ALLUVIONE. VIGNALI (FORZA ITALIA): “DOSSIER OPERE INCOMPIUTE: OGNI TRE MESI LA REGIONE DOVRÀ RIFERIRE SUL LORO STATO DI AVANZAMENTO”

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(AGENPARL) – Roma, 31 Gennaio 2025

(AGENPARL) – ven 31 gennaio 2025 ALLUVIONE VIGNALI (FORZA ITALIA): “DOSSIER OPERE INCOMPIUTE: OGNI TRE MESI LA REGIONE DOVRÀ RIFERIRE SUL ORO STATO DI AVANZAMENTO”
“La Giunta regionale riferisca ogni tre mesi sullo stato di avanzamento delle tante opere idrauliche incompiute in Emilia-Romagna.” È il nuovo approccio che il Presidente del Gruppo Forza Italia nell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Pietro Vignali propone, dopo avere elaborato un dettagliato dossier sulle opere idrauliche indispensabili per la prevenzione delle alluvioni non ancora realizzate su tutto il territorio regionale, al fine di monitorarne meglio l’avanzamento e di accelerarne la realizzazione.
“Appena insediato ho iniziato a cercare tra le banche dati dai vari enti coinvolti, tra le risposte alle interrogazioni regionali, gli open data della struttura commissariale e sui vari siti multimediali che dovrebbero geolocalizzare i lavori in corso e mi sono trovato di fronte ad una babele di soggetti, competenze e micro interventi che distolgono dalle questioni strategiche che così rimangono sommerse – ha spiegato il capogruppo azzurro – Ci sono paradossi che devono finire. Vi faccio alcuni esempi. La più grande cassa di espansione sul Panaro è stata fatta nel 1985, trasformata in diga nel 2012 ma non ancora collaudata. Quella del Torrente Baganza era stata annunciata come prioritaria nel 1967 ed i lavori sono, oggi, al 40% del completamento. Oppure la diga di Vetto, progettata nel 1981, ma mai realizzata perché fa, anche in questi giorni, litigare la sinistra. Oggi depositerò 15 richieste di accesso agli atti, uno per ognuna di queste prime opere che reputo essenziali, ed un’interpellanza in Assemblea legislativa così da far riferire pubblicamente il Presidente De Pascale in aula. Questa operazione si ripeterà ciclicamente in modo tale che ogni tre mesi, la Giunta regionale relazioni in merito, anche nel dettaglio tecnico.
Questo il dettaglio dele opere incompiute censite:
Cassa di espansione del torrente Baganza (PR): completato il 40% dei lavori con termine previsto nel 2026 e potrà contenere fino a 4,7 milioni di metri cubi d’acqua; – già prevista dalla Commissione De Marchi fin dal 1967 per la messa in sicurezza a Parma e Colorno;
La Diga di Vetto (RE) per garantire l’approvvigionamento di acqua per il contrasto alla siccità e meglio regolare l’afflusso delle acque sull’Enza – primo progetto è del 1981;
Ampliamento e adeguamento della cassa di espansione del fiume Secchia (MO, RE – Rubiera, Campogalliano, Modena) – Realizzazione dei nuovi argini esterni, sistemazione degli argini esistenti e volumi di invaso – dopo alluvione Bomporto nel 2014 erano stati annunciati;
la cassa d’espansione di San Cesario non è ancora stata collaudata, l’invaso secondario non è mai stato riempito, oltre all’indispensabile consolidamento dell’argine del Panaro che porta il fiume verso le casse che ha rotto già diverse volte;
Completamento della cassa di espansione delle piene in loc. Budrie – San Giovanni in Persiceto (BO) – il primo stralcio fu completato nel 2011
Realizzazione di opere di completamento necessarie alla funzionalità idraulica della cassa di espansione del torrente Navile a Bentivoglio (in esecuzione) – Bologna – già presente nei piani regionali dal 2009
Opere di completamento della cassa di laminazione delle piene del torrente Lavino in loc. Rivabella e realizzazione di area di espansione e miglioramento dell’officiosità del t. Ghironda a Ponte Ronca (Zola Predosa – BO) – i primi progetti risalgono al 2004
Cassa espansione Torrente Idice (BO) – sono state realizzate due delle quattro fasi progettate nel 2012
Cassa di espansione del Santerno Imola (BO) – già nel piano regionale dal 1998
Fiume Reno – Cassa d’espansione di Bagnetto – 2° stralcio esecutivo località Castello d’Argile (BO) – primo lotto realizzato nel 2019 e i lavori dovevano essere fatti nel 2021;
Completamento casse laminazione piene Torrente Senio con opere di regolazione idraulica Riolo Terme (RA) e realizzazione delle casse di espansione nei comuni di Brisighella, Faenza e Riolo Terme (RA); – l’avvio dei lavori erano stati annunciati già nella primavera 2020
Completamento delle casse del fiume Savio a monte di Cesena;
Torrente Rigossa – Messa in sicurezza idraulica, con opere di laminazione a monte della via Emilia. LONGIANO (FC) – già finanziato con PNRR nel 2021;
Intervento in corso per la realizzazione di una cassa di espansione nel T. Ventena per la messa in sicurezza del Centro Storico di San Giovanni in Marignano (RN) – già previsto nel 2015;
Realizzazione di un condotto di intercettazione dei contributi di origine meteorica provenienti dal torrente Ausa a monte di Rimini per alleggerire idraulicamente il tratto urbano e separare un consistente contributo di acque bianche – progetto annunciato già nel 2017.
Le più importanti furono avviate dopo l’alluvione di Reggio Emilia del 1973 e dopo diversi anni di progettazione arrivano alla loro realizzazione:
1985 venne completata la cassa di espansione sul fiume Panaro – Capacità di 25 milioni di m³ d’acqua (poi mai collaudata);
1991 quella sul Crostolo 1,5 milioni di mc;
2004 fiume Enza 8 milioni di mc;
2006 fiume Parma la cui capacità massima invaso del bacino è di circa 14 milioni di metri cubi di acqua.
Poi sono state realizzate altre opere minori per portata che nell’alluvione del maggio 2023 non hanno retto come ad esempio:
la cassa di espansione del Samoggia, in provincia di Bologna, ha raccolto quasi 3milioni di metri cubi raggiungendo il livello massimo;
il bacino di espansione del parco Golfera, a Lugo (RA), è tracimato così come a Castel Bolognese (RA) e Solarolo (RA) ci sono stati ingenti danni e la cassa di espansione nel canale dei Molini abbia raccolto 150mila mc;
analoga situazione, sempre nel ravvenate, a Bagnacavallo (RA) con la cassa di espansione del canale Redino;
le due casse di espansione costruite lungo il corso del fiume Montone non sono state sufficienti a salvare la città di Forlì, così come quella sul torrente Pisciatello esondato a Cesena.

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