È un Valentino Rossi maturo come non mai quello che si racconta al Corriere della Sera alla vigilia dei 46 anni e della trentesima stagione agonistica, la quarta da pilota di macchine. Parla di tutto, di paure (“In Austria, nel 2020, il momento più pericoloso della mia carriera, che ha accelerato la decisione di smettere con le moto”), delle strategie che Pecco Bagnaia dovrà adottare contro Marc Marquez (“Evitare di cadere nei giochi mentali, nei duelli tentare l’impossibile”), di Hamilton e Schumacher (“Lewis mi rimproverò per un ritardo, Michael fu un gran figo”), della lobby delle nonne (“Potentissima per chi ha figli piccoli”), del futuro delle sue figlie (“Se l’andazzo è questo, difficile essere ottimisti pensando alla condizione delle donne”). La battuta pronta non manca mai: “Il matrimonio? Mi piacerebbe che i miei figli da grandicelli ci portassero gli anelli all’altare. Lo dico per prendere tempo”
“La mattina mi sveglio, mi accorgo di essere tutto di un pezzo, sano e salvo, e sono contento” – è il messaggio più intimo che Valentino Rossi potesse trasmettere ripensando alle sue ventisei stagioni nel Motomondiale. Lo fa oggi, in un’intervista realizzata da Giorgio Terruzzi per il Corriere della Sera, ad una manciata di giorni dal compleanno più importante (il quarantaseiesimo, che compirà il prossimo 16 febbraio) e alla vigilia – guarda un po’ – di una gara: il Dottore è a Bathurst, Australia, dove questo weekend comincerà la sua trentesima stagione da pilota professionista, la quarta al volante di un’auto.
Per la terza volta consecutiva Valentino sceglie l’Endurance di Mount Panorama (tappa dell’International GT Challenge, campionato esterno al WEC, che lo vedrà protagonista per intero, sul sedile della BMW M4 GT3 del Team WRT) per rompere il ghiaccio di una nuova annata agonistica. Per la prima volta dopo tanto tempo, invece, decide spontaneamente di parlare di come abbia metabolizzato una delle pagine più buie della sua storia. “Tra il 2007 ed il 2008 la mia vita è cambiata – racconta – e ho capito cosa desideravo veramente: stare qui a Tavullia, nei miei posti, con la mia gente. Il problema con il fisco mi ha permesso di comprendere che ero pronto per essere me stesso. Fu un disastro, ma anche una fortuna. Lavorare divertendosi, adesso, è un vero privilegio”.
Guidare sopra i problemi, trasformare le difficoltà più ispide in opportunità, è stato in parte ciò che ha reso grande Valentino Rossi. Ed è su questa contrapposizione tra temi pesanti e leggeri, tra serietà ed ironia, tra vita e gioco, che l’intervista scivola via come una tavola da surf sulle onde. “Difficile fare il papà? All’inizio è semplice perché i neonati come Gabriella, a parte dormire la notte, non pretendono chissà che. Tocca fare il rodaggio. Invece qualche sera fa avevo cucinato gli spaghetti per Giulietta, li avevo lasciati così, lunghi. È arrivata Francesca: ‘ma no, li devi tagliare, altrimenti come fa?’. Quando la Franci era incinta, a mia mamma Stefania dissi, scherzando, ‘appena nasce la bambina te la diamo per due o tre anni e poi la veniamo a riprendere’. Ma lei ha le sue cose da fare e ho capito il grande potere che hanno le nonne. Formano la lobby delle nonne. Potentissima per chi ha figli piccoli. Se il mondo che accoglierà le mie figlie mi preoccupa? Sembra di essere regrediti. Un ritorno alla forza, alla violenza, come se il bene comune non fosse più un tema fondamentale. Se l’andazzo è questo, diventa difficile essere ottimisti pensando a chi si trova ai margini, alla condizione delle donne. Immaginavo un futuro migliore”.
Arriva il momento di parlare di ciò che resta di ventisei anni sempre su due ruote. Valentino dà una risposta poetica: “Ricordo un sacco di attimi precisi, un sorpasso preparato e riuscito, l’intenzione di una mossa senza sapere se ne verrai fuori, l’istante che innesca un incidente”. Una risposta che suscita persino nel lettore una spontanea adrenalina e che forse spiega il motivo per cui il 46, a 46 anni, senta comunque il richiamo della griglia di partenza (“So di avere bisogno anche di quella felicità lì. Si tratta di migliorare, di essere competitivo con le auto, che solo molto più sicure delle moto”). Inevitabile la domanda sulla paura, paura vera: “In Austria, 2020, la moto di Morbidelli che vola, passa sopra il mio casco come un enorme proiettile impazzito. È stato il momento più pericoloso della mia carriera. Un incidente che ha accelerato la decisione di smettere con le moto perché era fuori dal mio controllo”. Rossi che non avrà il controllo della situazione con cui il “suo” Pecco Bagnaia dovrà fare i conti tra poche settimane, nel box Ducati rosso che verrà occupato anche da Marc Marquez. Però un’influenza, anche solo mediatica, Valentino potrà sicuramente esercitarla: “Consigli per Pecco? Ci sono giorni in cui devi vincere e giorni in cui devi portare a casa punti. Non l’ha mai fatto, altrimenti avrebbe vinto anche il terzo Mondiale. E poi non cadere nelle trappole, nei giochi mentali, non farsi condizionare dal compagno di squadra. Nei duelli divertirsi e tentare l’impossibile”.
Quindi si discute di macchine, di scambi alla guida tra un nove volte campione del mondo e due sette volte campioni del mondo. Si parte dall’incontro ravvicinato tra Valentino Rossi e Michael Schumacher nei test Ferrari di Valencia 2006: “Era noto che anni prima avevo scommesso su Jacques Villeneuve, quindi contro di lui. Così quando ci siamo trovati nel box ero un po’ in paranoia. ‘Adesso mi guarda e pensa: eccolo qui il coglione’. Invece gentilissimo, mi ha dato un sacco di consigli. Un gran figo”. Poi quello avvenuto con Lewis Hamilton, sempre a Valencia, nel 2019: “Bello, cena e confidenze. Il giorno dopo, arrivai in ritardo in pista. Mi stavo cambiando, entrò nel motorhome, ed era Hamilton vestito da Hamilton, indicava l’orologio: i soliti italiani, cappuccino e brioche…Mi rimproverava. Sorrideva. Non del tutto però”.
Doveroso chiudere con leggerezza, con la fake news – “Valentino Rossi si sposa” – che per innumerevoli estati consecutive ha popolato il web e che osmosi, adesso, sembra aver fatto effetto sul diretto interessato, il quale sul tema aveva sempre opposto una netta resistenza. “Al punto in cui siamo io e la Franci, ci può anche stare di sposarsi. Al matrimonio di un amico, i figli già grandicelli hanno portato gli anelli all’altare. Bellissimo. Così mi piacerebbe. Lo dico per prendere tempo: ora che Gabriella possa fare una cosa del genere passa un bel po’ “.
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