Borse oggi in diretta | Il Ftse Mib lima le perdite con Generali e Mps. L’indice Vix balza verso 20

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Mercati globali in ribasso per dazi di Trump e resilienza bancaria

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  • Ore 11:25 Il Ftse Mib resta in rosso, l’inflazione accelera in Ue e in Italia
  • Ore 10:40 Ftse Mib pesante con gli industriali. L’attività manifatturiera resta in contrazione in Italia
  • Ore 09:05 Ftse Mib in profondo rosso con Stellantis e Pirelli. Lo spread sale a 113 con Trump che annuncia: presto dazi anche all’Ue
  • Ore 07:50 Europa attesa in profondo rosso. Si teme una guerra commerciale globale distruttiva

Borse europee sempre nella bufera dopo che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha deciso di imporre dei dazi, ovvero delle imposte sulle importazioni, a Messico, Canada e Cina, ma l’indice Ftse Mib lima le perdite (-0,95% a 36.124 punti alle 12:40) grazie al risiko che tiene vive Generali e Mps. Bene anche le utilities, azioni più difensive.

Per Messico e Canada le tasse sulle importazioni saranno pari al 25% su tutti i beni. I dazi rimarranno in vigore fino a che i paesi non argineranno il traffico di droga e l’immigrazione illegale verso gli Stati Uniti. L’amministrazione Trump sta, inoltre, imponendo un dazio del 10% «oltre a qualsiasi dazio aggiuntivo» per i beni provenienti dalla Cina finché non ridurrà il contrabbando di fentanyl. «Per essere chiari, Trump ha costantemente consigliato che avrebbe utilizzato i dazi nel tentativo di far crescere l’economia statunitense, proteggere i posti di lavoro e aumentare le entrate. Tuttavia, il mercato si aspettava delle scelte più graduali, soprattutto nei confronti dei Paesi più vicini agli Usa», sottolinea Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia.

È evidente che l’obiettivo di Trump sia quello di incoraggiare la produzione nazionale, aumentare i posti di lavoro e migliorare la bilancia commerciale. Tuttavia, i dazi introdotti sull’acciaio durante il primo mandato di Trump non avevano portato a grandi benefici. «I dazi del secondo mandato sono generalizzati su tutti i beni e settori e potrebbero avere conseguenze diverse rispetto alle tariffe introdotte in passato», aggiunge Diodovich, prevedendo che, in mancanza di ritorsioni da parte degli altri Paesi, il dollaro dovrebbe salire, i prezzi al consumo aumentare (inflazione in crescita in Ue e in Italia) e la Fed prepararsi a cambiare i propri piani per fronteggiare la nuova situazione.

L’indice Vix balza verso 20

«Per i paesi colpiti dai dazi la svalutazione delle proprie valute dovrebbe aumentare l’appetibilità dei beni. In caso contrario, ovvero di risposte da parte dei paesi colpiti con altre misure, si potrebbe creare una escalation con il ritorno di una nuova guerra commerciale che avrebbe conseguenze fortemente negative sulla domanda globale», avverte Diodovich, osservando, infine, che l’indice della volatilità evidenzia un forte rialzo a 19,60 e potrebbe superare facilmente il limite di 20 in caso di un’escalation della guerra commerciale. L’Eurozona non è stata colpita dai dazi ma il cambio euro/dollaro scende dell’1,37% a 1,024, un salto delle quotazioni sui timori che Trump possa colpire con i dazi anche l’Europa. Lo stesso Trump ha dichiarato alla Bce che i dazi sui beni importati dall’Unione Europea arriveranno molto presto.

Ore 11:25 Il Ftse Mib resta in rosso, l’inflazione accelera in Ue e in Italia

Le borse europee restano sotto pressione (Milano -1,54% a 35.911 punti alle 11:25 con solo Generali, Mps e Tim contro corrente) con i nuovi dazi di Trump e con l’inflazione nella zona euro che ha registrato una leggera accelerazione a gennaio, pur mantenendosi su un trend che potrebbe consentire alla Bce di tagliare ulteriormente i tassi di interesse, probabilmente già a marzo.

L’inflazione accelera in Ue e in Italia

L’inflazione nei 20 Paesi della zona euro è aumentata al 2,5% a gennaio dal 2,4% di dicembre, poco al di sopra delle aspettative degli economisti, a causa dei costi energetici in aumento. Mentre la crescita dei prezzi, escludendo i beni alimentari ed energetici, è rimasta invariata al 2,7%.

Anche in Italia a gennaio l’indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,6% su dicembre e dell’1,5% su gennaio 2024, dal +1,3% del mese precedente. Anche in questo caso l’accelerazione su base annua è prevalentemente dovuta all’aumento dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da +12,7% a +27,8%). Dopo questo dato l’euro cade dell’1,43% a 1,023 dollari e lo spread Btp/Bund resta stabile a 112,7 punti base.

Ore 10:40 Ftse Mib pesante con gli industriali. L’attività manifatturiera resta in contrazione in Italia

I mercati azionari europei restano in netto calo come i futures statunitensi dopo i nuovi dazi imposti da Trump che fanno temere una guerra commerciale più ampia del previsto. Francoforte perde l’1,76%, Londra l’1,36%, Parigi l’1,64% e Milano l’1,38% a 35.968 punti alle 10:40 con gli industriali come Stellantis, Pirelli, Iveco, Stm in tilt (reggono Tim, le utilities, Generali e Mps) nonostante l’attività manifatturiera della zona euro abbia mostrato alcuni segnali di stabilizzazione a inizio anno.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

L’attività manifatturiera della zona euro mostra alcuni segnali di stabilizzazione

Infatti, l’indice Pmi finale della zona euro è salito a 46,6 a gennaio, superando la stima preliminare di 46,1 e avvicinandosi alla soglia di 50 che separa la crescita dalla contrazione. Invece, l’attività manifatturiera italiana si è contratta per il decimo mese consecutivo a gennaio. L’indice Pmi del settore manifatturiero si è attestato a 46,3 a gennaio, con un aumento solo marginale rispetto a 46,2 di dicembre.

Simkus (Bce): dazi Usa sulle esportazioni europee non sono una buona notizia per la crescita economica o l’inflazione

Lo spread Btp/Bund scende rispetto all’avvio a 112,75 punti base dopo che il governatore della banca centrale slovacca e membro del Consiglio direttivo della Bce, Peter Kazimir, ha detto che i tassi di interesse della Banca Centrale Europea possono scendere ancora, data la debolezza della crescita e il rallentamento dell’inflazione, ma l’incertezza è così alta che qualsiasi indicazione più precisa sui tassi sarebbe irrealistica.

Giovedì scorso la Bce ha abbassato il costo del denaro per la quarta volta consecutiva e ha lasciato la porta aperta a un ulteriore allentamento. I mercati prezzano un altro taglio il prossimo 6 marzo. Gediminas Simkus, governatore della banca centrale lituana e membro anche lui della Bce, ha detto di aspettarsi un taglio dei tassi di interesse a marzo e «un altro paio» nei mesi successivi. Simkus ha, inoltre, dichiarato che qualsiasi dazio statunitense sulle esportazioni europee non è «una buona notizia» per la crescita economica o l’inflazione, ma l’impatto dei dazi dipende in parte dalla risposta dell’Ue.

Ore 09:05 Ftse Mib in profondo rosso con Stellantis e Pirelli. Lo spread sale a 113 con Trump che annuncia: presto dazi anche all’Ue

Borse europee in profondo rosso in avvio di seduta. Il Dax perde l’1,96%, il Cac40 l’1.94%, il Ftse100 l’1,28% e il Ftse Mib l’1,46% a 35.940 punti. La tempesta perfetta dopo che il presidente americano, Donald Trump, ha confermato tariffe del 25% su Canada e Messico e del 10% sulla Cina a causa del fentanyl, un oppioide mortale, e dell’immigrazione clandestina. «La reazione dei mercati è stata immediata, con un aumento della volatilità e una maggior attenzione ai dettagli delle nuove politiche commerciali», sottolinea Fabrizio Barini di Integrae Sim.

La Cina proporrà il ripristino della fase 1 dell’accordo commerciale con gli Usa del 2020

Alcuni analisti ritengono che l’obiettivo strategico della Casa Bianca sia quello di utilizzare la minaccia dei dazi come leva per ottenere concessioni su politiche commerciali, sicurezza dei confini e produzione manifatturiera negli Stati Uniti, spiega Barini. «La mancanza di chiarezza sulle tempistiche e sulle eventuali esenzioni tariffarie ha aumentato l’incertezza tra gli investitori, con particolare attenzione ai settori più esposti a queste dinamiche, tra cui automotive, semiconduttori e acciaio», precisa l’esperto di Integrae Sim. 

La proposta iniziale della Cina ai dazi imposti dall’amministrazione Trump, secondo il Wall Street Journal, sarà incentrata sul ripristino della fase 1 dell’accordo commerciale firmato nel 2020 durante il primo mandato di Trump. Altre parti del piano di Pechino comprenderanno l’impegno a non svalutare lo yuan, l’offerta di maggiori investimenti negli Stati Uniti e la riduzione delle esportazioni di precursori del fentanyl.

Nomura: l’impatto di dazi del 10% colpirà la crescita europea di 0,3 punti percentuali

Trump ha anche già detto che la prossima sarà l’Europa. I dazi statunitensi colpiranno la crescita europea. Secondo le stime di Nomura, l’impatto diretto dei dazi del 10% colpirà la crescita europea di circa 0,3 punti percentuali cumulativamente nel 2025-2026, con il rischio di un aumento a causa dell’incertezza. Se Trump imporrà all’Europa tariffe più in linea con i livelli ora previsti per Canada e Messico, l’impatto diretto sarà ovviamente maggiore. «Ipotizziamo tariffe di ritorsione simili, anche se le imprese dovrebbero assorbire una parte dei costi più elevati, mentre il resto sarà scaricato sui consumatori. Di conseguenza, l’impatto inflazionistico sarà probabilmente limitato», precisa Nomura in una nota. In definitiva, a parità di altre condizioni, conclude Nomura, «questo costringerà la Bce a essere più prudente di quanto avrebbe fatto in altri casi». Lo spread Btp/Bund sale a 113,17 punti base.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

A Milano Stellantis e Pirelli ko, male le banche nonostante il risiko. Regge solo Generali

Sul listino milanese, nonostante il forte rialzo del Brent (+1,35% a 76,69 dollari al barile),  Eni perde lo 0,92% a 13,57 euro. Il cda del 26 febbraio esaminerà i conti del quarto trimestre del 2024 e i dati preliminari dell’intero esercizio 2024. Le stime pubblicate sul sito internet del colosso petrolifero indicano per il periodo ottobre-dicembre 2024 un utile operativo adjusted di 1,88 miliardi di euro e un utile netto adjusted pari a 0,96 miliardi di euro. Eni aveva terminato il quarto trimestre del 2023 con un utile operativo adjusted di 3,76 miliardi di euro e un risultato netto adjusted positivo per 1,64 miliardi di euro. La produzione dovrebbe attestarsi a 1,69 milioni di barili equivalenti al giorno, rispetto agli 1,71 milioni del quarto trimestre del 2023.

  • Leggi anche: Descalzi ( Eni): spingere a forza il petrolio sotto i 70 dollari? Vi spiego perché non ci sono le condizioni

C’è poi molto fermento nel comparto finanziario dopo che Unicredit, -1,6% a 43,70 euro, è uscita allo scoperto, dichiarando di detenere una quota del 4,1% in Generali (+0,13% a 30,67 euro, unica blue chip positiva) acquistata nel tempo sul mercato e un ulteriore 0,6% per conto di clienti. L’investimento nella compagnia assicurativa è puramente finanziario e non riflette alcun interesse strategico, ha dichiarato la banca, che rimane concentrata sulle operazioni riguardanti Banco Bpm e Commerzbank (il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha negato che il governo tedesco abbia chiesto aiuto al Tesoro per bloccare le ambizioni di Piazza Gae Aulenti su Commerzbank).

Fonti vicine al dossier hanno smentito le indiscrezioni secondo cui Unicredit avrebbe anche una quota del 3% circa in Mediobanca (-1,48% a 15,59 euro), su cui Mps (-1,51% a 6,12 euro) ha lanciato un’ops. Intanto Moody’s ha confermato il rating di Mediobanca, ma ha cambiato l’outlook su issuer e senior unsecured debt a negativo. Anche su Mps l’agenzia di rating Usa ha confermato il rating, ma ha cambiato l’outlook su depositi e senior unsecured debt a positivo.

L’offerta della banca senese su Mediobanca, nel caso in cui dovesse avere successo, presenta rischi di esecuzione e potrebbe danneggiare dell’istituto di Piazzetta Cuccia, secondo l’agenzia di rating Fitch. Inoltre, l’offerta di scambio avanzata dall’istituto senese deve affrontare molti ostacoli, che rendono l’operazione altamente incerta, mentre è ancora presto per valutare a fondo le sue implicazioni in termini di rating.

Invece, in occasione del cda di Banco Bpm (-2,23% a 8,33 euro) dell’11 febbraio sui risultati 2024 e dell’aggiornamento del piano industriale la banca dovrebbe anche proporre la convocazione dell’assemblea ordinaria che voterà il rilancio del prezzo all’opa su Anima

Quanto a Italgas (-0,26% a 5,74 euro), l’accordo con 2i Rete Gas dovrebbe chiudersi alla fine del primo trimestre o all’inizio del secondo, come ha spiegato l’ad, Paolo Gallo, confermando attorno a 1 miliardo l’entità dell’aumento di capitale necessario. Le richieste dell’Antistrust probabilmente imporranno cessioni di asset in aree in cui Italgas e 2i Rete Gas sono i due competitor.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Mentre il produttore di chip STMicroelectronics, in calo del 3,80% a 20,99 euro, sta valutando di tagliare fino al 6% della sua forza lavoro, ovvero fino a 3.000 lavoratori nei suoi stabilimenti in Francia e in Italia come parte di un programma di ristrutturazione. Lo ha riportato Bloomberg News, citando fonti anonime. Hsbc ha tagliato il target price sull’azione da 30 a 28 euro (rating buy). Su Ferragamo (-2,33% a 7,53 euro) è intervenuta Barclays alzando il target price da 5,6 a 5,7 euro (rating underweight).

  • Leggi anche: Azioni, Stm crolla in borsa: la guidance del primo trimestre delude le aspettative. Rating e target price degli analisti

Nel settore automotive cadono Pirelli (-5,63% a 5,496 euro) e Stellantis (-6,13% a 12,16 euro) ha annunciato una revisione interna volta a semplificare la propria struttura e ad accelerare i processi, portando avanti una riorganizzazione avviata dopo l’uscita a dicembre dell’ex ceo, Carlos Tavares. Il gruppo in pratica ha integrato le sue attività di software e ingegneria e ha conferito maggiori poteri ai suoi responsabili regionali nella pianificazione e nello sviluppo dei prodotti, nelle attività industriali e commerciali.

Leggi anche: 

Stellantis, che è alla ricerca di un nuovo ceo ed è attualmente guidata dal presidente John Elkann, ha anche annunciato cambiamenti nella sua struttura dirigenziale, tra cui la nomina di Alain Favey a nuovo responsabile del marchio Peugeot.

Non si salva dalle vendite nemmeno Dovalue (-2,17% a 1,62 euro) che, tramite doValue Greece Loan and Credit Claim Management Company, ha stipulato un accordo bilaterale con alcuni fondi d’investimento gestiti da Bracebridge Capital per assicurarsi mandati di servicing pari a 2,3 miliardi di gross book value, inclusa l’ultima tranche di Alphabet e alcuni altri mandati minori.

Leggi anche: 

I mandati di servicing comprendono una tranche da 2,1 miliardi di gross book value del portafoglio Alphabet Secured Corporate che un fondo gestito da Bracebridge ha comprato da PQH, in veste di liquidatore speciale, e altri due portafogli minori. Il portafoglio Alphabet Secured Corporate, per il quale doValue agirà in qualità di unico ed esclusivo servicer, comprende circa 13.000 prestiti di 7.000 debitori, con un valore totale delle garanzie pari a 3,1 miliardi e claim totali di 7,1 miliardi. Il portafoglio verrà preso in carico entro febbraio 2025.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Ore 07:50 Europa attesa in profondo rosso. Si teme una guerra commerciale globale distruttiva

Si preannuncia un lunedì nero per le borse europee. Il future sull’Eurostoxx50 perde il 2,46% e quelli statunitensi l’1,51% (Dow Jones) e -1,94% (S&P500) con i dazi annunciati dal presidente americano, Donald Trump su Canada, Messico e Cina che fanno temere un’ampia guerra commerciale con relativo contraccolpo sulla crescita globale. L’euro scende dell’1,3% a 1,025 dollari, il livello più basso da novembre 2022, poiché anche l’Europa è nel mirino di Trump. Il rendimento dei Treasury Usa a due anni sale sul livello massimo da una settimana al 4,24% (scende al 4,5% quello del 10 anni e al 3,55% quello del Btp 10 anni) per le preoccupazioni che i dazi alimentino l’inflazione statunitense e ritardino i tagli dei tassi di interesse da parte della Fed.

Si teme una guerra commerciale globale distruttiva

L’ordine di Trump di imporre dazi aggiuntivi del 25% sulle importazioni dal Messico e sulla maggior parte dei beni provenienti dal Canada, nonché del 10% sui beni provenienti dalla Cina, anche se è poco dettagliato fa sobbalzare i mercati poiché gli investitori temono che una guerra commerciale più ampia possa danneggiare la crescita globale. Trump ha dichiarato che parlerà oggi, 3 febbraio, con il primo ministro canadese, Justin Trudeau, aprendo la possibilità a un accordo dell’ultimo minuto. Il presidente degli Stati Uniti ha anche promesso di imporre «definitivamente» dazi all’Unione Europea, con il blocco che ha già annunciato una risposta decisa.

La risposta di Canada, Messico e Cina

Anche Canada, Messico e Cina non sono stati a guardare. Il premier canadese Trudeau ha annunciato misure di ritorsione del 25% su beni statunitensi per un valore di oltre 100 miliardi di dollari, la presidente messicana, Claudia Sheinbaum, ha promesso una reazione proporzionata e il ministero del Commercio cinese ha dichiarato che presenterà una causa contro gli Stati Uniti presso l’Organizzazione mondiale del commercio nonché l’adozione di «contromisure corrispondenti».

Il presidente americano ha insistito sul fatto che il Canada dovrebbe diventare il 51esimo Stato americano così da ottenere «tasse molto più basse, una protezione militare di gran lunga migliore per il popolo canadese e nessun dazio». Gli Stati Uniti «pagano centinaia di miliardi di dollari per sostenere il Canada», ha scritto il tycoon, riferendosi al deficit commerciale con il suo vicino e «senza questo massiccio supporto il Canada non esisterebbe», ha aggiunto.

Taiwan aiuterà le aziende a delocalizzare negli Stati Uniti

Dopo i nuovi dazi di Trump, Taiwan ha già fatto sapere che sosterrà le aziende che intendono trasferirsi negli Stati Uniti, aiutandole anche a trovare partner. Taiwan, le cui aziende sono produttori di prodotti tecnologici come semiconduttori e componenti elettronici, è vulnerabile perché molte di queste imprese hanno fabbriche sia in Messico sia in Cina e perché Trump ha minacciato tariffe anche sui chip importati. L’investimento più importante di Taiwan negli Stati Uniti è quello da 65 miliardi di dollari da parte del produttore di chip Tsmc per costruire fabbriche in Arizona, un piano iniziato nel 2020 sotto la prima amministrazione Trump.

Focus sull’inflazione dell’Eurozona e dell’Italia

Importanti anche i dati macro. Alle 10 il Pmi manifatturiero a gennaio finale dell’Eurozona (preliminare: 46,1 punti), alle 11 l’inflazione a gennaio preliminare dell’Italia (precedente: +0,1% mese su mese, +1,3% anno su anno) e l’inflazione a gennaio preliminare dell’Eurozona (precedente: +2,4% anno su anno) e quella core (precedente: 2,7% anno su anno). Invece, dagli Stati Uniti alle 15:45 arriva il Pmi manifatturiero a gennaio finale (preliminare: 50,1 punti), alle 16 la spesa per costruzioni a dicembre (precedente: invariata mese su mese) e l’Ism manifatturiero a gennaio (precedente: 49,2 punti). Tre gli interventi di alcuni esponenti della Bce dopo il taglio dei tassi, scontato, della scorsa settimana: alle 9 parla Simkus, alle 18:30 Bostic e Donnery.

Prezzi del petrolio in rialzo con i dazi di Trump

Il prezzo del petrolio sale dopo che Trump ha imposto dazi pesanti su una serie di importazioni, incluso il greggio da Canada e Messico, minacciando costi più elevati per i consumatori americani. Il Wti, punto di riferimento negli Stati Uniti, cresce dell’1,93% a 73,93 dollari al barile. Il Brent dell’1,10% a 76,50 dollari al barile. L’energia proveniente dal Canada è soggetta a un dazio ridotto del 10%, che riguarda circa 4 milioni di barili al giorno di flussi di greggio. Gli Stati Uniti ottengono la maggior parte delle loro importazioni di petrolio dalla nazione vicina oltre a circa 500.000 barili al giorno dal Messico. L’aumento dei costi delle materie prime probabilmente si tradurrà in un’impennata dei prezzi della benzina, con i futures sulla benzina che salgono del 6% a New York. Il prezzo del greggio aumenta nonostante l’indice del dollaro sia salito ai livelli più alti da novembre, rendendo le materie prime denominate in dollari più costose per la maggior parte degli acquirenti. La potenziale interruzione della fornitura di petrolio statunitense ha ridotto il divario tra Wti e Brent a 3,5 dollari al barile, rispetto ai quasi 4 dollari di inizio gennaio. Storna, viceversa, dello 0,53% a 2.820 dollari l’oncia il prezzo dell’oro dopo il record assoluto della scorsa settimana.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

A Milano occhio a Generali, Unicredit, Mps, Mediobanca, Banco Bpm, Stm, Ferragamo, Stellantis Eni, Italgas e Dovalue

Sul listino milanese attenzione, quindi, ai titoli del settore petrolifero come Eni che il cui cda 26 febbraio esaminerà i conti del quarto trimestre del 2024 e i dati preliminari dell’intero esercizio 2024. Le stime pubblicate sul sito internet del colosso petrolifero indicano per il periodo ottobre-dicembre 2024 un utile operativo adjusted di 1,88 miliardi di euro e un utile netto adjusted pari a 0,96 miliardi di euro. Eni aveva terminato il quarto trimestre del 2023 con un utile operativo adjusted di 3,76 miliardi di euro e un risultato netto adjusted positivo per 1,64 miliardi di euro. La produzione dovrebbe attestarsi a 1,69 milioni di barili equivalenti al giorno, rispetto agli 1,71 milioni del quarto trimestre del 2023.

  • Leggi anche: Descalzi ( Eni): spingere a forza il petrolio sotto i 70 dollari? Vi spiego perché non ci sono le condizioni

C’è poi molto fermento nel comparto finanziario dopo che Unicredit è uscita allo scoperto, dichiarando di detenere una quota del 4,1% in Generali acquistata nel tempo sul mercato e un ulteriore 0,6% per conto di clienti. L’investimento nella compagnia assicurativa è puramente finanziario e non riflette alcun interesse strategico, ha dichiarato la banca, che rimane concentrata sulle operazioni riguardanti Banco Bpm e Commerzbank (il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha negato che il governo tedesco abbia chiesto aiuto al Tesoro per bloccare le ambizioni di Piazza Gae Aulenti su Commerzbank).

Fonti vicine al dossier hanno smentito le indiscrezioni secondo cui Unicredit avrebbe anche una quota del 3% circa in Mediobanca, su cui Mps ha lanciato un’ops. Intanto Moody’s ha confermato il rating di Mediobanca, ma ha cambiato l’outlook su issuer e senior unsecured debt a negativo. Anche su Mps l’agenzia di rating Usa ha confermato il rating, ma ha cambiato l’outlook su depositi e senior unsecured debt a positivo.

L’offerta della banca senese su Mediobanca, nel caso in cui dovesse avere successo, presenta rischi di esecuzione e potrebbe danneggiare dell’istituto di Piazzetta Cuccia, secondo l’agenzia di rating Fitch. Inoltre, l’offerta di scambio avanzata dall’istituto senese deve affrontare molti ostacoli, che rendono l’operazione altamente incerta, mentre è ancora presto per valutare a fondo le sue implicazioni in termini di rating.

Invece, in occasione del cda di Banco Bpm dell’11 febbraio sui risultati 2024 e dell’aggiornamento del piano industriale la banca dovrebbe anche proporre la convocazione dell’assemblea ordinaria che voterà il rilancio del prezzo all’opa su Anima

Quanto a Italgas, l’accordo con 2i Rete Gas dovrebbe chiudersi alla fine del primo trimestre o all’inizio del secondo, come ha spiegato l’ad, Paolo Gallo, confermando attorno a 1 miliardo l’entità dell’aumento di capitale necessario. Le richieste dell’Antistrust probabilmente imporranno cessioni di asset in aree in cui Italgas e 2i Rete Gas sono i due competitor.

Mentre il produttore di chip STMicroelectronics sta valutando di tagliare fino al 6% della sua forza lavoro, ovvero fino a 3.000 lavoratori nei suoi stabilimenti in Francia e in Italia come parte di un programma di ristrutturazione. Lo ha riportato Bloomberg News, citando fonti anonime. Hsbc ha tagliato il target price sull’azione da 30 a 28 euro (rating buy). Su Ferragamo è intervenuta Barclays alzando il target price da 5,6 a 5,7 euro (rating underweight).

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

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Nel settore automobilistico Stellantisha annunciato una revisione interna volta a semplificare la propria struttura e ad accelerare i processi, portando avanti una riorganizzazione avviata dopo l’uscita a dicembre dell’ex ceo, Carlos Tavares. Il gruppo in pratica ha integrato le sue attività di software e ingegneria e ha conferito maggiori poteri ai suoi responsabili regionali nella pianificazione e nello sviluppo dei prodotti, nelle attività industriali e commerciali.

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Stellantis, che è alla ricerca di un nuovo ceo ed è attualmente guidata dal presidente John Elkann, ha anche annunciato cambiamenti nella sua struttura dirigenziale, tra cui la nomina di Alain Favey a nuovo responsabile del marchio Peugeot.

Infine, Dovalue, tramite doValue Greece Loan and Credit Claim Management Company, ha stipulato un accordo bilaterale con alcuni fondi d’investimento gestiti da Bracebridge Capital per assicurarsi mandati di servicing pari a 2,3 miliardi di gross book value, inclusa l’ultima tranche di Alphabet e alcuni altri mandati minori.

I mandati di servicing comprendono una tranche da 2,1 miliardi di gross book value del portafoglio Alphabet Secured Corporate che un fondo gestito da Bracebridge ha comprato da PQH, in veste di liquidatore speciale, e altri due portafogli minori. Il portafoglio Alphabet Secured Corporate, per il quale doValue agirà in qualità di unico ed esclusivo servicer, comprende circa 13.000 prestiti di 7.000 debitori, con un valore totale delle garanzie pari a 3,1 miliardi e claim totali di 7,1 miliardi. Il portafoglio verrà preso in carico entro febbraio 2025. (riproduzione riservata)



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