I dati Istat, frenano edilizia e industria: «La Provincia deve cambiare politica»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 


di
Alessandro Rigamonti

L’economia trentina è in stagnazione. Il segretario della Cgil, Andrea Grosselli: «Sono venuti meno gli investimenti che sono stati fatti subito dopo il Covid»

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Persi 1,2 punti percentuali. A vedere i dati del Pil relativi al 2023 a distanza di sei mesi ci si potrebbe spaventare: +1,3% la crescita reale stimata dall’Ispat nel giugno del 2024, +0,1% quella calcolata dall’Istat l’altro ieri, 28 gennaio, nel report «Conti economici territoriali». Bisogna però fare una precisazione, come spiega l’istituto di statistica: «I risultati relativi al 2023 sono ottenuti utilizzando un approccio econometrico basato su indicatori e potrebbero essere soggetti a sostanziali revisioni». In sostanza, il valore del 2023 non è ancora certo e la Provincia sta indagando per controllare i motivi di questa discrepanza, ma quello che emerge è un quadro di sostanziale stagnazione, protrattosi nel 2024 e che potrebbe continuare anche nel 2025.

I dati del Pil

«I dati ultimi di cui disponiamo sul Pil del 2023 ci dicono che il Trentino ha avuto una crescita dell’1,3%, l’Italia dello 0,7%, il Nord-Est dello 0,8% e l’Alto Adige dello 0,5%», aveva detto il presidente Maurizio Fugatti durante la relazione al bilancio. Dati che adesso sembrano essere totalmente smentiti dell’Istat: il Trentino è cresciuto dello 0,1%, l’Alto Adige dell’1,2%, il Nordest dello 0,4%, mentre il dato italiano è lo stesso dell’Ispat. «Le stime possono variare perché la congiuntura è sicuramente complessa da interpretare — ha detto il segretario della Cgil Trentino Andrea Grosselli —. Quello che è certo è che sono venuti meno gli investimenti forti che sono stati fatti subito dopo il Covid da parte degli industriali e nell’ambito delle costruzioni. Questo può aver avuto un peso perché gli altri settori, e il terziario in particolare, non producono quella massa di investimenti generata dall’industria».




















































Stagnazione

I numeri presentati dall’Istat significano stagnazione. Un problema che negli ultimi anni è aumentato a causa della recessione della Germania, principale partner commerciale della Provincia autonoma, e che potrebbe peggiorare ulteriormente se il neo presidente degli Usa Donald Trump applicherà la sua politica di dazi tra il 10% e il 20% per le importazioni. In questo scenario macro economico, il Trentino rischia di non veder avverate le previsioni di crescita calcolate nel «Bilancio di previsione 2025-2027»: +0,8% nel 2024, +1,1% nel 2025, +1% nel 2026 e +0,8% nel 2027. Dati molto difficili da ottenere se venisse davvero confermato il +0,1% dell’Istat.

Se la manifattura è in difficoltà da alcuni mesi, un rallentamento si vede anche settore delle costruzioni. Secondo l’osservatorio Ance, a livello nazionale il 2024 si è chiuso con -5,3% degli investimenti. Calo che ha colpito anche il Trentino. «Adesso ci sarà un momento di flessione, ma non bisogna preoccuparsi. Bisogna essere compatti, essere precisi nel costruire e magari avere nuove idee come i mutui green. Da qua a due mesi bisognerà rimboccarsi le mani — ha detto il presidente di Ance Trento Andrea Basso —. Questo elastico è normale nell’edilizia».

La variazione del reddito

Dell’analisi Istat preoccupa anche la variazione del reddito disponibile delle famiglie consumatrici: rispetto al 2022, il Trentino è passato dal 7,8% al 3,3% mentre in Alto Adige il calo è stato solo del 2,2% (dall’8,2% al 6%).
Le ultime previsioni sul Pil sembrano fin troppo severe, ma questo non vuol dire che la situazione sia rosea. La stagnazione resta, come ha certificato nelle sue ultime analisi congiunturali la Camera di Commercio di Trento: «Per i primi tre trimestri del 2024 abbiamo evidenziato una situazione di sostanziale stagnazione determinata da un andamento negativo per quel che riguarda industria e il reparto delle costruzioni — ha spiegato il direttore del Centro Studi dell’ente camerale, Matteo Degasperi —. Dall’altro lato segnalo l’andamento positivo per i servizi che riguardano la domanda interna». Proprio per questi motivi la Cgil ha avvertito Piazza Dante: «Attenzione a non sottovalutare i dati — ha detto Grosselli —. Bisogna analizzarli bene e la Provincia deve avere il coraggio di mettere in discussione le scelte assunte fino ad oggi. Questa idea di mettere tutto sulle infrastrutture, sui contributi a pioggia e poco sul welfare e le famiglie rischia di essere un boomerang per la capacità di crescita».

Iscriviti alla newsletter del Corriere del Trentino

Prestito personale

Delibera veloce

 

30 gennaio 2025

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 



Source link

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link