Immobiliare, Suv, digitale: l’India sogna in grande

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Prosegue la scalata dell’India verso i piani alti dell’economia globale. Secondo le previsioni del Fondo Monetario Internazionale (FMI) nel corso dei prossimi 12 mesi il pil del gigante asiatico dovrebbe superare quello del Giappone, piazzandosi al quarto posto nella classifica delle maggiori economie del pianeta, mentre nel 2025 potrebbe addirittura concretizzarsi il sorpasso sulla Germania, e quindi l’aggancio alla terza posizione, dietro soltanto alla coppia Stati Uniti-Cina.

E ancora, nell’arco di un decennio il prodotto interno lordo di Nuova Delhi passerà dagli attuali 3,4 trilioni di dollari agli 8,5 trilioni. Musica dolcissima per le orecchie del primo ministro indiano Narendra Modi, che deve tuttavia tener presente anche altri aspetti. Uno in particolare: il pil del suo Paese, oggi, è allo stesso livello di quello cinese nel 2007. Si deduce, quindi, che tra India e Cina c’è ancora un divario di circa 15 anni.

Un gap ancora consistente che Modi spera di ridurre attraverso tre misure: costruendo infrastrutture, attraendo investimenti stranieri e incrementando i consumi interni. Poi, certo, serviranno altri cambiamenti radicali, come una maggiore competizione internazionale delle imprese nazionali, un settore finanziario che sostenga l’innovazione, una manifattura più grande, nonché l’eliminazione dell’analfabetismo – che si attesta intorno al 25% – e della burocrazia asfissiante. In India si iniziano però ad intravedere tre interessanti tendenze specchio di una nazione dinamica: un settore immobiliare in espansione (soprattutto quello di lusso), l’aumento dei suv su strada e un rafforzamento del digitale.

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india e cina
Il premier indiano Narendra Modi.

Il boom edilizio e la crescita del settore immobiliare

I miglioramenti più visibili dell’economia indiana sono ben evidenti nel campo delle infrastrutture. Il boom edilizio, per esempio, è iniziato con i trasporti: ferrovie, porti, ponti, strade, aeroporti nuovi di zecca che, nel medio periodo, dovrebbero ristrutturare la facciata del Paese. Attenzione però ad un immobiliare che nel 2025 potrebbe essere trainato dalle fasce premium e luxury.

Nel periodo compreso tra gennaio e settembre 2024, non a caso, le vendite di immobili di lusso con un prezzo pari o superiore a 470mila dollari sono aumentate del 37,8%. Non solo: un anno fa i principali player indiani del real estate hanno acquisito un record di 1.600 acri designati specificamente per lo sviluppo di progetti abitativi (+62 su base annua) per un’offerta in continua crescita. “Le prospettive per il mercato immobiliare di lusso in India rimangono solide per i prossimi anni. È probabile che il settore assista a una domanda sostenuta guidata da redditi disponibili in aumento, stili di vita ambiziosi e un ambiente economico stabile”, ha affermato Anuj Puri, presidente della società di ricerca Anarock Group.

Ad alimentare questa crescita sono ovviamente i paperoni dell’India. Considerando che il numero di indiani con un patrimonio netto ultra-elevato, e cioè superiore ai 30 milioni di dollari, è aumentato del 6%, arrivando a 13.600 nel 2024, e che le proiezioni parlano di un aumento fino al 50% entro il 2028, si capisce perché l’immobiliare vada a gonfie vele. Da Delhi a Mumbai, da Pune a Hyderabad, si sono moltiplicate le proprietà con piscina privata e attici con vista panoramica sugli skyline.

Skyline di Mumbai

Suv e digitale

Mentre i prezzi residenziali nelle principali città dell’India hanno visto un aumento annuo del 23% (Hyderabad ha registrato l’impennata più elevata con un aumento del 32%), le strade del Paese si sono riempite di suv. In generale, le auto in circolazione sono passate dalle 19 milioni del 2012 alle quasi 50 del 2022. Ebbene, oltre il 50% dei nuovi veicoli venduti sono suv. La stessa tipologia di veicolo che, fino allo scorso luglio, dominava il 64% del traffico.

Il motivo dell’exploit? Da un lato perché la maggior parte delle strade indiane si trova in pessime condizioni, con buche, voragini e asfalto deteriorata; dall’altro perché il governo ha aggiunto decine di migliaia di chilometri di autostrade di alta qualità, che a loro volta hanno incrementato le gite fuori porta (godibili a bordo di un suv).

Forse meno tangibile di suv e palazzoni, ma forse più significativa, è stata invece la progressiva adozione da parte dell’India di un’infrastruttura pubblica digitale. Di cosa parliamo? Per esempio di Aadhaar, un sistema di identificazione biometrica (ne abbiamo parlato qui), oppure delle identità digitali uniche che hanno collegato l’accesso ai conti bancari ai sussidi sociali e ai requisiti fiscali. Questa nuova organizzazione dei dati, combinata con una rete mobile consistente, sta lubrificando gli ingranaggi del commercio. A piccoli passi l’India di Modi continua a crescere. L’obiettivo? Non diventare un gigante di argilla. La strada è ancora lunga.

Traffico in India

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