Forza Italia, il declino di Catanzaro e le colpe dei ‘salotti buoni’: Tallini a Catanzaro Capitale

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  31 gennaio 2025 15:29

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di MARCO VALLONE

L’ultima puntata di “Catanzaro Capitale”, la trasmissione di approfondimento politico de La Nuova Calabria condotta da Gabriele Rubino, ha avuto come ospite l’ex presidente del consiglio regionale Domenico Tallini. Si è discusso dei diversi aspetti che hanno segnato in generale l’esperienza politica catanzarese: si sono fatti riferimenti all’ultima consiliatura Abramo (iniziata nel 2017 e terminata nel 2022), si è ritornati indietro fino agli anni ’90, si sono fatti cenni sullo stato della sanità a Catanzaro. Ma particolarmente interessanti sono stati gli spunti che hanno riguardato l’attuale corso di Forza Italia in seno al capoluogo di regione calabrese. E su quale sarebbe stata l’influenza sul partito che le recenti vicende giudiziarie, finite poi con l’assoluzione in via definitiva di Tallini nell’inchiesta ‘Farmabusiness’, avrebbero determinato.

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Quale sarà quindi la possibile collocazione politica di Domenico Tallini, sia a a livello comunale che a livello regionale? “Io, dopo la nota vicenda di cui non vi parlerò perché non ho mai fatto la vittima in vita mia e tantomeno lo farò su una cosa di gravità inaudita come quella che è avvenuta – ha affermato l’ex presidente del consiglio regionale -, sto cercando di ritrovare il gusto di fare politica. Per me il gusto di fare politica non è rincorrere un incarico elettivo. L’incarico elettivo io l’ho considerato sempre non come una stelletta da appuntare ai meriti, ma come un elemento di forza. La carica elettiva, sapere di rappresentare dei cittadini che ti danno la possibilità di parlare con autorevolezza, è una forza, perché noi siamo in una Repubblica fondata sulla democrazia. La volontà del popolo è quello che conta su ogni altro potere. E allora non esiste nessun altro potere che possa contare più di me che sono e rappresento la volontà popolare: questa è la mia convinzione, la mia maturazione, anche dopo tantissimi anni che faccio politica”.

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“Quindi oggi mi trovo – ha descritto Domenico Tallini -, dopo qualche mese appena, dalla famosa data in cui la sentenza che mi ha assolto definitivamente, perché il fatto non sussiste e lo hanno detto 12 magistrati, e anche per questo ho sempre detto di essere uno che crede ancora nella giustizia… Oggi sto riassaporando, perché per me la politica è anche piacere. Oltre alla passione è anche piacere: parlare con la gente, ascoltare la gente, farsi un’idea, capire cosa dice la gente, quella che si incontra per strada sui marciapiedi. Quello è importante anche per elaborare politica, per maturare concetti della politica, e anche per impegnarsi in politica per creare le condizioni per risolvere i problemi dei quali la gente, camminando, sulla stampa o con altri mezzi di comunicazione, ti mette a conoscenza. Quindi sono fuori dagli schieramenti, certamente. Io appartengo a una storia di centrodestra – ha rivendicato Tallini -, e la mia storia non la può cambiare nessuno. Non posso rinnegare il mio passato, quella che è stata la mia formazione da ragazzo e tutta la mia esperienza. Qualche piccolo episodio di alleanza politica ininfluente, poi rientrato subito in passato, ma la storia mia è di centrodestra”.

“Il problema è quello. Non è in quale partito andrò a fare politica. Il problema è – ha evidenziato l’ex membro di spicco di Forza Italia a Catanzaro- ‘tra gli attuali partiti c’è un partito che è compatibile con la storia del sottoscritto’? Faccio un esempio: io a Catanzaro, se dovessi dire Forza Italia… A Catanzaro i rappresentanti di oggi di Forza Italia sono tutti rappresentanti che fino a qualche anno fa, anche se qualcuno è pure passato nel nostro gruppo in passato, nessuno di questi era in Forza Italia. Il gruppo di Forza Italia è finito nel momento in cui ho avuto la vicenda giudiziaria, e nel momento in cui, in quel contesto, si è fatto un tale clima di terrorismo psicologico nei confronti di quelli che stavano vicino a me… Là hanno cercato di sbaragliare, oltre al sottoscritto, con quella strategia hanno cercato di demonizzare tutti quelli che mi stavano attorno. Quindi – ha rilevato Domenico Tallini – oggi, se io dovessi dire qual è il mio partito nel centrodestra ideale, sarebbe difficile poterlo individuare”.

 



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