Dall’INPS per la pensione 5 anni di contributi in più, ecco come fare a 67 come a 64 anni

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito personale

Delibera veloce

 


Nel sistema pensionistico non sempre arrivare a prendere una pensione è una cosa facile. Perché quando è il momento di verificare il diritto alla pensione, manca sempre qualcosa. E così c’è chi arriva a 67 anni, cioè all’età giusta per andare in pensione di vecchiaia ma si ritrova con 1, 2 o più anni in meno rispetto ai 20 anni di contributi che servono. Stesso discorso per chi crede di rientrare nella pensione anticipata contributiva a 64 anni di età, ma con qualche carenza contributiva. La soluzione a questo problema c’è. Una soluzione nata con la legge di Bilancio del 2024, cioè quella in vigore l’anno scorso. Uno strumento inserito nel sistema permette a qualche lavoratore di completare la carriera mancante.
Perché per determinati contribuenti c’è la possibilità di riscattare fino a 5 anni di contributi in modo tale da trovarsi al compimento dei 64 o 67 anni, in condizione di poter andare in pensione.

Dall’INPS per la pensione 5 anni di contributi in più, ecco come fare a 67 come a 64 anni

La legge di Bilancio 2024 ha ripristinato una misura che era già in funzione nel triennio 2019-2021. In quel caso la misura fu prevista dal decreto numero 4 del 2019 (lo stesso decreto di reddito di cittadinanza e quota 100, ndr). Per poi cessare di funzionare dal 2022 al 2023. E poi la riattivazione, come detto, dal 2024. Per una validità anche per il 2025 però. Adesso la misura è di nuovo attiva, ed è resa disponibile anche per chi ha già sfruttato la precedente.

Ciò che effettivamente è stato reintrodotto per il biennio 2024/2025 si chiama pace contributiva. Una misura che l’INPS ne ha illustrato con la circolare numero 69 del 29 maggio 2024. Come per il precedente provvedimento del 2019, la misura riguarda solo i cosiddetti contributivi puri. Parliamo dei nuovi iscritti, cioè soggetti che hanno il primo accredito successivo contributivo a qualsiasi titolo solo dopo il 31 dicembre 1995. Con la pace contributiva di oggi si possono riscattare fino a 5 anni di vuoti contributivi. Si tratta di periodi scoperti da contribuzione di qualsiasi genere. Chi di anni ne ha già riscattati 5 con la vecchia pace contributiva del triennio prima citato, adesso ne può riscattare altri 5.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Nuova pace contributiva 2025, ecco come recuperare i contributi mancanti

Una facoltà che serve sia per raggiungere i requisiti per le pensioni, come detto in premessa, che per aumentare il proprio montante contributivo. Perché la pace contributiva può tornare utile anche a chi vuole prendere una pensione più alta.

Il periodo non coperto da contribuzione che può essere adesso completato con la pace contributiva non deve essere per forza consecutivo. Dal momento che la pace contributiva riguarda quelli privi di versamenti prima del 1996, è evidente che i periodi riscattabili possono essere solo quelli successivi al 31 dicembre 1995. Essendo un provvedimento introdotto dalla legge di Bilancio 2024, il riscatto di questi vuoti può riguardare periodi fino all’entrata in vigore della stessa legge, cioè fino al 1° gennaio 2024. Oltretutto possono essere riscattati solo i periodi intercorrenti tra l’anno del primo accredito e il 1° gennaio 2024. Chi ha iniziato a lavorare nel 2000 infatti non potrà certo riscattare gli anni dal 1996 al 1999, ma solo i vuoti tra il 2000 e la fine del 2023.

Serve la domanda e possono farla i diretti interessati ma anche altri soggetti

La pace contributiva può essere esercitata solo presentando una domanda. La deve presentare il diretto interessato o al più i suoi superstiti se il contribuente è deceduto. Ma c’è anche la possibilità che se ne occupi il datore di lavoro. Con una misura che rientrerebbe quindi nell’esodo incentivato. in pratica il datore di lavoro può scegliere di versare i 5 anni di vuoti al posto del contribuente per favorire il raggiungimento della pensione e quindi per ridurre personale. Il costo del riscatto è da quantificare in base alla media delle ultime 12 mensilità di retribuzione lorda utile ai fini pensionistici e con l’aliquota del fondo a cui il lavoratore versa (per il FPLD dei dipendenti il 33%). Il versamento può essere in unica soluzione, che è la via da usare per chi ha fretta di raggiungere i 20 anni di versamenti. Ma può anche essere pagato a rate mensili e fino a 10 anni di rate (120 rate, ndr).

Come andare subito in pensione nel 2025 con la pace contributiva

L’onere, ovvero la spesa sostenuta può essere scaricata dal reddito. Ma rispetto alla pace contributiva precedente, non c’è la detrazione del 50% della spesa sostenuta, ma la deduzione al 100% dal reddito imponibile. Anziché ridurre l’IRPEF dovuta del 50% di quanto versato nell’anno di imposta a cui fa riferimento la dichiarazione dei redditi, l’intero importo versato in quell’anno può essere sottratto alla base imponibile su cui si calcola l’IRPEF. Uno sconto sulle tasse che se è il datore di lavoro a presentare domanda, sconta lui.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Source link