Mercati europei in rialzo, focus su valute, materie prime e spread

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Nella giornata odierna, le principali borse europee hanno registrato performance positive, con Piazza Affari che ha eguagliato l’andamento favorevole del continente. Al contrario, l’S&P 500 negli Stati Uniti ha evidenziato una leggera flessione dello 0,22%, confermando un trend di incertezza tra gli investitori americani, in attesa di nuove indicazioni sui tassi di interesse da parte della Federal Reserve.

Andamento dei mercati azionari europei

A Francoforte, l’indice DAX ha mostrato un incremento dello 0,95%, beneficiando del buon andamento del settore industriale e tecnologico. Londra ha registrato un progresso più moderato, con il FTSE 100 in crescita dello 0,54%, sostenuto dai titoli energetici e bancari. Parigi, invece, ha subito una lieve contrazione dello 0,36%, penalizzata dal calo delle azioni del lusso, un comparto particolarmente esposto alle dinamiche della domanda cinese.

A Milano, il FTSE MIB ha chiuso in rialzo dello 0,59%, raggiungendo i 36.361 punti, grazie alla solida performance di alcuni titoli a grande capitalizzazione. Anche il FTSE Italia All-Share ha registrato un aumento dello 0,58%, raggiungendo i 38.591 punti. Bene anche il FTSE Italia Mid Cap (+0,75%) e il FTSE Italia Star (+0,63%), a conferma della vivacità del segmento delle aziende a media capitalizzazione.

Performance delle principali valute

Sul fronte valutario, l’euro ha subito una leggera flessione rispetto al dollaro Usa, con un calo dello 0,28%, attestandosi a 1,08 dollari Usa. Secondo le proiezioni macroeconomiche per l’area dell’euro formulate dagli esperti dell’Eurosistema, il tasso di cambio dell’euro dovrebbe rimanere stabile intorno a questi livelli nei prossimi mesi. Il deprezzamento della moneta unica è legato principalmente alle prospettive di divergenza tra la politica monetaria della BCE e quella della Federal Reserve, con quest’ultima ancora cauta nel tagliare i tassi di interesse.

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Materie prime: oro e petrolio

Il prezzo dell’oro si mantiene sostanzialmente stabile, attestandosi a 2.759,4 dollari l’oncia. Il metallo prezioso continua a beneficiare della domanda come bene rifugio, sostenuta dall’incertezza macroeconomica globale e dalle tensioni geopolitiche. Il petrolio, rappresentato dal Light Sweet Crude Oil, ha invece registrato una diminuzione dello 0,64%, scendendo a 73,3 dollari al barile. Le quotazioni del greggio sono influenzate dai timori legati alla domanda globale e dalle tensioni in Medio Oriente, oltre alle recenti dichiarazioni dell’OPEC+ sulla gestione della produzione.

Spread BTP-Bund e rendimenti obbligazionari

Lo spread tra i titoli di Stato italiani (BTP) e tedeschi (Bund) a 10 anni si mantiene stabile a 110 punti base, con il rendimento del BTP decennale fermo al 3,62%. L’apertura dello spread è stata di 107,7 punti base, con una deviazione standard di 3,301. Secondo gli analisti, la stabilità dello spread riflette una certa fiducia da parte degli investitori nella gestione della politica fiscale italiana e nella tenuta dei conti pubblici, anche alla luce delle più recenti valutazioni delle agenzie di rating.

Titoli in evidenza a Piazza Affari

Tra le blue chip italiane, Iveco ha brillato con un incremento del 4,60%, seguita da Saipem (+3,07%), BPER Banca (+2,82%) e Prysmian (+2,70%). La forte performance di Iveco è legata ai dati positivi sulle vendite di veicoli commerciali, mentre Saipem beneficia dell’andamento favorevole del comparto energia e delle commesse acquisite nei mercati emergenti.

Al contrario, DiaSorin ha subito una flessione dell’1,64%, penalizzata da una revisione al ribasso delle previsioni di crescita. Campari e Moncler hanno registrato cali rispettivamente dell’1,44% e dell’1,31%, risentendo della debolezza del settore dei beni di consumo e dell’incertezza sulle prospettive di crescita nei mercati asiatici.

Prospettive economiche

Le proiezioni macroeconomiche per indicano una crescita del Pil mondiale in termini reali del 3,4% nel 2024 e del 3,5% nel 2025, con una successiva lieve diminuzione al 3,3% nel 2026 e al 3,2% nel 2027. La domanda esterna dell’area dell’euro dovrebbe aumentare dal 3,1% nel 2024 al 3,5% nel 2025, spinta dalla ripresa economica globale e dal miglioramento della fiducia dei consumatori.

Sul fronte inflazione, la BCE prevede una graduale riduzione delle pressioni sui prezzi nel corso dell’anno, con un ritorno verso l’obiettivo del 2% nel 2025. Tuttavia, persistono rischi legati all’andamento del costo dell’energia e alle tensioni nei mercati del lavoro, che potrebbero influenzare le decisioni di politica monetaria nei prossimi mesi.



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