Meno soldi per gli armamenti, più soldi per la sanità pubblica: sì, ma con cosa ci difendiamo, con le fionde?

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Nella mattinata di venerdì 31 gennaio il Circolo di Sinistra Italiana del Chivassese ha promosso un volantinaggio nei pressi dell’ ingresso dell’ Ospedale Civico per denunciare le gravi carenze della sanità pubblica che continua ad essere vittima di tagli e di scarso interesse da parte del governo Meloni.

Scontiamo sicuramente una situazione di inefficienza e di tagli che arriva da lontano” dichiara il portavoce del Circolo Frediano Dutto, “E stiamo ora subendo una propaganda mediatica da parte di questo governo  che, nei fatti, continua ad abbassare la quota di spesa sanitaria in rapporto al Pil. Per i prossimi cinque anni ad esempio mancano ben 19 miliardi di euro che il governo ha deciso di deviare per le spese in armamenti. Tutto ciò in un contesto sociale in costante aggravamento che vede oltre 4,5 milioni di italiani che stanno rinunciando a curarsi per motivi economici”.

I numerosi utenti che quotidianamente si rivolgono alle strutture dell’ Ospedale hanno dimostrato interesse nei confronti di questa iniziativa di Sinistra Italiana che si è svolta con il motto di “Meno soldi per gli armamenti. Più soldi per la Sanità pubblica!.

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Il presidio di fronte all’ospedale di Chivasso

Sul punto è intervenuto, con una lettera al giornale, l’ambientalista chivassese Piero Meaglia.

Caro direttore,

“Meno soldi per armamenti, più soldi per la sanità pubblica” chiede lo striscione che sabato scorso l’assessore chivassese all’ambiente ha esposto davanti all’ospedale.

E chi non sarebbe d’accordo? Ma diciamola tutta e usciamo dal non detto: quei soldi per gli armamenti servono, direttamente o indirettamente, ad

aiutare l’Ucraina. Non solo, ma anche. E infatti la contrapposizione armi-sanità è riesplosa con fragore a sinistra, curiosamente proprio il 24 febbraio 2022, quando l’esercito della Federazione russa invase l’Ucraina. 

Fu allora che la sensibile coscienza morale della sinistra rimase traumatizzata da una decisione sconvolgente: il governo italiano e l’Unione europea si schieravano col debole anziché col forte, con l’aggredito invece che con l’aggressore. Nicola Fratoianni, Sinistra italiana: “Sin dall’inizio contrari all’invio di armi” (giugno 2022). Bonelli, Alleanza Verdi e Sinistra: “Faccio un appello a Giorgia Meloni: il governo blocchi il decimo decreto per il riarmo in Ucraina” (dicembre 2024). Fino al giorno prima, per il tracollo dalla sanità pubblica la sinistra radicale accusava il capitalismo, oppure le scelte dei governi al servizio del capitalismo. Improvvisamente, dal 24 febbraio 2022, la colpa è diventata dell’Ucraina, degli aiuti forniti all’Ucraina. Non è strano?  Caro Debernardi, se le spese per armamenti servissero a difendere il nostro paese, le nostre case, la sua, la mia, quelle dei suoi compagni davanti all’ospedale, Lei esporrebbe lo stesso quello striscione “meno armi, più sanità pubblica”? 

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Certo, sullo striscione non c’è scritto “meno aiuti all’Ucraina”. È scritto “meno armamenti”. Ma tutti gli stati si armano quando vengono aggrediti, o temono di venire aggrediti, o vedono avvicinarsi la guerra ai propri confini. Tutti i governi europei si stanno riarmando, osservando con timore

che lo sconto fra le grandi potenze si fa sempre più acuto. Cosa dovrebbero fare? Aspettare a piè fermo armati di fionde?  Ovviamente la spesa per le armi toglie, o rischia di togliere, soldi alla sanità, all’istruzione, alle pensioni, al Welfare in generale. Esiste una soluzione? Da Debernardi, da Sinistra italiana, da AVS mi attendo che cerchino di trovare un rimedio, conti pubblici alla mano. Li paghiamo per quello, non per fare demagogia con slogan facili come “meno armamenti più sanità pubblica”.

Ma, Ucraina a parte, davvero crediamo che questo governo tolga soldi alla sanità allo scopo di destinarle agli armamenti? Credo che questo governo avrebbe tolto soldi alla sanità in ogni caso, armamenti o non armamenti, perché questa è la scelta di questo governo, una scelta ultraliberista che intende privatizzare la sanità pubblica e che privatizzerà anche altro, magari pure i binari ferroviari colpiti dal chiodo traditore, perché questa è la natura profonda e spietata di questo governo forte con i deboli. 

Forse questo governo largheggia in spese per le armi? Non lo so. Ma sappiamo che il ministro della difesa Guido Crosetto – uno dei fondatori di Fratelli d’Italia insieme a La Russa – attraversa periodicamente la porta girevole: ora è nel governo e fa l’uomo di stato, ora è presidente delle associazioni di produttori di armi. Avanti e indietro.  Eppure sinistra italiana chiede

le dimissioni di Santanché ma non di Crosetto. Perché? Si avvicinano le elezioni, anche quelle comunali, e  lo striscione “meno armamenti più

sanità” fa acchiappare voti. 

Cordiali saluti.

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Piero Meaglia





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