Ottawa risponde a Trump annunciando tasse del 25% sui prodotti in arrivo dagli Usa: colpiti birra, vino, frutta, verdura, elettrodomestici, legname, plastica. La presidente del Messico Sheinbaum: “Dal tycoon calunnie, reagiremo”. Cina e Canada ricorreranno all’Organizzazione mondiale del Commercio. Il leader Usa ai cittadini: “La sofferenza sarà ripagata, entriamo nell’Età dell’oro”. Ue: “Pronti a reagire con fermezza”. Tajani: “Guerra dei dazi non conviene a nessuno”. Parigi: “Ue reagisca, colpisca il made in Usa”
Cina, Canada e Messico hanno annunciato dazi sulle merci americane in risposta a quelli imposti da Donald Trump. “Le guerre commerciali non hanno vincitori”, ha sottolineato Pechino respingendo le accuse del presidente Usa sulla droga. Così come fa Città del Messico, parlando di “calunnie”. Ottawa, in maniera speculare, da martedì imporrà dazi doganali del 25% sui prodotti degli States. La Cina e il Canada hanno annunciato che faranno causa agli Usa presso l’Organizzazione mondiale del Commercio per i dazi. E intanto l’Ue si dice pronta a “difendersi” da eventuali misure. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso avverte: “L’Unione europea eviti una guerra commerciale devastante con gli Usa”. Gli fa eco il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che su X scrive: “La guerra dei dazi non conviene a nessuno. Anche perché i negoziati dovranno tenere conto dei legami Ue-Usa. Abbiamo idee e strategia per tutelare le nostre imprese con l’Italia che sarà il miglior ambasciatore Ue nel dialogo con Washington”. Un portavoce dell’Ue conferma che le istitutizoni europee sono pronte “a reagire con fermezza in caso di dazi”. Intanto Trump ha attaccato chi ha criticato le nuove tariffe, poi ha rassicurato gli americani: “La sofferenza” causata dalle tariffe “sarà ripagata”.
Trump: “Sarà l’età dell’oro per l’America”
Il presidente americano si è scagliato contro il Wall Street Journal che lo ha criticato per i dazi. Si tratta di “un giornale ‘globalista’, che ha sempre torto e che guida la lobby contro i dazi e giustifica Canada, Messico e Cina, che da decenni fregano gli Stati Uniti sul commercio, il crimine e le droghe velenose”, ha scritto Trump su Truth. “Quei giorni sono finiti, questa sarà l’età dell’oro per l’America”, ha aggiunto. E poi ha rilanciato sul Canada: “Diventi il 51esimo Stato americano”.
Da martedì dazi canadesi sui beni Usa
Il Canada imporrà da martedì 4 febbraio dazi doganali sulle merci Usa, come ritorsione per quelli annunciati da Trump. “Imporremo tariffe del 25% sui prodotti americani, per un totale di 155 miliardi di dollari canadesi” (pari a 102 miliardi di euro), ha affermato il primo ministro Justin Trudeau. Il primo giro di tariffe, ha spiegato il ministro delle Finanze canadese Dominic LeBlanc, colpirà beni americani per un valore di 30 miliardi di dollari canadesi, seguito da ulteriori dazi su prodotti per un valore di 125 miliardi in tre settimane. “Non stiamo cercando l’escalation, ma difenderemo il Canada, i canadesi e i posti di lavoro canadesi”, ha detto Trudeau. Le tariffe si applicheranno a “beni di uso quotidiano” come birra, vino, frutta, verdura, elettrodomestici, legname, abbigliamento, plastica, utensili, armi da fuoco e “molto di più”, ha sottolineato il premier canadese. Il conflitto commerciale avrà “conseguenze reali” per i canadesi, ha concluso Trudeau, ma anche per gli americani, tra cui perdita di posti di lavoro, costi più elevati per cibo e benzina, potenziali chiusure di stabilimenti di assemblaggio di automobili e accesso impedito a nichel, potassio, uranio, acciaio e alluminio canadesi.
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Il Messico: “Trump calunnioso, imporremo dazi”
La presidente messicana Claudia Sheinbaum ha denunciato come “calunniose” le parole del suo omologo americano, secondo cui Città del Messico avrebbe legami con il traffico di droga. E contestualmente ha annunciato l’imposizione di dazi sugli Stati Uniti come ritorsione a quelli annunciati da Trump. “Respingiamo categoricamente la calunnia della Casa Bianca che accusa il governo messicano di avere alleanze con organizzazioni criminali”, ha scritto Sheinbaum su X, parlando appunto di prossime “misure doganali” contro Washington. La presidente messicana ha accusato a sua volta i produttori di armi degli Stati Uniti di fare affare con “questi gruppi criminali” in Messico. Sheinbaum ha poi evidenziato come il suo governo abbia sequestrato in quattro mesi “40 tonnellate di droga, tra cui 20.000 dosi di fentanyl”. E ha sfidato quindi il governo e le agenzie ufficiali Usa a “combattere la vendita di stupefacenti nelle strade delle principali città, cosa che non stanno facendo, e il riciclaggio di denaro”. La presidente del Messico ha tuttavia proposto a Trump di formare “una task force con i nostri migliori team di salute e sicurezza pubblica”, anche perché “non è imponendo dazi doganali che troviamo soluzioni ai problemi, ma parlando e dialogando come abbiamo fatto in queste settimane con il suo Dipartimento di Stato per affrontare il fenomeno delle migrazioni. Nel nostro caso”, ha sottolineato, “nel rispetto dei diritti umani”.
Le ripercussioni sulle auto
La National Auto Parts Industry del Messico, associazione che riunisce più di 700 produttori di componenti per auto che si trovano in Messico, ha fatto anche i conti sulle ripercussioni sulla vendita di auto. Il prezzo medio delle auto negli Stati Uniti potrebbe aumentare di tremila dollari a causa della guerra dei dazi, ha spiegato. Le tariffe del 25% imposte da Trump alle importazioni provenienti dal Paese confinante a sud, infatti, aumenteranno fino a un massimo di otto volte i costi delle procedure di assemblaggio delle parti. Inoltre, la produzione industriale potrebbe calare di un milione di veicoli. Gli Stati Uniti importano dal Messico veicoli per un valore di 87 miliardi di dollari e componenti per 64 miliardi.
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Cina: “Noi tra i più severi al mondo sulla droga”
La Cina “si oppone con fermezza” ai dazi al 10% decisi da Trump all’import da Pechino e assicura l’adozione di “contromisure corrispondenti”. Il ministero del Commercio cinese dice di essere “fortemente insoddisfatto” delle tariffe e anticipa l’intenzione di ricorrere all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) “per le pratiche illecite degli Usa” a danno del made in China, in base alla violazione delle regole per “l’imposizione unilaterale di tariffe”. Secondo Pechino, l’imposizione di dazi da parte di Trump è una mossa che “non solo non aiuta a risolvere i propri problemi, ma interrompe anche la normale cooperazione economica e commerciale tra Cina e Stati Uniti”. Allo stesso tempo, il Dragone “adotterà le contromisure corrispondenti per salvaguardare con decisione i propri diritti e interessi”, rileva ancora la nota diffusa dal ministero del Commercio. La Cina esorta tuttavia gli Usa “a correggere le proprie pratiche errate, a venire incontro alla parte cinese a metà strada, ad affrontare direttamente i problemi e impegnarsi in un dialogo sincero”. Il tutto, conclude la nota, allo scopo di “rafforzare la cooperazione” tra i due Stati e di “gestire le differenze sulla base di uguaglianza, reciproco vantaggio e rispetto”. In modo particolare, la Cina ha risposo a Trump sulla questione fentanyl, la droga più potente dell’eroina che sta uccidendo milioni di americani: “Siamo uno Paesi più severi al mondo sulla lotta al narcotraffico, sia in termini di politica sia di attuazione”, ha evidenziato il ministero degli Esteri cinese. “Il fentanyl è un problema per gli Usa: in spirito di umanità e buona volontà, la Cina ha dato sostegno alla risposta americana al problema”, ha continuato. Pechino conclude sperando che gli Usa “considerino e affrontino i propri problemi, come il fentanyl e altre sostanze, in modo obiettivo e razionale, piuttosto che ricorrere a minacce contro altri Paesi attraverso tariffe”.
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Urso: “L’Ue eviti una guerra dei dazi devastante con gli Usa”
Sulla questione dazi è intervenuto anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, in un’intervista alla Stampa. “Trump ha un mandato preciso dal suo popolo: riaffermare il primato americano, rilanciare l’industria e il lavoro negli States. L’Europa deve fare altrettanto, revisionando la sua politica economica e ambientale, subito e senza infingimenti, con altrettanta velocità di esecuzione. Nel contempo deve confrontarsi nel merito con gli Stati Uniti per evitare che si inneschi una guerra commerciale devastante”, ha detto Urso. “Gli Usa sono il nostro principale partner, dopo la Germania, quello che segna la maggiore crescita con prodotti di eccellenza, il nostro made in Italy, cui i cittadini americani non vogliono assolutamente rinunciare. In un rapporto di scambi più equilibrato, l’Italia può anche guardare con attenzione all’export statunitense di gas liquefatto. Siamo fiduciosi nel confronto e nella grande attenzione che Trump manifesta nei confronti di Giorgia, unico leader europeo ad essere invitato alla cerimonia di insediamento”, ha sottolineato Urso. Per il ministro, per evitare una guerra dei dazi l’Unione deve comprendere “le ragioni dell’America e instaurare subito un confronto nel merito con una visione strategica nella piena consapevolezza che la globalizzazione è finita e che l’Occidente non può arroccarsi. E nel contempo non può dipendere da altri. Attenzione: l’America di Obama si illuse di poter realizzare un duopolio con la Cina spostando il baricentro degli States dall’Atlantico al Pacifico. Con Trump l’Europa ha l’occasione di far tornare l’Atlantico e quindi il Mediterraneo centrale nei nuovi assetti, con una politica di inclusione nei confronti del Sud del pianeta come quella delineata nel Piano Mattei nel confronti dell’Africa e con metodi ovviamente diversi dallo stesso Trump nelle Americhe”, ha sottolineato. Secondo Urso “ogni giorno di più si allarga il fronte della ragione e sia sgretola il muro delle ideologie: il Green deal è caduto a Berlino. Lo dimostrerà proprio la Germania tra pochi giorni”.
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Portavoce Ue: “Pronti a reagire con fermezza”
L’Ue è pronta a “rispondere con fermezza a qualsiasi partner commerciale che imponga dazi in modo ingiusto o arbitrario sui prodotti europei”, ha dichiarato all’Ansa un portavoce della Commissione Ue, esprimendo “rammarico per la decisione degli Stati Uniti di imporre dazi a Canada, Messico e Cina. Al momento, non abbiamo informazioni su ulteriori dazi che colpirebbero i prodotti Ue. Il nostro rapporto commerciale con gli Stati Uniti è il più grande al mondo. C’è molto in gioco”, sottolinea Bruxelles, invitando Washington a “rafforzare questa relazione”. “Le misure tariffarie trasversali aumentano i costi aziendali, danneggiano lavoratori e consumatori. I dazi creano inutili sconvolgimenti economici e spingono l’inflazione”, evidenzia ancora il portavoce della Commissione europea. “I mercati aperti e il rispetto delle regole del commercio internazionale sono essenziali per una crescita economica forte e sostenibile”, aggiunge, riaffermando che “l’Ue crede fermamente che tariffe basse spingano la crescita e la stabilità economica all’interno di un sistema commerciale forte e basato su regole”. I dazi, aggiunge il portavoce, “sono dannosi per tutte le parti”. Gli fa eco il governatore della Banca centrale olandese, Klaas Knot, membro del Consiglio direttivo della Bce: “L’Europa non si farà mettere alla gogna dai dazi, siamo anche una potenza commerciale con 400 milioni di consumatori. In questo gioco ci sono solo perdenti: che il Canada reagisca o meno, che il Messico reagisca o meno, saranno i consumatori a pagare il prezzo” della guerra commerciale, ha osservato il banchiere, dicendo di aspettarsi che i dazi americani provochino un aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse negli Usa, finendo per indebolire l’euro.
Parigi: “L’Ue reagisca ai dazi, colpisca il made in Usa”
“È ovvio che bisogna reagire” alla minaccia dei dazi: la risposta dell’Europa deve essere “efficace”, concentrandosi “sui prodotti che sono importanti” per gli Stati Uniti, ha detto il ministro dell’Industria francese Marc Ferracci, a France Info. Ha anche evidenziato che “i negoziati commerciali con Donald Trump devono assumere una forma di dinamica di potere” per l’Ue. La reazione “deve essere mordace, avere un impatto sull’economia americana per costituire una minaccia credibile. Dobbiamo smetterla di essere ingenui”, ha sottolineato, aggiungendo che la sfida Ue è “restare unita” e incoraggiando a redigere un “Buy European Act”.
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Cimmino (Confindustria): “I dazi possono essere un’opportunità”
La vicepresidente di Confindustria per l’export e l’attrazione degli investimenti Barbara Cimmino, intervistata dal Corriere della Sera, spiega “che i dazi Usa possono essere anche una buona opportunità, una sfida ad aumentare la competitività del nostri prodotti. Ai dazi si risponde prima di tutto con prodotti ancora più competitivi sia sul piano del prezzo che su quello della qualità. Va tenuto conto poi che le nostre imprese, anche le medio-piccole, sono diventate molto brave nel diversificare i mercati di approdo”. Per quanto riguarda la possibilità di trattare direttamente con gli Stati Uniti, Cimmino avverte: “Non cadiamo nella trappola del divide et impera. La trattativa va fatta in ambito Ue. Non dobbiamo minimamente lasciare spazio a trattative bilaterali. Alla fine si rivelerebbero un danno anche per noi”. Dall’Europa, l’imprenditrice si aspetta “un’azione rapida. Trump aveva annunciato che si sarebbe preso tempo per decidere fino al primo aprile. Le ultime dichiarazioni e le azioni intraprese verso Canada, Cina, Messico, fanno pensare che potrebbe agire d’anticipo. Mi aspetto che a livello di Unione si stiano già definendo piani per eventuali reazioni nei diversi scenari, a seconda dei beni colpiti e delle aliquote imposte”. Non è poi da escludere che le merci cinesi che non andranno negli Stati Uniti arrivino in Europa: “È possibile. In questo caso non credo la risposta siano i dazi ma normative che impongano alle merci che arrivano in Europa gli stessi standard in materia di sostenibilità ambientale e sociale che sono imposti alle nostre imprese”.
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