Di: Seidisera/Gilardoni/Spi
Finora erano due i membri del Consiglio di amministrazione di BancaStato che provenivano dal mondo bancario e avevano perciò le maggiori competenze specifiche del settore. Finora, perché la recente scomparsa del presidente Bernardino Bulla ha ridisegnato profondamente l’organo che ha compiti di sorveglianza e strategici. Al suo posto è stata eletta Michela Ferrari-Testa, che è avvocata e notaia. Contemporaneamente, Luca Soncini, vicepresidente e seconda persona con maggiori competenze in materia, ha deciso di lasciare il CdA. Il diretto interessato non ha voluto confermare alla RSI la correlazione tra la sua mancata elezione alla presidenza e la decisione di andarsene, ma da più parti confermano che questa è stata la ragione del passo indietro.
La scelta come presidente della 61enne sembra in ogni caso rispondere anche a logiche partitiche (Ferrari-Testa è stata sul finire del secolo scorso granconsigliera per il PLR), meno a quella – più teorica che concreta – che dice sempre di volere dei profili tecnici per coprire queste posizioni. Sollecitata dalla RSI sul tema, Cristina Maderni, presidente della Commissione speciale di controllo del mandato pubblico di BancaStato, commenta ma non troppo: “È un dato di fatto che per il momento c’è una sensibilità anche partitica all’interno dei consigli di amministrazione degli enti parastatali. La priorità comunque è la persona e le conoscenze”. Sull’eventualità che il PLR sarebbe anche pronto a rinunciare alla presidenza, storicamente sua, di BancaStato, Maderni taglia corto: “Non ne abbiamo parlato all’interno del gruppo (parlamentare, Maderni è anch’essa deputata del PLR, ndr). Non è un mio ruolo rispondere a questa domanda”.
Tastando il polso a chi opera nel settore emerge in ogni caso l’impressione di una certa leggerezza a livello di conoscenze specifiche dell’attuale Consiglio di amministrazione. Anche se lo stesso CdA, annunciando la nomina, ha tenuto a sottolineare che “le solide conoscenze e le comprovate competenze analitiche e strategiche di Michela Ferrari-Testa hanno svolto un ruolo chiave nella sua elezione”. Resta però da convincere l’autorità federale di vigilanza, che ha il ruolo di convalidare la nomina dei membri e dovrà anche ratificare l’elezione di Michela Ferrari-Testa alla presidenza. La stessa FINMA, che in passato aveva già criticato alcune persone nominate nel CdA dal Consiglio di Stato per via dei loro profili poco tecnici, non ha ancora voluto esprimersi sull’elezione della nuova presidente, ma in merito alle competenze di chi siede nel CdA ha risposto, che “si aspetta che anche il CdA di una banca cantonale – nel suo insieme – disponga di sufficienti capacità dirigenziali e delle necessarie conoscenze ed esperienze specialistiche nel settore bancario e finanziario”.
Sulla teoria dei ruoli e dei compiti del CdA abbiamo sentito il parere di Henry Peter, professore specialista in questioni bancarie all’Università di Ginevra. “In teoria tutti i membri del consiglio di amministrazione di una banca devono comprendere l’attività bancaria attraverso delle competenze complementari. Tutti devono avere almeno una di queste competenze e sicuramente il presidente o la presidente”. Il rischio che l’autorità di vigilanza possa bocciare delle nomine non è così astratto, secondo l’esperto: “La FINMA può intervenire e direi che oggi, dopo l’esperienza di Credit Suisse, non dubito che sarà ancora più attenta”.
Una certezza c’è, per la banca al momento non cambia molto. Il Consiglio di amministrazione ha il compito di delineare la strategia e controllare da che parte sta andando l’istituto, ma sotto c’è una struttura che continuerà a funzionare come in passato. Inoltre Luca Soncini non se ne andrà fino a quando il CdA non sarà di nuovo a ranghi completi. In questo senso la RSI ha appurato che non ci sono tempi definiti per quanto riguarda l’elezione dei prossimi due membri da parte del Consiglio di Stato, però è chiara la necessità di trovare dei profili altamente specialistici. Anche considerando che BancaStato a fine 2021 è salita di categoria nella graduatoria della FINMA sull’importanza delle banche, diventando un istituto che in determinate circostanze può rappresentare un rischio significativo per il sistema finanziario svizzero.
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