di FRANCO BARTUCCI – L’Università della Calabria sotto tiro in campo locale e nazionale a causa di un emendamento presentato per il Decreto Milleproroghe da due parlamentari di Forza Italia, Daniela Ternullo e Adriano Paroli, di origini siciliane e lombarde, che consentirebbe all’attuale rettore, in scadenza di mandato con il prossimo 31 ottobre 2025, di avere una proroga del suo mandato per altri due anni fino al 31 dicembre 2027, legando il tutto al salvataggio del sistema sanitario calabrese, con commissario il presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, di fronte ad un disavanzo galoppante.
La prima osservazione che emerge ad occhio nudo è che cosa ci “azzeccano” due parlamentari non calabresi con un problema di costume tipicamente calabrese nel presentare un emendamento scritto, tra l’altro, malissimo, tra l’altro definito già da qualcuno “Emendamento Calabria”, a voler dire “Siamo alle solite” per non usare termini dispregiativi.
Ed entriamo nel merito della scrittura dell’emendamento, che così recita: «Rinviare al 31 dicembre 2027 la scadenza del mandato dei rettori alla guida di atenei in cui è presente la Facoltà di Medicina e Chirurgia e che hanno sede nelle regioni “sottoposte negli anni 2022, 2023 e 2024 al Piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario e commissariate». Le regioni che potrebbero essere interessate sono appunto due, Calabria e Molise, Nicola Leone per l’Università della Calabria e Luca Brunese per l’Università del Molise.
I due firmatari peraltro non sono a conoscenza che per l’Università della Calabria non esiste la Facoltà di Medicina e Chirurgia, ma un semplice corso di laurea magistrale in Medicina Chirurgia Tecnologia Digitale che ha appena due anni di vita senza una struttura consolidata ed esperta a livello amministrativo ed anche sanitaria, se si pensa che gli studenti al momento fanno pure lezione nelle sale cinematografiche e che non è fornita di un policlinico universitario ben definito, necessario per le esercitazioni sanitarie, se non un semplice accordo stipulato con l’azienda ospedaliera “Annunziata” di Cosenza e con l’Asp provinciale. Non si comprende questa preferenza sul Rettore Leone, quando, se il Presidente Occhiuto ha a disposizione la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Catanzaro con pari anzianità di 50 anni,
Il colmo della questione che fa scandalo e mostra una certa povertà culturale e di conoscenza della problematica è che viene legato il tutto alla necessità ed alla richiesta di occuparsi del piano di disavanzo del settore sanitario commissariato. Cosa ci “azzecca” una Facoltà di Medicina e Chirurgia, che nel caso dell’Università della Calabria non esiste ed il corso è ancora in composizione embrionale, con aspetti tipicamente di esperienza e conoscenze economiche finanziarie, se non addirittura moralistiche e di servizi sociali.
Mi sembra più che altro una operazione politica di vecchio stampo che non tiene conto del valore della trasparenza e dritto d’informazione come garantisce la legge 241/1990 e 150/2000 in materia di informazione e comunicazione istituzionale.
Una materia questa che impone sia al presidente Roberto Occhiuto, come al Rettore, di spiegare alla comunità universitaria e alla società calabrese come si intende calendarizzare gli impegni del corso di laurea in Medicina e Chirurgia dell’UniCal nella risoluzione del disavanzo finanziario creato in Calabria in ambito sanitario.
Ci sono ancora altre cose da spiegare come il tentativo fatto nei mesi scorsi attraverso la Crui di modificare la legge di riforma universitaria Gelmini del 2010 circa la durata dei mandati rettorali passandoli da due di tre anni per un totale di sei anni a due di quattro per un periodo massimo di otto anni. Un tentativo fallito che si ripropone con l’emendamento in questione che va ad infangare l’immagine positiva dell’UniCal come della stessa Regione, dal momento che l’emendamento è stato presentato ed illustrato alla Commissione “Affari Costituzionali” del Senato dallo stesso presidente Roberto Occhiuto, per come ci è stato riferito.
Intanto sulla vicenda è intervenuta la dirigenza nazionale del Sindacato Cgil settore Università con un proprio documento intitolato: “Proroga Rettori, Cgil: “Ingerenza mirata a controllo Atenei”.
«L’emendamento presentato da Forza Italia per la proroga del mandato al 31 dicembre del 2027 dei Rettori delle Università con una facoltà di medicina rappresenta l’ennesima dimostrazione, attraverso un’ingiustificabile ingerenza della politica, del tentativo mirato al controllo dell’autonomia degli organi di governo delle università. In Calabria, tutto ciò, assume un significato ancora più preoccupante. Riconosciamo il grande impegno profuso in tutti questi anni dal Magnifico Rettore Leone al fine di rendere sempre eccellente e competitiva sullo scenario, non soltanto nazionale, l’Università della Calabria».
Ciò porta il Sindacato Cgil ad esprimere forte preoccupazioni di fronte al tentativo di forzare, attraverso un emendamento proposto dalla stessa forza politica del presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto la durata del mandato.
«Non ne comprendiamo le ragioni – si sottolinea nel documento – se non quelle mirate al tentativo, caratteristico del modus operandi di chi sta al potere, del controllo politico sull’autonomia dell’università. Per quanto ci riguarda, l’obiettivo della facoltà di medicina istituita ed operante all’Unical, non è certamente quello di sostituirsi al ruolo della sanità pubblica, indebolire gli altri atenei presenti nella regione o, peggio ancora, tentare di creare commistioni per futuri interessi elettorali».
«Il Rettore non può essere un soggetto che risponde e dipende dalla politica né può diventarlo – si legge nel documento –. Egli è, da sempre, espressione dell’autonomia degli atenei attraverso l’elezione democratica fra docenti ordinari di ruolo. Ed è per queste che la non rieleggibilità dopo i sei anni di mandato non può essere superata da logiche che nulla hanno a che vedere con la missione culturale e sociale di un importante Ateneo come quello di Arcavacata». (fb)
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