il sogno possibile, “Dove c’è un sentiero, c’è vita”

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Oggi vado a fare il giro del lago di Varese a piedi, ma prima di partire visto che è ancora buio, sogno ancora un po’ a occhi aperti.

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Poco più di quindici anni fa, nel 2009, veniva completato l’ultimo tratto della ciclabile del Lago di Varese, trasformando un progetto visionario in una realtà concreta. Quell’anello di 28 km attorno al lago, nato da un’idea negli anni ‘80 e sviluppatosi gradualmente nei decenni successivi, è diventato uno dei percorsi ciclopedonali più apprezzati della Lombardia. Oggi, a distanza di 15 anni, possiamo chiederci: e se quella fosse stata solo la prima tappa di un sogno più grande? Una rete interconnessa che unisca laghi, fiumi, montagne e centri storici della Lombardia, del Piemonte e del Veneto, con un collegamento diretto alla metropoli di Milano.

Una moderna versione dell’attrazione che, negli anni ’20 del Novecento, faceva del Varesotto una delle mete preferite dai milanesi benestanti in cerca di ristoro e aria salubre tra natura e ville d’epoca.
Se la ciclabile del Lago di Varese è diventata realtà grazie a interventi mirati su strutture già esistenti, il futuro può seguire la stessa logica. L’idea non è costruire da zero, ma connettere, migliorare e valorizzare percorsi già presenti, inserendoli in una rete più ampia con il supporto di enti locali, Regione Lombardia, fondi europei e investitori privati. Ma non si tratta solo di turismo. Riconnettere il territorio significa anche creare nuove forme di socialità, contrastare l’isolamento generato dalla dipendenza tecnologica (ma le app di geolocalizzazione, condivisione di esperienze e di riconoscimento della flora le amiamo) e rafforzare il legame tra storia, comunità e ambiente.
L’immersione nella natura, vissuta come gesto quotidiano e collettivo, può diventare un modello per un nuovo equilibrio tra benessere individuale e responsabilità collettiva.

Ecco una lista ideale e parziale dei potenziali “moduli” della rete.
Il Sentiero delle Acque. Un anello ciclopedonale che unisce i laghi della provincia di Varese (Varese, Comabbio, Monate, Maggiore) in un unico grande percorso. Connettere questi specchi d’acqua attraverso percorsi esistenti e nuove tratte permetterebbe di trasformare la provincia in una meta di riferimento per il turismo slow e la rigenerazione comunitaria.
Il Cammino delle Fabbriche Perdute. Un itinerario che valorizzi il passato industriale della provincia, trasformando ex cartiere, filande e forni in tappe culturali e spazi rigenerati. Un cammino storico tra archeologia industriale e natura, sul modello della “Route du Textile” francese, che diventi occasione di educazione e memoria.
La Green Valley di Varese. Un progetto di riqualificazione di capannoni industriali dismessi in hub per start-up green e bio-economia, seguendo l’esempio della Ruhr tedesca. Una strategia per attrarre innovazione e lavoro in un’area tradizionalmente manifatturiera, con possibili fondi europei e incentivi regionali per la riconversione sostenibile. Un’iniziativa che potrebbe essere anche un laboratorio per nuove forme di economia collaborativa.
La Ferrovia Verde del Verbano. Un progetto per trasformare la tratta ferroviaria Varese-Lago Maggiore in un treno turistico panoramico, con carrozze dedicate, pacchetti bike+train e connessioni con i traghetti per le Isole Borromee. Un’opportunità che potrebbe coinvolgere Trenord e enti turistici locali, ma anche scuole e associazioni per un turismo di prossimità sostenibile ed educativo.
Il Sentiero della Frontiera. Un cammino escursionistico che ripercorra le antiche vie del contrabbando tra Italia e Svizzera, creando un itinerario transfrontaliero per escursionisti e ciclisti, ricco di storia e paesaggi mozzafiato. Un’iniziativa che potrebbe diventare un modello per esperienze di integrazione e recupero sociale, dove la narrazione storica aiuta a costruire comunità più coese.
L’elemento chiave di questo piano non è solo la creazione di percorsi isolati, ma la loro interconnessione su larga scala, estendendo la rete fino a includere tutto il bacino subalpino, dal Piemonte al Friuli-Venezia Giulia. Immaginare un corridoio verde che colleghi Torino, Milano, Varese, il Ticino e il Veneto, creando una macro-infrastruttura per la mobilità sostenibile, il turismo lento e la valorizzazione economica del territorio.

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Questa visione non è solo un’utopia: in Italia ci sono già modelli simili come la ciclovia del Garda e il progetto VENTO (ciclabile Venezia-Torino), che dimostrano quanto il cicloturismo possa essere una risorsa economica e ambientale strategica. Ma affinché questo accada, enti pubblici e privati devono imparare a lavorare insieme, creando nuove sinergie che potrebbero essere replicate in altri ambiti, dalla salute alla sicurezza, dalla protezione del territorio all’integrazione sociale.
Se nel 2009 il completamento della ciclabile del Lago di Varese sembrava un traguardo, oggi possiamo immaginare qualcosa di ancora più grande, perché dove c’è un sentiero, c’è vita (anche quando piove come oggi).
“Quando si sogna soli è solo un sogno. Quando si sogna insieme è l’inizio della realtà”, Marco Giovannelli.






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