TITOLI FALSI, AI DOMICILIARI ANCHE L’FDI GALOTTA

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Per assunzioni o per scalare i concorsi: la Procura di Potenza sgomina associazione a delinquere. 7 arresti tra cui la da poco ex commissaria potentina. Politica e incarichi: possibili sviluppi

Procediamo noi”: l’inchiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Potenza relativa a reati contro la fede pubblica e altro, è giunta è giunta a un primo importante step: 7 arresti e un totale di 117 indagati. Gli inquirenti del capoluogo ritengono di aver sufficientemente consolidato il quadro probatorio inerente a un «diffuso sistema fraudolento mirato a un facile, quanto illecito, sistema finalizzato a conseguire titoli di studio e abilitazioni professionali». Il “procediamo noi” era da intendersi alla lettera: nessun ostacolo per qualsiasi evenienza. Tra i casi più eclatanti, come ha dettagliato il Sostituto Procuratore Vincenzo Montemurro nell’apposita conferenza stampa alla quale ha partecipato anche il Sostituto Procuratore Giorgio Guadagno, quello di un soggetto in vacanza all’estero che risultava aver partecipato regolarmente ai corsi di formazione nei contestuali periodi. Il sistema fraudolento, stando ai numeri raccolti dalla Procura, funzionava a tal punto che in meno di un anno, il “titolificio” era riuscito a richiamare 120 clienti da 4 diverse regioni, oltre che dalla Basilicata e dalla Campania, dove hanno sede gli Istituti coinvolti.

LE ACCUSE E GLI ARRESTI

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Circa cento militari delle Fiamme Gialle sono stati impiegati sul territorio nazionale per dare esecuzione a un’ordinanza di misure cautelari, emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Potenza, Salvatore Pignata, che ha disposto 7 arresti domiciliari nei confronti di altrettanti indagati accusati, a vario titoli, di associazione per delinquere finalizzata ai reati di falso, nonché il sequestro di titoli di studio ed o abilitazioni professionali ideologicamente falsi nei confronti di oltre un centinaio di soggetti, anch’essi tutti indagati, beneficiari di tali attestazioni. I soggetti attinti dalla misura cautelare personale degli arresti domiciliari sono i lucani Ilaria Galotta e il compagno Stefano Dragonetti, i campani Vincenzo Macera, Anna Macera, Fortuna Infante, Nicola Amabile ed Ersilia Gassi. Ilaria Galotta, alla guida dell’omonimo Centro studi, nel recentissimo passato è stata Commissaria cittadina a Potenza di Fratelli di Italia, la nomina risale al 2023 mentre l’elezione del nuovo segretario cittadino si è svolta domenica scorsa, nonchè candidata non eletta alle amministrative del capoluogo. Il compagno di Galotta, Dragonetti, anche lui di Fratelli d’Italia, da quanto si è potuto apprendere, avrebbe anche svolto attivitò lavorativa presso Enti pubblici. Pur restando fermo che in attesa del giudizio definitivo, trova applicazione, per tutti gli indagati, il principio della presunzione di innocenza, come precisato dal Procuratore distrettuale facente funzioni della Repubblica presso il Tribunale di Potenza, Maurizio Cardea, le misure restrittive della libertà personale trovano giustificazione nella gravità delle condotte realizzate, come ricostruite dalla Polizia Giudiziaria nel corso delle indagini, e avvalorate, in un solido archetipo probatorio, dai magistrati inquirenti nella richiesta di misura cautelare.

IL MODUS OPERANDI

Nel dettaglio, le indagini, svolte anche con l’ausilio delle più moderne tecnologie investigative, hanno permesso di disvelare un complesso sistema illecito, avente a oggetto la frequenza di diversi corsi di formazione, corsi di laurea, percorsi formativi funzionali al conseguimento di certificazioni qualifiche, utili all’incremento del punteggio attribuito ai candidati al momento dell’inserimento nelle graduatorie elaborate nell’ambito di concorsi pubblici e, più nello specifico, per svolgere diverse funzioni lavorative. I promotori dell’associazione, per l’accusa, «hanno svolto un vero e proprio ruolo di scouting della clientela, localizzata in ben 6 regioni d’Italia», Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Sicilia e Basilicata, «intrattenendo, altresì, rapporti con altri istituti formativi localizzati tra le province di Potenza e Napoli, gestiti sempre da correi, in grado di assicurare, con assoluta certezza, a svariati fruitori dei servizi offerti il conseguimento di certificazioni ed o qualifiche professionali riconosciute a livello nazionale ed europeo». In «ambito informatico», svolgendo gli esami on-line, sostituendosi ai discenti nel corso delle prove d’esame, di modo da alterarne gli esiti, anche raggirando i sistemi di sicurezza, così inducendo la scuola al rilascio delle certificazioni attestanti, in maniera mendace, competenze non attribuibili, in concreto, al soggetto esaminando. In «ambito universitario», manipolando l’esito degli esami previsti dal piano di studio riferiti a corsi di laurea on fine, a cui lo studente era iscritto, svolgendo, da remoto, le prove, mediante l’applicativo “Iperius Remote”, raggirando i sistemi di sicurezza e alterandone gli esiti. In «ambito sanitario», attestando falsamente la presenza di alcuni studenti durante il tirocinio, a partecipazione obbligatoria, per il conseguimento della qualifica Operatore Socio Sanitario, ed o fornendo loro supporto durante le prove d’esame, in modo da alterare il regola- re svolgimento dei corsi ed o delle prove finali. In relazione a mansioni lavorative da svolgere per conto di Enti pubblici, particolamente evidenziata la gravità dell’ipotetica circostanza per cui chi potrebbe aver scalato le graduatorie dei concorsi grazie alle attestazioni falsi, poi poteva non essere in grado di svolgere le mansioni, o una parte di esse, nell’effettiva esecuzione della prestazione lavorativa. Per i beneficiari dei titoli ritenuti dalla Procura falsi, l’accusa di tentata truffa che potrebbe tramutarsi in compiuta se verrà accertato l’ottenimento di un lavoro, col paventato rischio di restituzione degli sti- pendi collegati al posto di lavoro ottenuto anche, nel solco dell’impianto accusatorio, per via delle attestazioni fittizie.



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