bisogno. E uno su cinque non ha parenti. Le persone più giovani, poi, chiedono — a differenza di quelle più anziane — pasti tutti i giorni, anche nelle festività: «Questo — dice l’assessora — ci fornisce un’indicazione sulla povertà di relazioni. È una condizione che ci interroga (e preoccupa) sempre. Per questo, nel rimodulare le tariffe del Sad (il Servizio assistenza domiciliare), abbiamo inserito anche il criterio della povertà relazionale, abbattendo la quota del 20% per chi ha una condizione di isolamento sociale, cioè non ha una rete parentale di supporto».

Le zone

Le zone di distribuzione del pasto sono nove, due i punti di partenza: uno è il centro sociale di via Biava, a Valtesse, l’altro è il centro civico di Loreto. Ogni gruppo di distribuzione è composto da due volontari che, nei giorni prefestivi, consegnano il pasto anche per i festivi. Così la distribuzione è garantita tutti i giorni dell’anno. I volontari hanno dieci auto a disposizione, di cui cinque elettriche: complessivamente, nel 2024, hanno percorso poco più di 59 mila chilometri. A Valtesse c’è anche la segreteria, dove due volontari tengono i contatti con gli utenti. «È un compito delicato — spiega Cortinovis — perché serve sensibilità nel contatto con gli utenti fragili e la capacità di adattare le esigenze delle persone che chiamano a quelle organizzative del servizio».

Ogni dato viene tenuto in considerazione dal Comune per conoscere i cittadini. Per esempio, quando un utente paga questo servizio con il bonifico vuol dire che quella persona ha un parente vicino oppure un amministratore di sostegno. «Fondamentale è lo sguardo dei volontari, per capire le situazioni», spiega l’assessora Messina. Tra i volontari, l’età media è diminuita: dai 61 anni del 2023, si è arrivati ai 59 anni del 2024. E nell’ultimo anno c’è stato un incremento di volontari nati dopo il 1970, a fronte di una diminuzione di quelli nati negli anni Sessanta. L’associazione ha 126 soci (il dato è aggiornato alla fine del 2024) e di questi 120 sono volontari stabili. Al progetto Ol Disnà collaborano anche persone «messe alla prova» in collaborazione con l’Uepe di Bergamo.

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