Recepimento Case Green: una pratica panoramica

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Con l’entrata in vigore della Direttiva Case Green lo scorso maggio, di cui occorre ora l’opportuno recepimento, l’Unione Europea si è posta un obiettivo ambizioso ma necessario: la neutralità climatica entro il 2050. La transizione verso edifici più sostenibili, meno energivori e meno impattanti sull’ambiente rappresenta uno dei pilastri per il raggiungimento di questo traguardo.

Dal 29 maggio 2024 decorrono i due anni entro cui gli Stati membri dell’UE dovranno recepire la “Energy Performance of Buildings Directive” (EPBD), conosciuta comunemente come Direttiva Case Green. Le implicazioni sono rilevanti, soprattutto per il settore immobiliare ed edilizio, che sarà chiamato a rispettare standard più stringenti in tema di prestazione energetica degli edifici.

A seguito di questa novità il settore immobiliare ed edilizio subirà un notevole cambiamento e i  commercialisti giocheranno un ruolo chiave nel guidare imprese e privati verso l’adeguamento alla normativa sulle Case Green, garantendo supporto tecnico e fiscale e assumendo un ruolo di spicco nell’ambito della consulenza professionale.

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La Commissione “Fiscalità immobiliare e della transizione ecologica” ha elaborato un documento esplicativo che semplifica gli aspetti normativi, evidenziando obblighi, agevolazioni e opportunità. Il testo offre una panoramica pratica per comprendere e applicare le misure della transizione ecologica nel settore immobiliare.

Obiettivi e prospettive della Direttiva EPBD

L’obiettivo principale della Direttiva è duplice:

  • ridurre il consumo energetico degli edifici, che rappresentano circa il 40% dell’energia consumata nell’UE;
  • abbattere le emissioni di gas serra provenienti da questo settore, contribuendo in maniera significativa al raggiungimento della neutralità climatica entro la metà del secolo.

In questo contesto, l’adeguamento normativo nei diversi Paesi membri non si limita alla semplice trasposizione delle direttive europee: richiede una pianificazione strategica e interventi concreti per incentivare la riqualificazione energetica degli edifici.

Gli Stati membri, entro il termine stabilito, dovranno adottare politiche e misure volte a garantire che gli edifici di nuova costruzione siano a energia quasi zero (NZEB) e che il patrimonio edilizio esistente venga progressivamente migliorato. Sarà necessario implementare strumenti di finanziamento e incentivazione per sostenere proprietari e imprese in questo processo di transizione.

Tra i principali focus, la Direttiva prevede l’introduzione di standard minimi di prestazione energetica per gli edifici esistenti, promuovendo tecnologie innovative e l’utilizzo di materiali sostenibili. Gli Stati membri dovranno inoltre rafforzare i sistemi di certificazione energetica e garantire maggiore trasparenza e accessibilità alle informazioni per i cittadini.

Recepimento Case Green: il supporto della Fondazione Nazionale dei Commercialisti

A supporto di questi cambiamenti, la Fondazione Nazionale dei Commercialisti ha recentemente pubblicato il documento “Primo esame della Direttiva Prestazione energetica nell’edilizia, meglio conosciuta come Direttiva Case Green”.

Il lavoro, realizzato dalla Commissione Fiscalità immobiliare e della transizione ecologica è stato curato da Cristoforo Florio, Francesco Nesci e Stefano Spina, e nasce con l’obiettivo di fornire una prima chiave di lettura della Direttiva, ponendo particolare attenzione alla chiarezza e all’accessibilità dei contenuti.

I commercialisti saranno figure centrali nel supportare imprese e privati per l’efficientamento del patrimonio edilizio, come previsto dalla direttiva europea sulle Case Green. Il loro ruolo di consulenti d’impresa e per la sostenibilità sarà cruciale per raggiungere gli ambiziosi obiettivi normativi,” si legge in una nota del testo elaborato dalla Commissione “Fiscalità immobiliare e della transizione ecologica”.

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Il documento analizza in maniera dettagliata le principali novità introdotte, evidenziando i vantaggi in termini di risparmio energetico e i benefici per l’ambiente, ma anche le sfide operative che attendono proprietari, imprese e amministrazioni pubbliche. Il report rappresenta un prezioso strumento per comprendere le implicazioni della Direttiva, anche per coloro che non operano direttamente nel settore.



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