Mattarella, 10 anni al Quirinale: il record di permanenza, le tre crisi e la sintonia con gli italiani. «Se c’è da alzare la voce, la alza, tenendola bassa»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 


di Marzio Breda

Dietro alle azioni e ai discorsi del presidente della Repubblica, l’idea di uno Stato-comunità e una profonda sintonia con gli italiani

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

Era stato eletto da appena tre mesi, quando a Zagabria fu incrociato e festeggiato per strada da una scolaresca di Messina in gita e i cronisti cercarono di approfittarne per farlo parlare della sua Sicilia

Presidente, da voi si dice che quella è la provincia «babba», bonacciona e innocente, al punto da non avere la mafia. Lui rispose in latino: «Olim», una volta, e se ne andò nello sbigottimento generale. 




















































Sembrò dunque vero, a chi c’era, che Sergio Mattarella avrebbe fatto sempre economia di parole, tanto da usarne solo una, quando ci riusciva, per chiudere i discorsi. 

La frustrazione dei quirinalisti durò comunque poco. Infatti, smentendo quel pregiudizio, non avrebbe mai avuto remore a farsi sentire. A modo suo. 

Nel senso che «se c’è da alzare la voce, la alza, tenendola bassa», com’è stato scritto con un efficace ossimoro. Ed è anche partendo dallo stile della sua comunicazione che si può misurare il rapporto cresciuto tra lui e gli italiani, in questi dieci anni da capo dello Stato. Un record mai toccato da alcun predecessore.

La ricorrenza del voto parlamentare sul suo nome cade domani, e si presta a qualche provvisorio bilancio. Restando a quello che da Pertini in poi è stato definito «dialogo diretto tra il Palazzo e la Piazza», a coloro che si chiedono se Mattarella stia parlando in questo secondo settennato di più o di meno di quanto faceva nel primo, si potrebbe replicare con la formula dei meteorologi: dipende dalla percezione. 

Insomma: la frequenza dei suoi messaggi non è cambiata, ma quel che dice ha un’eco maggiore. E ciò è legato al fatto che, data la carenza di voci istituzionali autorevoli e dato il brusio politico di fondo, lo spazio pubblico è oggi egemonizzato dalla premier Meloni e, appunto, da lui. Ciò che ha rimbalzi continui (talvolta inflattivi) sui vecchi e nuovi media.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

È un particolare importante, perché le esternazioni — che ai tempi della Prima Repubblica quasi non esistevano — danno il tono e definiscono la cifra di una presidenza. Il che per Mattarella ha significato abbandonare ogni ritrosia per spingere il Paese e i partiti a uscire dalla crisi plurale e intermittente di cui siamo prigionieri. Intervenendo con pacatezza e chiarezza, puntiglioso ma senza invadere campi altrui, e rendendosi controvoglia più visibile anche se restando di fatto isolato, nella sfida di traghettarci verso una normalità istituzionale.

Basta riandare a come ha gestito le crisi di governo, per capire l’indipendenza e l’autonomia con cui si è mosso. 

Prendiamo il rapporto con alcuni premier, a partire da Matteo Renzi, che era stato il king maker della sua elezione e che, quando nel 2016 perse il referendum sulla riforma costituzionale, si dimise come promesso, ma volendo avere una rivincita alle urne. Purché subito. Pretesa non esaudita, perché Mattarella privilegiò la stabilità e diede l’incarico a Paolo Gentiloni

Analoga fermezza, dopo il voto del 2018, la dimostrò verso Matteo Salvini, reduce dall’aver aperto al Papeete «la crisi più pazza del mondo» dopo la quale rivendicava per sé «pieni poteri», e più tardi con Giuseppe Conte che non si rassegnava a lasciare Palazzo Chigi dopo il naufragio dei suoi esecutivi gialloverde e giallorosso. 

Certo, quell’esperienza fu impervia, per il capo dello Stato. La cultura della complessità e della mediazione, che era stata di Moro e del cattolicesimo sociale alla cui scuola si è formato, non bastava da sola a costituzionalizzare i rivoluzionari, chiamiamoli così. Ossia le forze sovraniste e populiste (Lega e 5 Stelle) uscite vincenti dalle elezioni e portatrici di proposte radicali e contraddittorie. Anzi, per molti aspetti incompatibili tra loro. Ci voleva pazienza, molta, per non congedare un Parlamento appena insediato e paralizzare il Paese. Serviva la forza della mitezza. 

Il che si è tradotto in triple consultazioni, una doppia esplorazione e vari sondaggi a vuoto — due mesi in panne — mentre il leader pentastellato si permetteva persino di evocare l’impeachment contro di lui sulla nomina a ministro di Paolo Savona, con l’intermezzo surreale e minaccioso dell’incarico di poche ore al professor Cottarelli.

Una prova stressante, tre crisi in tre anni, che culminò con il varo del governo Draghi, sotto l’emergenza della pandemia e della recessione economica, mentre Mosca scaldava già i motori dei panzer contro l’Ucraina. Era in gioco l’interesse nazionale

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Perciò Mattarella ha dovuto svolgere una funzione quasi da «levatrice», usando il metodo socratico della maieutica, mentre interrogava i suoi interlocutori, per spingerli a maturare dentro sé stessi una scelta di responsabilità. Finché annunciò che avrebbe tenuto a battesimo un «governo di alto profilo e che non debba identificarsi con alcuna formula politica». Il provvidenziale esecutivo di Mario Draghi, che ha pilotato l’Italia fuori dai gorghi, evitandoci salti nel buio. Una scelta come l’avrebbe potuta fare Luigi Einaudi, prototipo del buon presidente.

E qui si chiude e si riapre per lui il sipario sul Quirinale, con la seconda elezione a capo dello Stato. Con i capi partito a salire in corteo sul Colle, per chiedergli di accettare un bis che aveva già respinto. 

La nuova legislatura ha portato a un drastico cambio della guardia a Palazzo Chigi, con l’arrivo di Giorgia Meloni e di un centrodestra agguerrito. In gioco, questioni ormai croniche e non risolte. Il rapporto conflittuale politica-giustizia, il fisco, i migranti, il debito pubblico, le riforme inevase, come quelle sul premierato e sull’autonomia differenziata che sembrano oggi su un binario morto. 

Mattarella si è fatto sentire in maniera pedagogica. Ha spiegato, ha chiarito, facendosi scudo della Costituzione (anche per tutelare le sue prerogative) ed esortando i cittadini a coltivare il «patriottismo repubblicano», che unisce e non divide ed è cosa diversa dal patriottismo d’impronta nazionalistica al momento ancora in auge. 

Ha spinto sul concetto di Stato-comunità, per indurre la gente comune a riscoprire la politica e ad adoperarsi nel futuro prossimo per ricostruirla. Da atlantista convinto ha difeso le nostre storiche alleanze, e in questo Giorgia Meloni sembra condividere con lui l’idea di un futuro meno avventurista di quanto si pensa. E ha tutelato l’onore del Paese all’estero, e soprattutto in Europa (si pensi ai ripetuti strappi da lui ricuciti con la Francia), dove è considerato un’autorità morale. Negli ultimi mesi Mattarella ha affrontato un’inedita discontinuità che coinvolge l’intero Occidente: la rivoluzione tecnologica in arrivo e che sta rovesciando il paradigma del potere e delle garanzie democratiche. 

Un passaggio d’epoca che stanno esplorando in pochi, e a farlo sono soprattutto i costituzionalisti, visto che il tema invaderà presto il loro campo d’azione. E lui, da giurista, lo sa bene.

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

La newsletter Diario Politico

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di politica iscriviti alla newsletter “Diario Politico”. E’ dedicata agli abbonati al Corriere della Sera e arriva due volte alla settimana alle 12. Basta cliccare qui.

29 gennaio 2025 ( modifica il 29 gennaio 2025 | 23:34)

Richiedi prestito online

Procedura celere

 



Source link

Microcredito

per le aziende

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link